macchè invidia...
giro un link di analisi sul "fenomeno beppe grillo", a mio avviso 
interessante, critico e intellegibile....
http://www.carmillaonline.com/archives/2007/09/002380.html#002380




Vittorio ha scritto:
>
> 2008/4/26 mauro bussini <[EMAIL PROTECTED] <mailto:[EMAIL PROTECTED]>>:
>
>     ...o pura e semplice INVIDIA, cari compagni?
>      
>     http://it.youtube.com/watch?v=nbjNZmOmEqs
>      
>     La _Repubblica_
>     
> <http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/politica/vaffa-day-25aprile/vaffa-day-25aprile/vaffa-day-25aprile.html>
>     di oggi si è accorta del V2 day. Il giornale di De Benedetti
>     scrive che la scelta del 25 aprile per il V2-day è "l'ennesima
>     provocazione" nei confronti della Resistenza e che "ovunque si
>     *fronteggeranno* le folle chiamate a raccolta dal comico genovese
>     con quelle che intendono ricordare la Liberazione".
>     Lo dico in termini metaforici: sono *stronzate* dettate dalla
>     paura e dagli interessi di bottega. Il *V2 day* è la
>     *continuazione della Liberazione* e non vuole fronteggiare proprio
>     nessuno che si ispiri a quella data. I partigiani, gli operai, gli
>     uomini liberi del 25 aprile sono *nostri fratelli*.
>     Il 25 aprile non è di proprietà degli *intellettuali di sinistra*,
>     una definizione corrispondente a un vuoto pneumatico.
>     Non è di proprietà dei partiti che hanno *venduto i lavoratori e
>     la libertà di informazione* per un piatto di lenticchie cucinate
>     ad Arcore. E' la festa di tutti gli italiani che vogliono un Paese
>     libero. L'Italia va liberata di nuovo, è una *ex democrazia*. Come
>     altro si può chiamare un Paese in cui l'informazione è nelle mani
>     dei gruppi di potere. In cui Silvio Berlusconi è presidente del
>     Consiglio grazie al *controllo di tre televisioni e del gruppo
>     Mondadori*. Le prime regalate dal latitante Craxi. Il secondo
>     frutto di corruzione di giudici.
>     Il 25 aprile non è di proprietà di chi parla con i banchieri e non
>     con gli operai che gli hanno dato il voto, di chi ha rassicurato
>     Testa d'Asfalto sull'impunità e con lui vuole fare la Bicamerale,
>     la Costituente, la nuova legge elettorale e qualunque altro atto
>     osceno in luogo pubblico.
>     Il V2 Day vuole restituire l'informazione ai legittimi
>     proprietari: ai cittadini italiani. I nostri padri e nonni hanno
>     ripulito l'Italia, ma non hanno finito il lavoro.
>     Il *nuovo fascismo* è il *controllo dell'informazione*. I nuovi
>     fascisti sono coloro che controllano l'informazione.
>     *Firmate i tre referendum*: abolizione dell'ordine dei
>     giornalisti, abolizione dei finanziamenti pubblici di un miliardo
>     di euro all'anno all'editoria, abolizione della legge Gasparri e
>     del duopolio Partiti-Mediaset.
>
>     *Libera informazione in libero Stato*. V2-day. 25 aprile.
>
>     _______________________________________________
>
>
> Consiglio a tutti la lettura di questo articolo pubblicato sul 
> manifesto di ieri per valutare meglio la questione del V2 day.
>
> -- 
> Vittorio Valle
> www.kelbiont.it <http://www.kelbiont.it> - Linux Reg.User # 404410
>
> _Grillo spara alla stampa e manca il bersaglio_
> /da "IL MANIFESTO" del 25 aprile 2008 - di Norma Rangeri/
>
> Oggi Beppe Grillo sarà in piazza S.Carlo, a Torino, per il suo 
> Vaffa-day contro il sistema dei media. Il suo programma politico 
> prevede l'abrogazione dell'Ordine dei giornalisti, la cancellazione 
> della legge Gasparri, la fine di ogni forma di sostegno pubblico ai 
> giornali.
> Tre obiettivi che, secondo il popolare leader, dovrebbero ristabilire 
> le condizioni per un libero esercizio dell'informazione. Sembra una 
> battaglia sacrosanta, da condividere. Ma l'apparenza inganna.
> Sparare sull'Ordine è facile come sfondare le porte aperte degli 
> editori che finalmente avrebbero le mani libere per assumere 
> manovalanza generica senza residue, uggiose deontologie da rispettare. 
> Per questo sono lustri che la riforma dell'Ordine giace nei cassetti 
> della politica. Meglio un organismo obsoleto, vecchio, da buttare. 
> Così come scrosciano fragorosi gli applausi per l'altra proposta di 
> Grillo: chiudere il rubinetto delle sovvenzioni pubbliche per tutti i 
> giornali, grandi e piccoli, di partito e indipendenti, governati dai 
> salotti della finanza o autogestiti in cooperativa (come il 
> manifesto). Togliere i finanziamenti statali alla casta dei 
> giornalisti è uno slogan utile per sfogare il rancore contro il 
> sistema dell'informazione, ma significa buttare via il bambino con 
> l'acqua sporca.
> Il potere dei gruppi economici (e politici) sulla stampa italiana è 
> una malattia antica della nostra democrazia, acuita dal berlusconismo 
> fino al punto di configurare un regime mediatico, la causa principale 
> di un'opinione pubblica debole e disarmata. Ma dentro questa gabbia 
> vivono testate e giornalisti che non si conformano, che rischiano, che 
> pagano prezzi salati. L'informazione e il giornale sono strumenti 
> primari della democrazia, affidarli al mercato (che libero non è), 
> significa equiparare la notizia a merce, togliendole ogni valenza 
> civile, di welfare indispensabile. Bisognerebbe distinguere e Grillo 
> non lo fa. Come acutamente osservava l'altra sera, a L'Infedele, il 
> sociologo Aldo Bonomi, riferendo un'affermazione del leghista 
> Borghezio, «Grillo scuote l'albero e la Lega passa a raccogliere».
> Sull'abrogazione della legge Gasparri, summa di un sistema televisivo 
> a immagine e somiglianza del duopolio televisivo, Grillo ha ragione ma 
> arriva ultimo. I dubbi e le residue ambiguità sulla trasformazione del 
> comico più corrosivo e precorritore, in un politico a tutto tondo sono 
> svaniti: è sfumato l'artista, è pienamente disegnato il leader che 
> organizza manifestazioni, propone referendum, dà indicazioni di voto. 
> E dunque è l'efficacia delle sue proposte che va pesata e giudicata. 
> Proprio quella sull'informazione è così generica e demagogica da 
> diventare l'emblema di un populismo mediaticamente tanto efficace 
> nell'indicare il problema quanto politicamente inadeguato a 
> risolverlo. Oltretutto organizzare il Vaffa-day il 25 aprile, quando 
> una parte del paese scende in piazza per ricordare e rinnovare il 
> patto costituzionale della Resistenza, non è apprezzabile. L'appello 
> degli intellettuali torinesi, dallo storico Giovanni De Luna al 
> giurista Gustavo Zagrebelsky, a partecipare alla manifestazione di 
> piazza Castello, segna, se non il conflitto tra le due iniziative, 
> certo una sgradevole concorrenza. Nonostante lo scambio di reciproco 
> apprezzamento, le buone intenzioni per non contrapporre la politica 
> all'antipolitica, i richiami al comune impegno per una democrazia 
> restituita ai cittadini, tra la piazza di Grillo e quella del 25 
> aprile c'è di mezzo tutta la differenza che passa tra il comizio di un 
> guru e una manifestazione senza leader e in difesa della Costituzione.
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