Pertini e Mazzini contro D'Annunzio e Bombacci

1) L'esortazione internazionalista della «Conferenza delle nazionalità soggette 
all’Austria-Ungheria» (1918)
– Sandro Pertini a favore della Jugoslavia (1980)
– Recensione al libro “Alternativa mazziniana” di Francesco Leoncini
2) Dalla "Reggenza del Carnaro" (1920) al progetto di monumento a D'Annunzio a 
Trieste (2019)
– Gabriele D'Annunzio contro la Jugoslavia (1920)
–  Lenin e la difesa dell'impresa di Fiume e del D'Annunzio "rivoluzionario": 
una clamorosa fake news (M.B...)
– Tre pugliesi issano la bandiera italiana sul castello di Trsat presso 
Fiume/Rijeka (2019)
– Il Sindaco di Fiume/Rijeka contro le celebrazioni dell'impresa dannunziana
– La Carta del Carnaro e la tutela del bilinguismo. Una grande farsa storica 
(M.B.)
– Incredibile ma vero. L'Abruzzo lancia gemellaggio con la Repubblica di 
Croazia per l'occupazione di Fiume (M.B.)


Vedi anche:

La nostra pagina dedicata: ITALIA-JUGOSLAVIA: POSIZIONI A CONFRONTO. 
L'atteggiamento opposto di Pertini e D'Annunzio
http://www.cnj.it/documentazione/amicinemici.htm 
<http://www.cnj.it/documentazione/amicinemici.htm>

GABRIELE D’ANNUNZIO: LA CARTA DEL CARNARO (1920)
http://www.dircost.unito.it/cs/pdf/19200000_Carnaro_DAnnunzio_ita.pdf 
<http://www.dircost.unito.it/cs/pdf/19200000_Carnaro_DAnnunzio_ita.pdf>

PROGLAS / MANIFESTO CONTRO IL NEOIRREDENTISMO
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/crj-mailinglist/conversations/messages/9066
 
<https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/crj-mailinglist/conversations/messages/9066>
FB: https://www.facebook.com/noadannunzioatrieste/ 
<https://www.facebook.com/noadannunzioatrieste/>
Per aderire: nodannunzioatrie...@virgilio.it 
<mailto:nodannunzioatrie...@virgilio.it>


=== 1: L'esortazione internazionalista della «Conferenza delle nazionalità 
soggette all’Austria-Ungheria» (1918) ===

Sandro Pertini a favore della Jugoslavia

Di seguito un estratto dalla Introduzione di Sandro Pertini a Il contributo 
italiano alla Resistenza in Jugoslavia, Atti del convegno di studi tenuto a 
Lucca il 21 giugno 1980 (Istituto Storico Provinciale Lucchese della 
Resistenza: Lucca, Maria Pacini Fazzi Editore, 1981. L'Introduzione di Pertini 
è disponibile anche in formato PDF: 
http://www.cnj.it/PARTIGIANI/pertini_lucca81.pdf 
<http://www.cnj.it/PARTIGIANI/pertini_lucca81.pdf> ):


Il Presidente della Repubblica Italiana


[...] Il contributo italiano, dunque, alla liberazione della Jugoslavia si 
colloca tra i maggiori che le Nazioni alleate e cobelligeranti fornirono a 
quelle forze partigiane e ripete un momento particolarmente significativo per 
l'amicizia e la collaborazione italo-jugoslava, quale fu la grande operazione 
combinata italo-serba all'inizio del 1916 che valse a preservare la forza 
militare serba nella lotta contro gli Imperi centrali.

Si è così avverato il profetico messaggio contenuto nella dichiarazione 
approvata a Roma nell'aprile 1918 dalla Conferenza delle nazionalità oppresse 
dalla Duplice Monarchia austroungarica, alla cui realizzazione tanta opera 
dette un indimenticabile e lungimirante uomo politico italiano, Leonida 
Bissolati. In quella dichiarazione i rappresentanti italiani e jugoslavi 
definirono quattro punti che oggi, a distanza di sessanta e più anni, possiamo 
ben definire profetici anche alla luce delle esperienze fatte:

" 1) i rappresentanti dei due popoli riconoscono che l'unità e l'indipendenza 
della nazione jugoslava sono interesse vitale dell'Italia, come il 
completamento dell'unità nazionale italiana è interesse vitale della nazione 
jugoslava;
2) affermano che la liberazione e la difesa del Mare Adriatico sono un 
interesse vitale dei due popoli;
3) si impegnano a risolvere amichevolmente le singole controversie territoriali 
sulla base dei principi di nazionalità e del diritto dei popoli a decidere 
della propria sorte;
4) ai nuclei di un popolo che dovessero essere inclusi nei confini dell'altro, 
sarà riconosciuto e garantito il diritto al rispetto della loro lingua, della 
loro cultura e dei loro interessi morali ed economici. "

L'avventura fascista aveva interrotto la fratellanza tra i due popoli che si 
era instaurata non soltanto negli anni duri della prima guerra mondiale, ma nel 
pieno del Risorgimento italiano, quando Giuseppe Mazzini nel 1857 pubblicò le 
sue "Lettere slave" e previde con estrema lucidità che il moto d'indipendenza 
degli Slavi del Sud sarebbe stato il più importante, dopo l'italiano, per 
l'Europa futura. "Il moto slavo" egli scriveva "dura lentamente continuo. 
Quando un'idea di libera patria, un'aspirazione nazionale si affaccia ad un 
popolo, nessuna forza può spegnerla o contenderle il più o meno lento sviluppo 
progressivo sino al trionfo. Le nazìonalità sono invincibili come la coscienza: 
potete sopirle per breve tempo, non cancellarle". [...]


Sandro Pertini

Palazzo del Quirinale, 10 novembre 1981

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https://www.eastjournal.net/archives/99008 
<https://www.eastjournal.net/archives/99008>

“Alternativa mazziniana” di Francesco Leoncini

Donatella Sasso, 18/7/2019

Francesco Leoncini
Alternativa mazziniana
Castelvecchi, Roma 2018
pp. 337, euro 35.00

In una stagione come quella attuale in cui, con particolare virulenza anche 
nell’area di Visegrád e nei Balcani, riprendono vigore i nazionalismi 
estremisti e il sovranismo si diffonde in tutta Europa come una malattia 
letale, la lettura di questo volume non può che offrire a tutto ciò una 
credibile alternativa, un’alternativa mazziniana, per l’appunto.


Francesco Leoncini, pur concentrandosi su un episodio chiave al termine della 
prima guerra mondiale, che, sebbene con le migliori intenzioni, non portò agli 
esiti auspicati, ripercorre la lunga tradizione di solidarietà internazionale 
verso i popoli slavi. Inaugurata da Giuseppe Mazzini, con la creazione della 
“Giovine Europa” nel 1834, fu rilanciata da personalità come il fondatore e 
presidente della Cecoslovacchia, Tomáš Garrigue Masaryk, e il politico croato 
Ante Trumbić, che si spese per la creazione del Regno dei Serbi, Croati e 
Sloveni. Mazzini aveva, infatti, anche prospettato l’ideale della “Grande 
Illiria”, una coalizione statale degli slavi del Sud, con cui l’Italia sarebbe 
stata chiamata a intrattenere rapporti di pacifica vicinanza, soprattutto per 
la definizione dei reciproci confini, diatriba che invece si protrarrà fin dopo 
la fine del secondo conflitto mondiale.

Nel solco di questa cultura di apertura, di risveglio di nazionalità, in 
un’ottica di solidarietà e sostegno e mai di prevaricazione, politici e 
diplomatici italiani come Gaetano Salvemini e Umberto Zanotti-Bianco si 
adoperarono per convocare tra l’8 e il 10 aprile 1918 nella capitale d’Italia 
la «Conferenza delle nazionalità soggette all’Austria-Ungheria». Al termine dei 
tre giorni di lavori fu sottoscritto di comune accordo il «Patto di Roma». La 
spinta contingente alla conferenza va individuata sia nella sconfitta di 
Caporetto sia nel ritiro della Russia dal conflitto, eventi che rafforzarono il 
timore di un consolidamento delle truppe nemiche al confine, con la possibilità 
non remota di un letale sfondamento. La conferenza, che intendeva aprire vie 
diplomatiche di sostegno ai popoli desiderosi di intraprendere la via 
dell’autonomia, accolse le delegazioni cecoslovacca, jugoslava, polacca e 
romena cui si affiancarono rappresentanti francesi, inglesi e statunitensi. A 
Francesco Ruffini, giurista e già ministro dell’Istruzione, sotto l’egida del 
primo ministro Vittorio Emanuele Orlando, fu affidata la presidenza. Nei sette 
punti del Patto di Roma furono sottoscritti alcuni elementi essenziali di 
politica internazionale: il diritto all’autodeterminazione dei popoli nel 
rispetto delle minoranze, cui furono garantiti i diritti al mantenimento delle 
proprie specificità linguistiche e culturali. Tutti i convenuti identificarono 
nella Monarchia Austro-Ungarica l’ostacolo maggiore alla loro piena 
indipendenza; alcuni articoli specifici riguardarono i rapporti tra l’Italia e 
la futura nazione dei serbi, croati e sloveni, soprattutto in rapporto al tema 
scottante della definizione dei confini.

A queste nobili dichiarazioni, che ebbero grande risonanza internazionale, 
seguì, però, un immediato tradimento da parte italiana, cui ne seguiranno 
altri. Durante la conferenza del Comitato interalleato del 3 giugno il ministro 
degli Esteri Sonnino sottoscrisse la dichiarazione con cui le potenze alleate 
approvarono la creazione dello Stato polacco, dimenticando di sostenere la 
Cecoslovacchia. Alle richieste di spiegazioni da parte del politico ceco Edvard 
Beneš, anche’egli futuro presidente, Orlando e Sonnino risposero che, 
nonostante il loro appoggio indiscusso, non avevano voluto sostenere, 
indirettamente, la nascita di uno stato degli slavi del sud, che, neanche 
troppo velatamente, consideravano inferiori e un po’ barbari e con i quali 
intendevano aprire uno scontro in nome delle proprie mire territoriali, 
garantite dalle clausole del patto di Londra.

La suggestiva concezione politica dell’alternativa mazziniana sul breve e sul 
lungo periodo risultò perdente, già nel 1919 l’impresa di Fiume del velleitario 
D’Annunzio, ma in nome del mito della “vittoria mutilata”, rappresentò un primo 
passo di questo duraturo tradimento. Eppure, anche se non vittoriosa, questa 
idea di Europa improntata alla fratellanza nella differenza, all’apertura dei 
confini e al reciproco sostegno, non sembra essere così longeva, né tantomeno 
superata, ma riluce di tutta la sua stringente attualità.


=== 2: Dalla "Reggenza del Carnaro" (1920) al progetto di monumento a 
D'Annunzio a Trieste (2019) ===

Gabriele D'Annunzio contro la Jugoslavia

<< Bisogna opporsi alla costituzione definitiva del S.H.S. (1); distruggere il 
mostro jugoslavo. Ho studiato da vicino il moto croato contro il predominio 
serbo e l'ho favorito come ho potuto, spesso impedito dalle più aspre angustie. 
Il destino del Regno jugoslavo è segnato. Non è formato secondo le leggi della 
vita statale. "Si dissolverà, perirà". Degli indizî mi fanno prevedere certa 
l'agonia e la morte di questo nostro avversario. Il quale, in ogni modo, per 
fatto storico ed etnico, "deve perire", anche se riesca temporaneamente ad 
interrompere e a rompere il cerchio che lo serra. >>
Messaggio inviato da Gabriele d'Annunzio l'8 maggio 1920 ad un'alta autorità 
militare italiana.
Citato in: La Jugoslavia ha reso i conti, Supplemento al XV Notiziario del 
Ministero della Guerra - Gabinetto Ufficio Propaganda (prot. N.503471/43.6.41), 
Roma 29 aprile 1941 (XIX) – si veda: 
http://www.cnj.it/documentazione/amicinemici.htm 
<http://www.cnj.it/documentazione/amicinemici.htm>

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http://xcolpevolex.blogspot.com/2019/07/lenin-e-la-difesa-dellimpresa-di-fiume.html
 
<http://xcolpevolex.blogspot.com/2019/07/lenin-e-la-difesa-dellimpresa-di-fiume.html>

Lenin e la difesa dell'impresa di Fiume e del D'Annunzio "rivoluzionario": una 
clamorosa fake news

2 luglio 2019

Potrebbe rientrare nei libro dei miti e leggende la storiella  di Lenin che 
difende D'Annunzio e l'occupazione della città di Fiume. Una delle poche fonti 
che si trovano è la Stampa del 30 dicembre 1920. Dove si può leggere, in un 
articolo che si intitola "Conversazioni di corridoio":  "il movimento 
dannunziano è perfettamente e profondamente rivoluzionario, perchè D'Annunzio è 
un rivoluzionario. Lo ha detto anche Lenin al Congresso di Mosca".  La fonte di 
questa notizia sarebbe Bombacci.  E la cosa incredibile è che il tutto sarebbe 
avvenuto nei corridoi di Montecitorio!
Bombacci, noto per essere stato tra i fondatori del PCI e per essere finito poi 
a testa in giù a piazzale Loreto, per il suo rapporto con il fascismo. 
Sicuramente non molto affidabile come personaggio.  Non è che questa di Lenin 
sia una clamorosa fake news? E comunque nella peggiore delle ipotesi, secondo 
le più consolidate interpretazioni Lenin non difese nè D'Annunzio nè l'impresa 
di Fiume, ma qualora sussistente, il suo giudizio su D'Annunzio, era ironico, e 
l'eventuale "difesa" dell'impresa di Fiume, solo una questione strategica. Le 
prove documentali, che non siano le voci di corridoio, di questa apertura di 
Lenin verso D'Annunzio, dove sono? Se è la sola parola di Bombacci, catturata 
poi in una conversazione di corridoio, allora, siamo messi proprio bene. Se la 
giocherà con D'Annunzio, ritenuto da tanti come il padre delle fake news?

mb [Marco Barone]
Ringrazio chi al Knulp di Trieste ha acceso il faro dell'attenzione su Bombacci 
invitando ad approfondire tale questione

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NUOVA "IMPRESA DI FIUME", UNO DEI PROTAGONISTI: "MI ASSUMO TUTTA LA 
RESPONSABILITÀ" (Nicolò Giraldi, 17 luglio 2019)
Nei mesi scorsi tre giovani di Locorotondo in provincia di Bari avevano issato 
la bandiera tricolore sul castello di Tersatto, alle spalle del capoluogo 
quarnerino. Il gesto, che presto aveva fatto il giro del web, aveva provocato 
diverse reazioni politiche in Italia e in Croazia...
https://www...triesteprima.it/cronaca/chi-ha-messo-bandiera-italiana-fiume-rijeka-trsat-...html
ITALIAN FLAG RAISED OVER TRSAT CASTLE IN RIJEKA (By Paul Bradbury, 27 June 2019)
Just months after European Parliament President Antonio Tajani caused uproar by 
referring to Italian Istria and Italian Dalmatia, an Italian flag is raised at 
Trsat Castle in Rijeka...
https://www.total-croatia-news.com/politics/36803-trsat
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=GSxoK9Vlywo 
<https://www.youtube.com/watch?v=GSxoK9Vlywo>

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https://www.facebook.com/noadannunzioatrieste/posts/890164088004093

Comunicato stampa:
Il Sindaco di Fiume/Rijeka contro le celebrazioni dell'impresa dannunziana

Come gruppo di Resistenza Storica di Trieste, Udine e Ronchi, si è provveduto 
ad inviare il manifesto contro la celebrazione di D'Annunzio e dell'occupazione 
della città di Fiume ad alcune realtà istituzionali, tra cui il Sindaco della 
Città di Fiume ( Rijeka). Un Manifesto che ad oggi ha raccolto l'adesione di 
oltre 200 firme dal personalità della cultura, dall'Italia, alla Slovenia, 
dalla Croazia, all'Austria. Nella lettera di accompagnamento al manifesto si 
chiedeva, nel nome della pace tra i popoli, nel rispetto delle comunità 
nazionali rispettive che vivono nelle proprie città, stante anche il noto 
antislavismo di D'Annunzio, di intervenire nelle misure ritenute più opportune 
perchè simili attività non abbiano legittimazione e riconoscimento da parte 
Vostra. E il Sindaco della Città di Fiume ha risposto con una argomentata 
motivazione di condanna dell'iniziativa, con il testo che ora segue:

***
Rijeka (Fiume), 11 luglio 2019

Gruppo di Resistenza Storica
Claudia Cernigoi
Alessandra Kersevan
Marco Barone

Gentili,
innanzitutto, vorrei accentuare il fatto che Gabriele D’Annunzio, con le sue 
truppe, occupò Fiume nel 1919. Egli stesso fu precursore del fascismo e 
l’ispirazione a Benito Mussolini, che a sua volta, molto volentieri accettò 
l’ideologia di Hitler e si aggiunse alle sanguinose missioni durante la seconda 
guerra mondiale, una delle guerre più sanguinose nella storia del mondo. 
Proprio per la colpa di D’Annunzio, Fiume provò tra i primi la mano letale del 
fascismo. Dunque, D’Annunzio non fu un poeta timido, come tanti lo vogliono 
presentare, ma un aggressore e un tiranno. Proprio per queste ragioni, se il 
monumento che si dovesse collocare a Trieste, è dedicato all’occupazione di 
Fiume, cioè se l’idea è glorificare questo evento, è una cosa assolutamente 
vergognosa ma anche pericolosa. Soprattutto se lo mettiamo nel contesto delle 
già note dichiarazioni pronunciate dagli alcuni esponenti politici italiani che 
pretendono la costa croata.
La costa croata e Fiume sono croate, difese e liberate dai partigiani nella 
seconda guerra mondiale, proprio come è stata liberata Trieste. I monumenti a 
D’Annunzio, i festeggiamenti e il populismo politico che cede alle passioni più 
abiette, non lo cambieranno.
Se esiste l’intenzione di erigere un monumento, allora il monumento deve essere 
eretto alle truppe partigiane che hanno liberato Trieste.
Devo dire che, le iniziative che festeggiano l’occupazione delle terre degli 
altri, sono in opposizione con la politica europea, che, come una delle proprie 
basi, ha l’antifascismo. Siccome si tratta di una situazione molto seria, nel 
caso si continui con le attività per la realizzazione di una di queste 
iniziative assolutamente inaccettabili, aspetto la reazione del governo croato.
Credo che la maggior parte degli Italiani non vede nessun bene nel celebrare 
l’occupazione di una città, che testimonia la vostra lettera nella quale 
esprimete la propria resistenza alla celebrazione dell’occupazione di Fiume e 
il manifesto al quale, il proprio appoggio, hanno dato decine e decine di 
personalità del mondo della cultura, intellettuali, storici...
Quindi, come il sindaco di Fiume, dò il mio pieno sostegno alla vostra 
iniziativa e vi autorizzo a rendere pubblica la mia dichiarazione. A parte 
questo, avviserò il Consolato croato a Trieste e il sindaco Dipiazza, poiché 
con Trieste coltiviamo i rapporti amichevoli. Colgo l’occasione a rilevare che 
Fiume, nell’ambito del programma della Capitale europea della cultura, quest’ 
autunno organizzerà una mostra con il titolo D'Annunzijeva Mučenica / 
L'Olocausta di d'Annunzio / D’Annunzio’s Martyr, nel Museo marittimo e storico 
del litorale croato, che come il tema avrà D’Annunzio, la sua sanguinosa 
occupazione della nostra città e i suoi crimini. La mostra affronterà il 
centesimo anniversario dell'occupazione della città di Fiume, “Città olocausta” 
o come lui la chiamava spesso “Olocausta”. Spero che alla fine prevale la 
ragione e che questa idea non sarà realizzata.

Cordiali saluti
VOJKO OBERSNEL

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https://xcolpevolex.blogspot.com/2019/07/la-carta-del-carnaro-e-la-tutela-del.html
 
<https://xcolpevolex.blogspot.com/2019/07/la-carta-del-carnaro-e-la-tutela-del.html>

La Carta del Carnaro e la tutela del bilinguismo. Una grande farsa storica

14 luglio 2019

Abbiamo già evidenziato una delle più grandi fake news che hanno caratterizzato 
probabilmente la marcia su Fiume che ha anticipato quella su Roma, guidata da 
colui che da molti è stato definito come il padre delle fake news a partire dal 
concetto inventato della "vittoria mutilata". Gabriele D'Annunzio. La fake news 
di Lenin che riconosceva il carattere rivoluzionario di D'Annunzio 
<http://xcolpevolex.blogspot.com/2019/07/lenin-e-la-difesa-dellimpresa-di-fiume.html>.
 Che aveva come fonte una voce di corridoio catturata da un giornalista, forse, 
per sentito dire da quel Bombacci che da comunista che era, finirà a testa in 
giù a piazzale Loreto insieme a Mussolini. Ed il tutto veniva riportato in un 
trafiletto della Stampa del 30 dicembre 1920. Sulla questione di Fiume si tende 
a guardare non la luna, ovvero il carattere eversivo, nazionalistico e 
militarista di quell'atto, ovvero annettere una città straniera all'Italia, ma 
il dito. Un dito che distrae, un dito fatto di follie e deliri, che non potrà 
mai cambiare il volto della luna. E il volto della luna di quel settembre del 
1919 fu pessimo. Come ha avuto modo di evidenziare anche il Sindaco di Fiume  
<http://xcolpevolex.blogspot.com/2019/07/il-sindaco-di-fiumerijeka-contro-le.html>in
 risposta alle celebrazioni in atto a Trieste per D'Annunzio e marcia di Fiume, 
denunciando il carattere tirannico del "duce divino" come si faceva chiamare 
D'Annunzio, denunciando la pericolosità oltre che la vergogna per siffatte 
celebrazioni che riguardano "l’occupazione delle terre degli altri". Uno dei 
tanti miti che si tirano in ballo per legittimare quanto accaduto a Fiume, è la 
Carta del Carnaro con alcuni suoi principi, come la fantomatica tutela del 
bilinguismo. Carta che non venne mai applicata, tra le altre cose. Nella stessa 
Carta si legge che: "Il ritmo romano, il ritmo fatale del compimento, deve 
ricondurre su le vie consolari l’altra stirpe inquieta che s’illude di poter 
cancellare le grandi vestigia e di poter falsare la grande storia. Nella terra 
di specie latina, nella terra smossa dal vomere latino, l’altra stirpe sarà 
foggiata o prima o poi dallo spirito creatore della latinità". Doveva 
realizzarsi la supremazia della cultura latina rispetto a quella slava ritenuta 
inquieta e destinata a soccombere, Dunque, anche se si prevedeva il 
riconoscimento delle lingue nelle scuole, pur rimarcandosi  
<http://www.dircost.unito.it/cs/pdf/19200000_Carnaro_DAnnunzio_ita.pdf>che in 
tutte le scuole di tutti i Comuni l’insegnamento della lingua italiana ha 
privilegio insigne, in verità, è una parvenza di tutela, una grande farsa 
storica. D'altronde hanno parlato i fatti, ed abbiamo visto come si è tutelato 
il bilinguismo in quelle terre da parte dei democratici occupatori. A colpi di 
olio di ricino, e con il considerare i croati e i popoli slavi nel complesso 
come "mandrie di porci", luride scimmie, "schiaveria bastarda". Questa era la 
luna e non il dito.

mb [Marco Barone]

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https://xcolpevolex.blogspot.com/2019/07/incredibile-ma-vero-labruzzo-lancia.html
 
<https://xcolpevolex.blogspot.com/2019/07/incredibile-ma-vero-labruzzo-lancia.html>

Incredibile ma vero. L'Abruzzo lancia gemellaggio con la Repubblica di Croazia 
per l'occupazione di Fiume

19 luglio 2019

Diciamolo pure, sul centenario dell'occupazione di Fiume sta succedendo di 
tutto. Gli opposti non solo si attraggono ma si fondono per dare luogo ad un 
qualcosa che neanche la mente letteraria più diabolica forse riuscirebbe a 
partorire. Dove hai fascisti che negano il carattere fascista della marcia di 
Fiume pur di riabilitarla, vendendosi l'anima all'anarchia, destri che 
diventano quasi comunisti ricordando, la fake news che Lenin  
<http://xcolpevolex.blogspot.com/2019/07/lenin-e-la-difesa-dellimpresa-di-fiume.html>riconobbe
 il carattere rivoluzionario di quella roba militarista, e comunisti e 
anarchici che ne denunciano invece e correttamente il carattere nazionalista, 
eversivo e militarista e fascista. Ma il paradosso lo si raggiunge in Abruzzo. 
Cioè si celebra l'occupazione di una città straniera, Fiume, avvenuta con un 
atto eversivo, antislavo, che anticipò i processi di italianizzazione forzata, 
e cosa di propone? Il gemellaggio con la Repubblica di Croazia.  Non è uno 
scherzo. Con la Legge 16 luglio n° 20 del 2019 
<http://www2...consiglio.regione.abruzzo.it/leggi_tv/testi_vigenti/insieme.asp?anno=2019&numero=20&lr=L.R.%2016%20luglio%202019,%20n.%2020&passo=http://www.consiglio.regione.abruzzo.it/leggi_tv/abruzzo_lr/2019/lr19020.htm>
 la Regione Abruzzo, in attuazione dell'articolo 8 dello Statuto regionale 
<http://www2.consiglio.regione.abruzzo.it/affassweb/leggi%20regionali%20html/Statuto/Art_8.asp>,
 "intende valorizzare l'apporto di un illustre abruzzese quale Gabriele 
D'Annunzio all'evoluzione storica, sociale e culturale della Repubblica in 
occasione dell'impresa di Fiume del 12 settembre 1919". All'articolo 2 si 
legge: "Per le finalita' di cui all'articolo 1, la Regione organizza un evento 
celebrativo da tenere nel mese di settembre 2019 nella citta' di Pescara e nei 
luoghi dannunziani delle quattro province in occasione del centenario 
dell'impresa di Fiume guidata dal poeta abruzzese Gabriele D'Annunzio.  Per le 
medesime finalita', la Regione favorisce iniziative di gemellaggio con la 
Repubblica di Croazia."  Ovviamente si stanziano un bel pò di soldini pubblici 
per questa celebrazione. Una vera inezia rispetto a quello che succede dalle 
parti di Trieste, ma pur di cifre importanti si parla, 150mila euro per la 
"Celebrazione del centenario di D'Annunzio e la citta' di Fiume".
Forse agli abruzzesi è sfuggito che nel 2017 l'Ambasciata della Repubblica di 
Croazia ha preso una posizione netta di contrarietà a queste celebrazioni 
<http://www.ilfriuli.it/articolo/politica/l-quote-ambasciata-croata-risponde-al-blogger-ronchese-su-d-quote-annunzio/3/171070>.
 Oppure forse è sfuggita la durissima presa di posizione del Sindaco della 
città di Fiume sulle celebrazioni in atto a Trieste sull'occupazione di Fiume, 
reputando D'Annunzio come un "tiranno" 
<https://www.triesteprima.it/cronaca/vojko-obersnel-contro-dannunzio-fiume-trieste-.html>.

mb [Marco Barone]


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