On Tue, 07 May 2013 23:33:14 +0200, Alessandro Sarretta wrote:
Questa la domanda di Giovanni Biallo, nel suo ultimo editoriale [1]
per GEOforU. [2]  [3]

Nel mio blog ho scritto alcune considerazioni a riguardo:
http://ilsarrett.wordpress.com/2013/05/07/la-licenza-cc-by-sa-e-open/
[4]

Voi che ne dite?

Ciao Ale,

condivido sostanzialmente la tua posizione, che del resto e' perfettamente allineata con quella "storica" portava avanti ufficialmente dall'associazione (e con largo consenso da parte della maggioranza dei Soci) a partire dalla
iniziativa sugli Open Data di Bologna 2011 [1].

le clausole che sicuramente non possiamo considerare "open" sono la NC
(esclusi usi commerciali) e la ND (proibizione di modificare il dato
originale): queste effettivamente impongono tali vincoli restrittivi da
rendere praticamente inefficace e sterile l'apertura dei dati.

la SA (condividi allo stesso modo), la BY (attribuzione) e la CC-0 (public
domain) evidentemente sono tutte perfettamente compatibili "open".

scegliere quando applicare l'una o l'altra non puo' e non deve essere materia astrattamente ideologica: dipende essenzialmente dalla natura specifia dei datasets, ma soprattuto dipende dal tipo di processo organizzativo che intendi
mettere in piedi:
- se hai in mente un qualche tipo di processo partecipativo (di comunita')
  allora ha fortemente senso applicare la SA (o la ODbL)
- se invece si cerca semplicemente di semplificare al massimo i processi amministrativi riducendo i costi di distribuzione al minimo, allora la CC-BY e/o la CC-0 sono decisamente piu' appetibili dal punto di vista della PA.

piu' in generale, penso che Giovanni Biallo sbagli fortemente nella scelta dei propri presupporti di partenza (come del resto metti bene in evidenza anche tu nel tuo blog): lo scopo primario degli Open Data (tutti, geografici e non; personalmente non riesco a vedere barriere e steccati tra le due categorie,
se non di mero carattere tecnologico-informatico) deve essere la libera
condivisione della conoscenza, e la trasparente informazione nei confronti
dei cittadini/contribuenti quando si tratta di dati prodotti dalla PA.

se da tutto questo puo' nascere un indotto economico senza ulteriori costi a carico della PA se non quelli marginali di distribuzione, evidentemente tanto meglio per tutti. dopo tutto, e' semplicemente un modo intelligente per "dare fiato" a costo zero alla libera iniziativa privata riutilizzando al meglio tutto quanto e' gia' stato prodotto in passato per altri scopi
di natura istituzionale.

vicevera pretendere di valutare i GeoOpenData piu' che altro nell'ottica di una buona occasione di business professionale evidentemente rappresenta una specie di inversione logica, ed in qualche modo tradisce e svilisce gli scopi
originali del movimento Open Data.

le eventuali ricadute business non sono certo il diavolo, anzi assolutamente ben vengano; ma sono in qualche modo un "sottoprodotto accessorio" del processo Open Data, non si puo' pretendere di farle diventare il motore primario e la
principale giustificazione.

ciao Sandro


[1] http://www.gfoss.it/drupal/opendata

--
Il messaggio e' stato analizzato alla ricerca di virus o
contenuti pericolosi da MailScanner, ed e'
risultato non infetto.

_______________________________________________
Gfoss@lists.gfoss.it
http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss
Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti.
I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni 
dell'Associazione GFOSS.it.
638 iscritti al 28.2.2013

Rispondere a