Il 3 novembre 2017 18:06, Paolo Gigante <pa...@ik0jbf.it> ha scritto:
> Buon pomeriggio a tutti, uso il terminale di root per motivi "ideologici".

in realtà è un falso problema.

> Fino alla fine degli anni 80 ho lavorato con i mainframe per cui
> l'amministratore è lui e basta quindi adesso sto emulando quel
> modo di lavorare. Questo è il motivo per  il quale non uso sudo.

quel modo di lavorare andava bene all'epoca, dove in realtà l'accesso
al terminale di amministrazione era comunque in un'area protetta
fisicamente (se facevano le cose seriamente), ora che si lavora con i
computer, che possono essere in qualsiasi posto e in qualsiasi momento
accessibili, perché lanciare e lasciare incustodito una shell con i
privilegi amministrativi?

in ogni caso anche senza usare gksu per lanciare il terminale
amministrativo, lo puoi fare semplicemente avviando un terminale non
amministrativo e prendere successivamente i privilegi amministrativi.

# su -

e il terminale diventa amministrativo a tutti gli effetti (il "-"
istruisce la shell ad usare l'environment di root)

sudo sarebbe la cosa più giusta, per il semplice fatto che solo il
comando lanciato in quel momento è amministrativo, poi gli altri non
lo sono più (a meno che non si ripeta il sudo), ma anche in questo
caso, puoi avere una shell amministrativa da una non amministrativa
con il seguente comando:

# sudo -s

l'unica differenza tra i due comandi, è che nel primo caso deve
esserci nel sistema un utente root attivo e loggabile, e devi
conoscerne la password, nel secondo caso, l'utente root potrebbe anche
non essere disponibile (come fanno us ubuntu e osx), e la password è
quella dell'utente che diventa amministrativo in quel momento
(naturalmente l'utente deve essere nel gruppo sudo).

poi, per farsi del male ce ne sono mille e mille di modi...

Byez
-- 
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Tesssssoro, dov'é il mio tessssoro...

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