C'è chi dice no

Ridendo in faccia alla Freude, schöner Götterfunken / Tochter aus Elysium, la gioia bella scintilla degli dei e figlia dei campi elisi di cui canta il celebre Inno della Nona di Ludwig Van, il Poblacht na hÉireann, la Repubblica d'Irlanda, attraverso un referendum, ha deciso di bloccare il Trattato di Lisbona, guazzabuglio legale con cui veniva riproposta la Costituzione UE del 2005, già a suo tempo affondata dal voto popolare francese e olandese.
Il fronte irlandese del NO ha visto convergere nazionalisti di destra e di sinistra e mischiarsi aspirazioni alla conservazione della sovranità con critiche al neoliberismo della UE e del suo commissario al commercio Mandelson.
Ora la UE a 27, privata delle necessarie innovazioni formali, specie quanto alla limitazione del voto all'unanimità, rischia la paralisi e una crisi forse irrimediabile, che bloccherà per lungo tempo alla misura attuale l'area delle sue competenze.
Viene sconfitta una UE burocratica e lontanissima dalla cittadinanza europea, la quale tuttavia è in allontanamento dalla politica in generale.
Paradossalmente, in nome della lotta alla Eurocrazia, viene però affossato un Trattato che avrebbe esteso i poteri dell'Europarlamento e reso meno verticistica e complicata la gestione delle istituzioni comunitarie.
Colpisce anche la discrasia sempre più accentuata fra volontà dei governi e volontà dei popoli, che oramai raramente coincidono, facendo venir meno gran parte dell'elemento rappresentativo della democrazia (vedere la popolarità di Sarko in Francia).
Un federalista europeo convinto come me, che sogna gli Stati Uniti d'Europa, non può che dispiacersi del voto irlandese; nondimeno è difficile pensare che la UE possa suscitare grandi amori finché rimane un rissoso direttorio di capi di Stato e di governo, sempre pronti non solo a scannarsi su ogni unghia di sovranità e su ogni interesse di parrocchia, ma anche a compiacere le multinazionali di turno, responsabili dello sfascio planetario attuale.
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"Non c'è nulla di più doloroso al mondo di essere cattivi"
Italo Calvino, "Il sentiero dei nidi di ragno" (1947)
 
"La mondializzazione non è altro che il nuovo nome della politica egemonica americana"
Henry Kissinger

"Un libro sacro si conquista di per sé il più grande rispetto 
presso coloro che non lo leggono affatto"
Immanuel Kant, "La religione entro i limiti della semplice ragione" (1794)

"Violence is the last refuge of the incompetent"
Salvor Hardin
Isaac Asimov, "Foundation" (1951)

“I’m 12 years old. I run into a synagogue. 
I ask the rabbi the meaning of life. 
He tells me the meaning of life, but he tells it to me in Hebrew. 
I don’t understand Hebrew. 
Then he wants to charge me $600 for Hebrew lessons.”
Woody Allen, "Zelig" (1983)
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