Il 19/04/21 09:30, Paolo Redælli ha scritto:
Vorrei iniziare una piccola riflessione sulla scia di "Debian Bullseye
poweroff".
Personalmente io sono arrivato alla conclusione che quando devo
acquistare hardware la mia condizione irrinunciabile è "se non c'è con
Linux(*) preinstallato non lo prendo neanche in considerazione".
È vero, ci sono sempre stati assemblatori locali che permettevano di
Comprare un computer con Debian già installata
<https://www.debian.org/distrib/pre-installed>. Ma il supporto dei
"grossi produttori" è un'altra cosa, specialmente in ambito aziendale.
Oggi fortunatamente si può fare. Dell offre Ubuntu. Lenovo mi pare
Fedora. E ci sono molti altri esempi.
In questi tempi di pandemia ho acquistato portatili per me, mia figlia
e mio suocero. In tutti i casi sono riuscito ad acquistarli con Linux
preinstallato e ne sono stato molto soddisfatto. Vero, erano Ubuntu ed
EndlessOS, ma pur sempre sistemi derivati da Debian.
Ok, al posto dell'asterisco dovrebbe esserci "GNU/Linux" o meglio
ancora "Software libero" ma per la stragrande maggioranza
dell'universo mondo là fuori son concetti "astrusi". È già tanto che
sanno cosa sia Linux ed è già molto che qualche grosso produttore si
sia "deciso" a supportarlo. Ma se non lo chiediamo noi, non lo
sapranno mai.
Dopo un periodo in cui compravo (e facevo comprare al lavoro) PC senza
sistema operativo, ultimamente anche io ho seguito questo approccio:
guardo solo sistemi con GNU/Linux preinstallato, e quando amici e
conoscenti mi chiedono, consiglio *anche* sistemi con GNU+Linux.
Purtroppo, pragmaticamente, non me la sento di consigliare di "passare a
Linux" ad alcune persone, perché non ho tempo di (o non voglio) seguirli
nella migrazione (spesso si tratterebbe di formazione e assistenza
tecnica gratuita "a vita" 😅).
È vero che è più facile trovare roba con Ubuntu o Fedora, ma spesso ci
si può mettere su Debian Testing senza problemi (magari dopo qualche
mese, per escludere potenziali difetti di fabbricazione).
La cosa che trovo fastidiosa è che in alcuni casi vengono installati dei
kernel personalizzati o frutto di backport per aggiungere supporto
hardware, senza fornire documentazione in proposito, e non vengono
forniti repository che permettano di aggiornare questi kernel, con i
potenziali problemi di sicurezza che questo comporta.
Mi è capitato comprando a Marzo 2020 un notebook Microtech, con Ubuntu
20.04 che arrivava con un kernel 5.8 personalizzato per il supporto a
webcam e wifi. Ora il kernel 5.8 è arrivato su Ubuntu 20.04 tramite HWE,
ma se avessi reinstallato il sistema operativo per qualche ragione, mi
sarei trovato con un sistema "zoppo".
Credo che il passo successivo che va chiesto agli OEM sia documentare
cosa fanno, e se possibile fornire repository delle loro
personalizzazioni o immagini del sistema per il ripristino, o quanto
meno provare a interagire più strettamente con la distro upstream in
modo che non siano necessari repo addizionali né immagini speciali.
Senza questo, non mi sento di consigliare PC con GNU+Linux senza remore
alla proverbiale zia inesperta che si limita a fare email, navigazione e
poco altro, per quanto sarebbero sistemi perfetti per il suo caso d'uso.
saluti,
gerlos