Riporto dal "Sacrario virtuale dei caduti sul lavoro"

(http://www. cadutisullavoro. it)

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12 Giugno 2008

LA STRAGE DI CATANIA

Nella strage della ThyssenKrupp, 25 giorni di agonia erano serviti per por fine 
alla vita di sette lavoratori.


In quella del depuratore di Mineo, provincia di Catania, ieri mattina ne sono 
morti sei in un colpo solo. Uccisi dalle esalazioni tossiche sprigionatesi 
dalla vasca che stavano pulendo, nell'ennesimo 'incidente' - avrete anche 
stavolta il coraggio di chiamarlo 'incidente'?! - molto simile a quello che tre 
mesi fa a Molfetta costò la vita ad altri quattro operai.



Quelli di Torino, ammazzati dall'avidità privata. Questi di Catania, 
'terminati' dalla scelleratezza di un settore pubblico che non si perita di 
sperperare cifre astronomiche nelle follie più inverosimili, ma con tutta 
evidenza si fa invece scrupolo di spendere qualche centinaio di euro in 
mascherine, se si tratta di tutelare la vita dei poveri cristi.



Dal Piemonte alla Sicilia, dal pubblico al privato. Anche se è scomparso dal 
Parlamento, il rosso dovrebbe essere il colore simbolo di questo nostro sempre 
più sciagurato Paese: il rosso della vergogna, il rosso della rabbia.



Quattro delle vittime erano impiegati comunali: Giuseppe Zaccaria, 47 anni; 
Giovanni Natale Sofia, 37 anni; Giuseppe Palermo, 57 e Salvatore Pulici, 37. 
Gli altri due lavoravano per un'impresa privata: Salvatore Tumino di 47 anni e 
Salvatore Smecca.


Sono morti tenendosi abbracciati. Hanno cercato disperatamente di salvarsi l'un 
l'altro. Sono morti da fratelli.



Per inciso, non conosciamo ancora neanche i nomi degli altri quattro caduti 
ieri sul lavoro nel resto d'Italia. La strage ha fatto lo straordinario in 
Sicilia, ma non ha dimenticato di svolgere comunque il compito quotidiano: il 
totale, ieri , è stato di dieci morti.



Il presidente del Consiglio esprime cordoglio e spedisce in loco il ministro 
del Lavoro: quel Sacconi teorico della deregulation che sta dando tutto sé 
stesso per distruggere il potere contrattuale dei lavoratori. Quel Sacconi che 
non ha fatto in tempo a sedersi sulla nuova poltrona, e subito ha palesato la 
propria volontà di modificare il testo unico sulla sicurezza, che "non può 
essere sostenuta da odiosi incrementi di adempimenti formali e da sanzioni 
sproporzionate". Farebbe molto meglio a starsene a casa.



Ma saremo bipartisan, corretti, pacati, moderati.



Anche il principale esponente dello schieramento a sé stesso avverso, il capo 
del Pd Walter Veltroni, si accorge davanti ad una tragedia simile che: 
"lavorare non deve voler dire morire e quando succede significa che tante cose 
non hanno funzionato".



Bene, ora accorgetevi anche che ogni santo giorno muoiono in media tre operai, 
e ogni santo giorno il vostro pensiero corra "ai lavoratori ed alle loro 
famiglie", non solo quando succede il botto.



Saremo bipartisan corretti pacati moderati.



Se non riescono, a dispetto dei fiumi di denaro pubblico che sprecano, ad 
assicurare una vita un minimo decente alla gente che lavora, anzi: una vita e 
basta, allora che se ne vadano. Tutti. Que se vayan todos.



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