I RICERCATORI PRECARI INTERROMPONO LA MARATONA DI TELETHON Nella serata di venerdi 17 dicembre, un gruppo di ricercatori precari e di studenti ha interrotto la maratona Telethon, trasmessa da Rai Uno. I ricercatori hanno aperto uno striscione che recava scritto "Ricerca: investimenti pubblici, meno elemosina" e hanno un fatto un breve intervento (v. il testo sotto), ricordando che mentre Telethon chiede ai cittadini di fare beneficenza per la ricerca scientifica, il governo Berlusconi taglia i finanziamenti alla ricerca e blocca l'assunzione di nuovi ricercatori. Addirittura, questo governo manca ad impegni assunti di fronte alla comunità internazionale, e rifiuta di versare il proprio contributo al fondo mondiale per la lotta all'AIDS, deciso a Genova nel vertice del G8 del 2001. I denari necessari a sostenere la guerra preventiva, invece, sono sempre disponibili.
I ricercatori sono stati costretti a "prendersi" questo spazio televisivo, in quanto ogni altra occasione ufficiale di dialogo con le istituzioni e l'opinione pubblica è loro negata. Si impedisce così di parlare delle condizioni di estrema precarietà in cui si studia e si ricerca nelle università, e dei prossimi progetti del ministro Moratti, che puntano ad eliminare la figura del ricercatore precarizzando ulteriormente il settore. Già oggi 55000 precari tengono in piedi laboratori e università nel nostro Paese, e chiedono maggiori investimenti pubblici. Le elemosine, pur meritorie, raccolte da Telethon, sono solo il secchiello con cui si intende svuotare un oceano. La Rai ha prontamente preso le distanze dall'iniziativa, mettendo in dubbio la professione e la professionalità dei ricercatori intervenuti e accusandoli di aver negato diritto di replica a Telethon. Per quanto riguarda la loro reale identità, i ricercatori intervenuti dichiarano di essere disponibili a intervenire di nuovo, sui mezzi di comunicazione realmente interessati allo stato della cultura, perché ognuno possa verificarne ruolo e funzioni; sul diritto di replica, i ricercatori ricordano di aver lasciato a Telethon 40 ore (la durata dell'intera maratona) meno un minuto per commentare e replicare all'intervento: ai ricercatori sembra un tempo sufficiente, sebbene per l'attuale governo anche un minuto di dissenso sia insopportabile. L'INTERVENTO DEI PRECARI Siamo studenti e ricercatori precari che lavorano e studiano ogni giorno nei laboratori e nelle università di questo Paese. In questa trasmissione, si chiede ai cittadini di sostenere la ricerca scientifica finanziandola con le loro donazioni. Lo stato della scienza italiana è però pietoso e ridotto ai minimi termini per la mancanza di finanziamenti pubblici. Chi fa ricerca tutti i giorni sa che l'elemosina non basta a risolvere i diversi problemi che affliggono università e ricerca. Mentre qui si chiedono i vostri soldi, il governo, una volta ancora, taglia i fondi per la ricerca, blocca le assunzioni di nuovi ricercatori e rifiuta addirittura di versare il proprio contributo al fondo mondiale per la lotta all'AIDS, nonostante l'impegno assunto di fronte alla comunità internazionale. Il mancato sostegno alla ricerca si manifesta nella dilagante precarietàdel personale scientifico, nell'assenza di servizi per gli studenti e nell'impossibilità di sviluppare progetti scientifici di lungo periodo. In ogni occasione pubblica il governo Berlusconi dichiara di voler sostenere sviluppo e formazione aumentando gli investimenti. Ma in Italia, in realtà, solo l'un per cento del PIL viene speso per la ricerca: la più bassa percentuale dell'Unione Europea. L'esistenza stessa di Telethon, che si appella al buon cuore e alle tasche degli italiani è la prova della latitanza dello Stato. Tutti i telespettatori devono rendersi conto che, qui a Telethon, si tenta di svuotare il mare con un secchiello. RICERCATORI PRECARI E STUDENTI -- www.e-laser.org [EMAIL PROTECTED]