On Thu, 11 May 2006 08:16:18 +0100 (GMT+01:00) "[EMAIL PROTECTED]" <[EMAIL PROTECTED]> wrote:
>[...] > mi chiedo se qualcuno di voi conosce > un uso possibile per i CD e DVD vecchi da buttare. >[...] > > CIAO, > davide > Ciao. sono d'accordo con Raistlin quando dice: "L'importante e` non buttare (sprecare!) nulla!! ;)" anche se non sempre è possibile. se proprio non ci sono alternative e li devi buttare, stai attento a _dove_ li butti, non sono un rifiuto qualunque. a proposito, ti allego una mail di qualche mese fa, che parla proprio di questo problema (non da poco). ciao, Luca Sighinolfi. Begin forwarded message: Date: Tue, 27 Dec 2005 11:23:40 +0100 From: "ItaliaNostra_Retericiclatori" <[EMAIL PROTECTED]> To: "Italia Nostra - Rete Riciclatori" <[EMAIL PROTECTED]> Subject: retericiclatori news: E di questo che ne faccio? CD [...] Vorrei buttar via due cd ma non so se vanno tra i rifiuti normali o se invece devo portarli al centro raccolta, perchè composti da sostanze chimiche. Mi sapreste dire con che materiale sono fatti e dove devono esser buttati? grazie mille e salutoni, Silvia E di questo che ne faccio? CD Non si tratta di un problema da poco. La plastica attuale dei CD è il policarbonato (PC). Dal 2000 al 2004 il consumo di policarbonato per la produzione di supporti ottici si è duplicato fino a raggiungere 800mila tonnellate, con un incremento annuo del 20% circa. La quota di mercato dei CD Audio e CD Rom, che nel 2000 era l'80% circa, si è ridotta ad un terzo a vantaggio di DVD preregistrati e CD o DVD vergini e riscrivibili. Il mercato complessivo del policarbonato, in tutte le applicazioni, cresce con una media annua del 9% ed è superiore ai due milioni di tonnellate. Non esistono vincoli particolari al riciclaggio del policarbonato, la cui unica nota negativa nel prodotto riciclato è la perdita di trasparenza, anzi esso risulta molto vantaggioso per l'alto prezzo del materiale vergine. Il problema sostanziale è che il PC è utilizzato nella produzione di beni durevoli (tra cui citiamo una curiosità che tra G8 e TAV continuiamo troppo spesso a vedere: gli scudi delle forze di polizia). Un CD è però un prodotto complesso formato da cinque strati: 1) l'etichetta 2) uno strato protettivo di resina acrilica spesso 100 µm (0.1 mm) 3) uno strato di materiale riflettente (oro, argento, o altro) 4) uno strato organico colorato (Dye, che può essere uno di questi composti: cianina, ftalocianina, azo, ftalocianina avanzata, formazan): qui sono immagazzinati i dati 5) uno strato di policarbonato (parte plastica) contenente una guida per il laser a forma di spirale (Groove) La sovrapposizione del colore del Dye e dello strato riflettente dà il colore di fondo del CD. Recentemente sono stati introdotti CD colorati con un processo particolare per resine termoplastiche. Sì, va bene, ma si ricicla o no? Al momento e per le informazioni di cui disponiamo, i CD vanno gettati nel rifiuto indifferenziato. Tenete presente però che in Italia esistono ditte che riciclano CD (provenienti dal sequestro di materiale illecito) che vengono frantumati e sospesi nella plastica azzurra di taniche distributrici di acqua potabile degli uffici. Una ditta inglese ha messo a punto un processo in grado di riciclare il 100% dei materiali impiegati per realizzare i CD in cofanetto. Nel 2007 verranno immessi sul mercato i primi media ottici basati sul Polietilene tereftalato (PET), la plastica delle bottiglie, più economico del policarbonato utilizzato oggi per la fabbricazione di CD e DVD e molto più facilmente riciclabile. Vi consiglio quindi per chi ha a disposizione nella propria zona riciclerie, centri di raccolta, isole ecologiche,di portare lì i CD e chiedere che ne fanno. Per gli altri contattare il servizio di raccolta. Una considerazione su cui pensare un po': vi rendete conto dell'assurdità di tutto questo "movimento" di CD (e lo stesso vale ad es. per i giornali ed infiniti altri prodotti)? Non sarebbe molto più sensato poter portare i prodotti usati, obsoleti o rotti in luoghi dove si acquistano i prodotti nuovi? Avremmo solo vantaggi: separazione alla fonte, ritiro da parte dei fornitori etc. etc. Siamo al solito: al di là della necessità ovvia (almeno per gente come me) di ridurre alla fonte la produzione di rifiuti, il problema per i residui raramente è tecnologico, ma sempre organizzativo. I rifiuti però sono un business su cui si muovono interessi formidabili e funzionali a ben precise weltanschauung (concezione del mondo). Meditate, gente, meditate! Alla prossima Renato Fancello