Altre segnalazioni su Giorno del Ricordo e Confine Orientale

1) Trieste 10/2: MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA 
2) 73 anni fa, il 10 febbraio 1947, fu sottoscritto il TRATTATO DI PACE
3) Col dovuto rispetto, Signor Presidente... (C. Cernigoi) / MATTARELLA: "FOIBE 
SCIAGURA NAZIONALE. NO A NEGAZIONISMO"
4) Chi commemora questa Repubblica? Il caso di GINO BURICCHI (Claudia Cernigoi) 
5) GRAZIE ITALIA (Jure Eler)


Altri link:

RACCONTIAMOLA TUTTA, LA STORIA (DELLA “FOIBA FOUS DI BALANCETA”) (di ANPI 
Spilimberghese - 4 Febbraio 2020)
.... In fosse senza nome furono lasciati i nemici di allora, ma in fosse senza 
nome furono lasciati dai loro compagni anche i partigiani morti. In guerra non 
c’è tempo per i morti, manca anche quello per i vivi. Le onoranze funebri 
spettano al poi...
http://www.storiastoriepn.it/raccontiamola-tutta-la-storia-della-foiba-fous-di-balanceta/

A seguito della pubblicazione di una nuova edizione del "VADEMECUM SU FOIBE ED 
ESODO" pubblicato dall’Istituto Regionale per la Storia del movimento di 
Liberazione del Friuli-Venezia Giulia: 
http://www.irsrecfvg.eu/didattica/218/Vademecum-per-il-Giorno-del-Ricordo-Seconda-edizione-2020
VADEMECUM DELL’ISTITUTO PER LA STORIA DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE PER IL 
GIORNO DEL RICORDO, UN COMMENTO (di Marco Puppini - 2 Febbraio 2020)
.... alcune perplessità sono state chiarite. Altre invece sono rimaste. Espongo 
qui solo alcuni punti su cui sono in disaccordo o non riesco a comprendere...
Parto subito dalla mia contrarietà alla presenza anche nell’edizione aggiornata 
di una voce dedicata ai cosiddetti “negazionisti” (delle foibe e dell’esodo), 
cui vanno aggiunti “riduzionisti” e “giustificazionisti”, sebbene gli autori 
integrino questa voce con alcune considerazioni a mio parere doverose che 
andavano fatte prima. Sono aggettivi coniati in passato per quanto riguarda 
foibe ed esodo da uno degli autori del Vademecum (R. Pupo e R. Spazzali ...) 
L’uso dello stesso aggettivo che viene usato per definire chi nega la Shoah  è 
senz’altro offensivo, anche perché gli stessi autori annotano giustamente come 
non vi siano stati in regione durante la guerra fenomeni di genocidio... era 
forse meglio che gli autori avessero evitato di proporre categorie dai 
connotati negativi (in cui altri poi hanno tentato di infilare lo stesso 
Istituto) riaffermando invece la libertà di ricerca fuori da pressioni e 
intromissioni politiche come requisito ineliminabile della democrazia, valido 
per tutte le parti in causa...  
Venendo al tema degli infoibamenti, o meglio delle deportazioni jugoslave, il 
Vademecum chiarisce giustamente che la maggior parte delle vittime del maggio 
1945 morirono nei campi di prigionia jugoslavi generalmente tra la metà del 
1945 e la fine del 1947, e solo qualche centinaio finì nelle foibe. “In primo 
luogo – scrivono a p.39 – va precisato che l’infoibamento non era una modalità 
di uccisione, ma di occultamento delle salme, legato in genere alla difficoltà 
nello scavo di fosse comuni. Risultano pochissimi casi in cui nell’abisso 
furono gettate persone ancora vive, specie per errori nella fucilazione. In 
secondo luogo, non tutte le vittime delle stragi conclusero la loro vita nelle 
foibe. Molti, forse la maggior parte, trovarono la morte in prigionia”. L’uso 
improprio del termine infoibato crea però nell’immaginario la visione di un 
Carso insanguinato dove in pochi giorni vengono fatte sparire migliaia di 
persone...
http://www.storiastoriepn.it/vademecum-dellistituto-per-la-storia-del-movimento-di-liberazione-per-il-giorno-del-ricordo-un-commento/

CIAMPINO, RIVOLTA CONTRO IL COMUNE DI CENTRO-DESTRA CHE AFFIDA ALLO SCRITTORE 
NOSTALGICO DEL FASCISMO IL RICORDO DELLE FOIBE (di Marino Bisso, 3 febbraio 
2020)
Pietro Cappellari, cultore del Ventennio, che non sdegna di farsi ritrarre in 
foto sotto il simbolo di CasaPound o davanti a un carro armato nazista, il 10 
febbraio presiederà la ricorrenza dedicata alle stragi della popolazione 
Giuliana Dalmata...
https://roma.repubblica.it/cronaca/2020/02/03/news/ciampino_rivolta_contro_il_comune_di_centro-destra_che_affida_allo_scrittore_revisionista_nostalgico_del_fascismo_la_cele-247514747/
Ciampino, la cerimonia delle foibe affidata allo scrittore negazionista finisce 
in Parlamento: "Va revocata" (di Marino Bisso, 5 febbraio 2020)
.... e intanto sindaca (Fratelli d'Italia) e vicesindaco ( Lega) vengono 
fotografati sorridenti accanto a una torta di compleanno con il motto fascista: 
"Molti nemici molto onore". Ed è polemica sui social...
https://roma.repubblica.it/cronaca/2020/02/05/news/ciampino_la_cerimonia_delle_foibe_affidata_allo_scrittore_negazionista_finisce_in_parlamento_va_revocata_-247698038/
Ciampino, spuntano le foto in camicia nera e saluto fascista dello scrittore 
ingaggiato per ricordare le foibe (di Marino Bisso, 6 febbraio 2020)
Nessun ripensamento della giunta di centro-destra guidata dalla sindaca 
Ballico. Cresce la mobilitazione antifascista:"Sabato saremo in piazza ma anche 
lunedì se non sarà ritirato l'invito allo studioso revisionista"
https://roma.repubblica.it/cronaca/2020/02/06/news/ciampino_spuntanto_le_foto_in_camicia_nera_e_saluto_fascista_dello_scrittore_ingaggiato_per_ricordare_le_foibe-247844709/


=== 1 ===

Trieste, lunedì 10 febbraio 2020
dalle ore 18 in piazza della Borsa

MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA 

Da quando è stata istituita la Legge sul Giorno del Ricordo, si è andata ad 
istituzionalizzare una pericolosa verità di stato sulle vicende del confine 
orientale letteralmente di parte. Le conseguenze le abbiamo viste con opere 
come Il cuore nel pozzo o Red land dove i partigiani vengono percepiti peggio 
dei nazisti. Dove c'è un riscatto di chi uscirà sconfitto dalla storia e dalla 
guerra, i nazifascisti, rispetto ai vincitori, i partigiani. Si è assistito ad 
una scandalosa equiparazione tra giorno della memoria e giorno del ricordo, 
tanto che addirittura è stato detto che chi critica quanto accade in questa 
giornata è come se si negasse il 27 gennaio l'Olocausto. Ma a questa narrazione 
faziosa non ci stiamo. Una narrazione della storia che strumentalizza drammi 
certamente vissuti, fenomeni come l'esodo,mescolando vicende delle foibe di 
diversi periodi temporali con quelle dell'esodo,con il chiaro fine di affermare 
un concetto nazionalista della storia. Manca solo il ritorneremo. Ma di questo 
passo sarà questione solo di tempo. Questa è politica,non è storia, non è 
ricordo.. Dopo 15 anni antifasciste/i hanno deciso di scendere in piazza a 
Trieste per denunciare i disastri compiuti in questa giornata in un contesto 
che sta peggiorando in modo clamoroso. Basta vedere le proposte di legge su 
negazionismo,ecc. Si ricorderà che in queste giornate sotto il mantello dei 
'martiri delle foibe' hanno anche riabilitato fascisti e collaborazionisti. I 
nomi e cognomi sono noti. E alcuni di questi verranno ricordati in piazza della 
Borsa luogo simbolico del nazionalismo italiano vista la presenza della 
orripilante statua di D'Annunzio,antislavo, 
guerrafondaio,militarista,nazionalista della prima ora. Dove si svolgerà un 
presidio antifascista il 10 febbraio dalle 18 per rompere quel tabù che vuole 
che a Trieste quel giorno ci si debba chinare al revisionismo storico 
nazionalista di stato.

Antifasciste e antifascisti

LOCANDINA: http://www.cnj.it/home/images/INIZIATIVE/trst100220.jpg
PDF: http://www.cnj.it/home/images/INIZIATIVE/trieste100220.pdf

VITTIME O CARNEFICI?

 
Tra le persone che vengono considerate “infoibate” perché arrestate dalla 
autorità jugoslave alla fine del conflitto, oppure vittime di vendette 
personali, vi sono 67 agenti dell’Ispettorato Speciale di PS (la famigerata 
Banda Collotti), con l’accusa di rastrellamenti, arresti arbitrari, esecuzioni 
sommarie, torture e violenze varie. Di essi citiamo i (denunciati da più 
vittime) torturatori Mario Fabian, Francesco Giuffrida, Alessio Mignacca e 
Domenico Sica (questi ultimi due picchiarono una donna facendola abortire); 
Mario Suppani, responsabile dell’arresto (e della successiva esecuzione 
capitale) dell’anziano militante del Partito d’Azione Mario Maovaz, e di altri 
esponenti del CLN giuliano, tra cui il democristiano Paolo Reti, ucciso in 
Risiera.

Aggiungiamo il capo degli agenti di custodia Ernesto Mari, infoibato da 
criminali infiltrati nella Guardia del Popolo, che firmò l’entrata nel carcere 
e poi la scarcerazione per essere consegnati alle SS di diversi cittadini 
israeliti, tra cui alcuni bambini di pochi anni, senza i genitori ed anziani, 
tutti assassinati ad Auschwitz e fece internare per insubordinazione nei lager 
propri sottoposti, alcuni dei quali non rientrarono dalla deportazione. A Mari 
è stato anche intitolato il carcere del Coroneo.

Troviamo poi quattro componenti del Gruppo Baldo che lavorava agli ordini delle 
SS: l’ex carabiniere Giovanni Burzachechi, Ermanno Callegaris, Alfredo Germani 
e Remo Lombroni; furono i responsabili della cattura dei quattro componenti la 
missione alleata del capitano Valentino Molina, uccisi in Risiera.

Infine citiamo l’ultimo prefetto di Zara italiana, Vincenzo Serrentino 
(fondatore del Fascio in Dalmazia, squadrista, ufficiale della Milizia e nel 
Direttorio del PFR) che aveva anche svolto il ruolo di giudice a latere 
(assieme a Pietro Caruso, che fu poi fucilato a Roma alla fine della guerra) 
del Tribunale Straordinario per la Dalmazia (presieduto dal generale Gherardo 
Magaldi), che si spostava in volo da Roma per emanare condanne a morte ad 
antifascisti. Denunciato come criminale di guerra alle Nazioni unite, si era 
rifugiato a Trieste, dove fu arrestato l’8/5/45, sottoposto a processo e 
fucilato a Sebenico un paio di anni dopo.

ALTRO CHE VITTIME QUESTI FURONO CARNEFICI!



=== 2 ===

Fonte: pagina FB "Dieci Febbraio", 10.2.2020
https://www.facebook.com/diecifebbraio1947/posts/2518090298465753

73 anni fa, il 10 febbraio 1947, fu sottoscritto il Trattato di Pace 
con cui l’Italia regolò i suoi conti e concluse le vertenze aperte con la 
Seconda Guerra Mondiale, specialmente riguardo alla Jugoslavia ed ai confini 
orientali. In quanto tale, ogni anno il 10 Febbraio dovrebbe essere un 
anniversario di festa; viceversa, lo Stato italiano lo ha reso per legge una 
data per tutte le recriminazioni.
Oggi le "piccole sacche di deprecabile negazionismo militante" come le ha 
definite ieri il Presidente Mattarella sono costrette a ricordare chi fu a 
compiere "crimini contro l'umanità" (come ha riportato la Commissione delle 
Nazioni Unite il 5 dicembre 1946) in quelle zone e altrove in Europa e Africa e 
a coprire i responsabili di tali misfatti. 

Trattato di Pace 
http://www.diecifebbraio.info/2012/01/trattato-di-pace-con-litalia-10-febbraio-1947-3/

Domande frequenti sul Giorno del ricordo e dintorni
http://www.diecifebbraio.info/le-nostre-f-a-q-domande-frequenti/

Il libro ritrovato di Michael Palumbo sui crimini italiani
http://www.diecifebbraio.info/2020/02/da-fascist-legacy-a-lolocausto-rimosso-il-libro-ritrovato-di-michael-palumbo/

Storia e memoria al confine orientale di Claudia Cernigoi
http://www.diecifebbraio.info/2019/04/storia-e-memoria-al-confine-orientale/


=== 3 ===

Fonte: pagina FB di Claudia Cernigoi, 9.2.2020
https://www.facebook.com/story.php?story_fbid=496356891080990&id=154067661976583

COL DOVUTO RISPETTO, SIGNOR PRESIDENTE...

.... la buona regola di informarsi su ciò di cui si intende parlare prima di 
fare un intervento pubblico vale per tutti, anche per i capi di stato..
Finché si continuerà a propalare un'errata ricostruzione storica, non basata 
sui fatti ma su interpretazioni di propaganda politica, quelle che lei liquida 
in maniera decisamente poco urbana (con un linguaggio che più che ad un 
presidente della repubblica ci sembra adatto ad un blog di polemisti politici) 
come "piccole sacche di negazionismo militante", continueranno ad operare per 
fare informazione, per smentire le bufale create ad arte già decine di anni fa 
dai propagandisti nostalgici del fascio e dell'impero e che oggi sono state 
purtroppo assimilate anche da ambienti che ritenevano immuni dal virus del 
nazionalismo anticomunista. 

(nei fatti, solo una minuscola precisazione: non fu pulizia etnica, non esiste 
alcuno storico serio che avalli una interpretazione del genere).

https://www.rainews.it/tgr/fvg/articoli/2020/02/fvg-giorno-del-ricordo-messaggio-sergio-mattarella-foibe-e45629ea-822d-4c05-97bb-3a1edbdeb10d.html

"Foibe sciagura nazionale. No a negazionismo"

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio sottolinea 
la valenza del Giorno del Ricordo e la prospettiva europea comune costruita con 
Slovenia e Croazia

9.2.2020 – "Una sciagura nazionale alla quale i contemporanei non attribuirono 
- per superficialità o per calcolo - il dovuto rilievo". Cosi' il presidente 
della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del giorno del ricordo in 
memoria delle vittime delle foibe. "Esistono ancora piccole sacche di 
deprecabile negazionismo militante",  sottolinea il capo dello Stato secondo il 
quale "oggi il vero avversario da battere, più forte e più insidioso, e' quello 
dell'indifferenza, del disinteresse, della noncuranza, che si nutrono spesso 
della mancata  conoscenza della storia e dei suoi eventi".

"Il "Giorno del ricordo", istituito con larghissima maggioranza dal Parlamento 
nel 2004, contribuisce - si legge in una dichiarazione di Mattarella - a farci 
rivivere una pagina tragica della nostra storia recente, per molti anni 
ignorata, rimossa o addirittura negata: le terribili sofferenze che gli 
italiani d'Istria, Dalmazia e Venezia Giulia furono costretti a subire sotto 
l'occupazione dei comunisti jugoslavi. Queste terre, con i loro abitanti, alla 
fine della seconda guerra mondiale -ricorda il Presidente della Repubblica- 
conobbero la triste e dura sorte di passare, senza interruzioni, dalla 
dittatura del nazifascismo a quella del comunismo.

Quest'ultima scatenò, in quelle regioni di confine, una persecuzione contro gli 
italiani, mascherata talvolta da rappresaglia per le angherie fasciste, ma che 
si risolse in vera e propria pulizia etnica -sottolinea Mattarella- che colpi' 
in modo feroce e generalizzato una popolazione inerme e incolpevole. La 
persecuzione, gli eccidi efferati di massa - culminati, ma non esauriti, nella 
cupa tragedia delle foibe - l'esodo forzato degli italiani dell'Istria, della 
Venezia Giulia e della Dalmazia fanno parte a pieno titolo della storia del 
nostro Paese e dell'Europa". "Si trattò di una sciagura nazionale - si legge 
ancora nella nota del capo dello Stato - alla quale i contemporanei non 
attribuirono - per superficialità o per calcolo - il dovuto rilievo.  Questa 
penosa circostanza peso' ancor più sulle spalle dei profughi che conobbero 
nella loro madrepatria, accanto a grandi solidarietà, anche comportamenti non 
isolati di incomprensione, indifferenza e persino di odiosa ostilità.

Si deve soprattutto alla lotta strenua degli esuli e dei loro discendenti 
-prosegue Mattarella- se oggi, sia pure con lentezza e fatica, il triste 
capitolo delle foibe e dell'esodo e' uscito dal cono d'ombra ed e' entrato a 
far parte della storia nazionale, accettata e condivisa. Conquistando, 
doverosamente, la dignità della memoria. Esistono ancora piccole sacche di 
deprecabile negazionismo militante. Ma oggi il vero avversario da battere, più 
forte e più insidioso, e' quello dell'indifferenza, del disinteresse, della 
noncuranza, che si nutrono spesso della mancata conoscenza della storia e dei 
suoi eventi. Questi ci insegnano che l'odio la vendetta, la discriminazione, a 
qualunque titolo esercitati, germinano solo altro odio e violenza. Alle vittime 
di quella persecuzione, ai profughi, ai loro discendenti -scrive il Presidente- 
rivolgo un pensiero commosso e partecipe. La loro angoscia e le loro sofferenze 
non dovranno essere mai dimenticate. Esse restano un monito perenne contro le 
ideologie e i regimi totalitari che, in nome della superiorità dello Stato, del 
partito o di un presunto e malinteso ideale, opprimono i cittadini, schiacciano 
le minoranze e negano i diritti fondamentali della  persona. E ci rafforzano 
nei nostri propositi di difendere e rafforzare gli istituti della democrazia e 
di promuovere la pace e la collaborazione internazionale, che si fondano sul 
dialogo tra gli stati e l'amicizia tra i popoli.

In quelle stesse zone che furono, nella prima metà del Novecento, teatro di 
guerre e di fosche tragedie -conclude Sergio Mattarella- oggi condividiamo, con 
i nostri vicini di Slovenia e Croazia, pace, amicizia e collaborazione, con il 
futuro in comune in Europa e nella comunità internazionale".


=== 4 ===

https://www.facebook.com/notes/claudia-cernigoi/chi-commemora-questa-repubblica-il-caso-di-gino-buricchi/491396434910369/?__tn__=H-R

CHI COMMEMORA QUESTA REPUBBLICA? IL CASO DI GINO BURICCHI

Di Claudia CERNIGOI 
venerdì 31 gennaio 2020

L’ONORIFICENZA AI CONGIUNTI DEGLI “INFOIBATI”
La legge istitutiva del Giorno del Ricordo (n. 92 del 2004) prevede anche il 
conferimento di una onorificenza (targa con la scritta “la Repubblica italiana 
ricorda”) a «coloro che, dall'8 settembre 1943 al 10 febbraio 1947 in Istria, 
in Dalmazia o nelle province dell'attuale confine orientale, sono stati 
soppressi e infoibati (…) sono assimilati, a tutti gli effetti, gli scomparsi e 
quanti, nello stesso periodo e nelle stesse zone, sono stati soppressi mediante 
annegamento, fucilazione, massacro, attentato, in qualsiasi modo perpetrati». 
Lo stesso articolo precisa però, successivamente, che non possono essere 
insigniti coloro che perirono in quelle circostanze mentre «facevano 
volontariamente parte di formazioni non a servizio dell'Italia» e «per le quali 
sia accertato, con sentenza, il compimento di delitti efferati contro la 
persona».
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 la “Venezia Giulia” (le allora province 
di Trieste che Udine, Gorizia e Pola), la provincia del Carnaro con Fiume 
capoluogo e la “provincia italiana di Lubiana” (che era stata costituita dopo 
l’invasione della Jugoslavia nell’aprile 1941) furono annesse al Reich con la 
denominazione di Operations Zone Adriatisches Küstenland (Zona di occupazione 
litorale adriatico, costituita in base ad un’Ordinanza firmata da Hitler in 
persona in data 10/9/43), territorio che fu di fatto staccato dall’Italia e 
sottoposto ad amministrazione militare germanica, con a capo il Supremo 
commissario Friedrich Rainer, già Gauleiter (governatore) della Carinzia. Di 
conseguenza le forze armate che operavano nella zona (compreso il Corpo della 
Pubblica Sicurezza che all’epoca era corpo militare) erano soggette a Berlino e 
non a Salò; di fatto non facevano più parte delle Forze armate italiane. Va 
aggiunto che in tutte le formazioni naziste, fasciste e collaborazioniste si 
entrava solo ed esclusivamente su base volontaria, in quanto il Supremo 
Commissario dell’OZAK aveva, tra le altre cose, proibito alla autorità della 
RSI di effettuare il richiamo obbligatorio di giovani di leva nelle sue 
formazioni armate, decretando invece la scelta, al momento del richiamo da 
parte della autorità tedesche, tra l’arruolamento come lavoratori 
nell’Organizzazione Todt oppure l’entrata – volontaria – in una qualsiasi delle 
formazioni tedesche o al servizio dei nazisti (pertanto chi faceva parte di una 
formazione passata agli ordini del Reich e vi rimaneva in servizio, lo faceva 
su base VOLONTARIA).
Tra i “riconoscimenti” attribuiti a parenti di “infoibati” troviamo anche 
quello per BURICCHI Gino, funzionario della Questura di Fiume, conferito alla 
figlia Anna nel 2007 dal Quirinale. Il sito sui caduti della PS 
(https://www.cadutipoliziadistato.it/caduti/buricchi-gino/) segnala che era 
stato l’autista del Questore Giovanni Palatucci «arrestato dai nazisti per 
avere aiutato la fuga di migliaia di ebrei e di profughi» (omettendo però di 
specificare che sulla probità di Palatucci sono stati sollevati diversi dubbi, 
come il fatto che avrebbe aiutato la fuga solo di chi poteva pagare, e che 
comunque aveva operato rastrellamenti contro la popolazione civile, in quanto 
reggente la Questura di Fiume al servizio del Reich), quasi a voler 
sottintendere che come Palatucci era stato arrestato dai nazisti, il suo 
autista invece era stato arrestato dai comunisti, una sorta di equiparazione 
bypartisan.
Buricchi sarebbe stato, secondo la testimonianza della figlia Anna (resa in 
sede di processo contro Oskar Piškulić, Registro Generale 14/00, Corte d’Assise 
di Roma, seduta del 31/10/00,), inviato nel 1936 a Fiume per reggere il 
Commissariato di Volosca, vi sarebbe rimasto fino al 1941 (aggressione 
italo-germanica della Jugoslavia e conseguente istituzione ed annessione della 
cosiddetta “provincia italiana di Lubiana) perché rientrato a Brescia, per 
riprendere successivamente servizio a Sussak (la teste non specifica in quale 
periodo) e dopo l’armistizio dell’8/9/43 avrebbe ripreso servizio presso la 
Questura di Fiume.
Sarebbe stato fucilato a seguito di una sentenza del Tribunale militare 
dell’11° Korpus jugoslavo il 15/6/45, presumibilmente a Fiume (tale circostanza 
sarebbe stata comunicata alla famiglia dalla Legazione d’Italia a Belgrado con 
telegramma 1205/575 dd 28/4/50, il documento è conservato agli atti del 
processo Piškulić) e le accuse, sempre da testimonianza citata sarebbero state 
«rastrellamenti, incendio di villaggi».
Considerando che il funzionario della Questura di Fiume Buricchi Gino, 
prestando servizio per la PS agli ordini del Reich (“volontariamente”), ed 
essendo inoltre stato condannato (da testimonianza sotto giuramento della 
figlia) per “rastrellamenti ed incendio di villaggi”, con sentenza passata in 
giudicato, riteniamo che non avrebbe neppure dovuto ricevere l’onorificenza in 
questione. Dato che non è l’unico caso di onorificenza assegnata a 
collaborazionisti indiscussi, ci chiediamo quale sia la competenza storica 
della Commissione preposta a valutare tali attribuzioni. Ma non solo: 
ricordiamo anche che l’onorificenza non viene assegnata all’ “infoibato”, ma ai 
suoi parenti: pertanto è accaduto che per una persona siano state attribuite 
anche 5 diplomi come quello che abbiamo postato in copertina, uno per ogni 
parente (fino al sesto grado) che ne abbia fatto richiesta (nel caso di 
Buricchi sembra che dopo il conferimento alla figlia, anche un nipote abbia 
chiesto l’onorificenza, che dovrebbe essergli assegnata quest’anno a Brescia). 
Altro punto “critico” di queste onorificenze è il fatto che non ne esiste un 
elenco pubblico da consultare, per cui non sono noti i nomi di coloro che sono 
stati “ricordati”, e solo a prezzo di ricerche piuttosto complicate in rete 
(comunicati delle varie Prefetture, articoli di stampa e simili) si è riusciti 
a compilare un elenco (parziale) di questi “premiati”. Va anche aggiunto che in 
alcuni casi sono stati gli stessi parenti a chiedere che non venisse reso noto 
il nome del loro congiunto, né il loro, in nome della privacy (! sarebbe come 
se si chiedesse che al nonno venisse intitolata una via e che però la targa 
rimanesse coperta a nasconderne il nome). Cosa strana, che stona con il senso 
di orgoglio che i parenti degli “infoibati” ostentano di solito. L’elenco, 
curato dallo storico Sandi Volk è reperibile qui: 
http://www.diecifebbraio.info/wp-content/uploads/2019/11/premiati-2019-381.pdf. 
E’ degno di nota che, nonostante la propaganda continui a parlare di “migliaia 
di infoibati”, i nomi rintracciati non arrivano a 400, e comprendono, ad 
esempio, anche alcuni dei morti nell’esplosione di Vergarolla del 18/8/46, 
tragedia per la quale non sono mai state chiarite le responsabilità e potrebbe 
anche trattarsi di un incidente e non di un attentato contro gli italiani.


=== 5 ===

GRAZIE ITALIA

Dal libro di Stefano Bartolini "Fascismo antislavo - Il tentativo di “bonifica 
etnica” al confine nord orientale" edito a cura dell'Istituto Storico della 
Resistenza e della Società contemporanea nella Provincia di Pistoia - 2006 
(completo di note documentate in calce, e scaricabile in rete): 

" Scriveva nel 1912 Timeus:
«Abbiamo noi il diritto di sottomettere al nostro stato due o trecentomila 
slavi? L’irredentismo antico che partiva dal principio dell’indipendenza 
nazionale per tutti poteva esser imbarazzato. Noi no. Noi non partiamo da alcun 
principio universale, noi vogliamo la grandezza e la sicurezza dell’Italia. Se 
gli Slavi ci pigliano di mezzo, peggio per loro. E’ la sorte dei vinti: anche 
noi la soffrimmo. E se pensiamo al concetto del progresso umano, possiamo 
credere noi che gli Slavi possano portare la fiaccola della civiltà più in alto 
che noi, popolo antico e sempre nuovo, nazione di glorie e di speranze 
risorgenti sempre? E poi quando si tratta di vita o di morte, per una fisima di 
nazioni giovani e di nazioni vecchie, fisima che i fatti d’oggi smentiscono, 
dobbiamo forse incrociar le braccia e lasciarci gettar nel mare? Per l’avvenire 
la via è chiaramente tracciata. Da noi continuar senza tregua e senza quartiere 
la difesa contro gli avversari nazionali». 
L’esistenza degli slavi, o meglio di un “problema slavo”, non veniva ancora 
negata [come sarà fatto in seguito e fino ad oggi - l'Italianissima Trieste et 
similia -  negando una cospicua presenza storica slava nei territori della 
pretesa ''Venetia Julia'', o ''Slavia Veneta'' - nota di Jure], ma al contrario 
la si sbandierava per sensibilizzare l’opinione pubblica italiana, e la si 
risolveva nei termini di uno scontro di razze. Scontro inevitabile. 
In Timeus gli elementi razzisti sono evidenti, la sua rivendicazione di poter 
portare la civiltà più in alto è una rivendicazione di superiorità, di un 
primato, nei confronti dei «bifolchi croati». Confina gli slavi ai gradini più 
bassi della scala sociale, altro elemento importante nelle tipologie razziste 
dove l’inferiorità si associa alla posizione sociale ed alligna nelle classi 
più povere. Gli slavi sono «i non abbienti, i non qualificati» «relativamente 
poveri e poco evoluti»  «contadini tardigradi, politicamente miopi, 
profondamente clericali». Gli italiani devono continuare nella battaglia 
combattuta fino ad allora, «la nostra gente che ha l’istinto della politica 
nazionale ha combattuto ed ha odiato fino a ieri gli slavi» mossa dal «naturale 
disprezzo che noi abbiamo per gli slavi», lo scontro era «una fatalità che non 
può avere il suo compimento se non nella sparizione completa di una delle due 
razze che si combattono». "

Al triestino Ruggero Timeus è dedicata una delle vie principali del centro di 
Trieste. 
Altro che Almirante... 
Poi ce ne sono altri, di campioni, nella toponomastica triestina, come 
D'Alviano, o Oberdank, e tanti altri ancora: l'imbarazzo della scelta. 
Grazie, Italia. 

Jure Eler 



Rispondere a