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1) MAREMOTO: ESPERTO CNR, SPOSTATO L'ASSE TERRESTRE? NON E' EVENTO GRAVE

Roma, 28 dic. - (Adnkronos)- Se anche l'asse terrestre si e' spostato a
causa del terremoto che ha colpito il sud est asiatico, non dobbiamo
preoccuparci, ''non ci saranno conseguenze gravi per l'uomo o per la
vita del pianeta'', anzi ''lo spostamento registrato dai satelliti
potrebbe essere addirittura transitorio e tutto potrebbe ritornare come
prima''. A spiegarlo all'ADNKRONOS e' lo scienziato Piero Manetti,
direttore dell'Istituto di Geoscienze e Georisorse del Cnr di Pisa,
Piero Manetti.
(Ada/Pn/Adnkronos)
28-DIC-0416:36


2) Asse terrestre spostato? Per esperti non è grave

ROMA - Se anche l'asse terrestre si è spostato a causa del terremoto che
ha colpito il sud est asiatico, non dobbiamo preoccuparci, «non ci
saranno conseguenze gravi per l'uomo o per la vita del pianeta», anzi
«lo spostamento registrato dai satelliti potrebbe essere addirittura
transitorio e tutto potrebbe ritornare come prima». A spiegarlo è lo
scienziato Piero Manetti, direttore dell'Istituto di Geoscienze e
Georisorse del Cnr di Pisa, Piero Manetti. «Lo spostamento dell'asse
terrestre -dice Manetti- è possibile in condizioni di sollecitazione di
questa portata, ora dobbiamo vedere se si tratta di uno spostamento
momentaneo o permanente».

«Lo spostamento dell'asse terrestre -continua Manetti- potrebbe non
essere permanente ma momentaneo perchè la Terra ha oscillato come un
campanile, ora bisogna vedere se ritorna al suo posto». «Per avere uno
spostamento permanente -continua il geofisico del Cnr- è necessario
valutare l'entità dello spostamento delle masse terrestri. In ogni caso
per avere queste risposte ci vorranno mesi». «Comunque questo
spostamento -sottolinea Manetti- non è un evento grave, non è insomma
rilevante per la vita vita del pianeta e di chi lo abita. Come dire, non
è un evento catastrofico. Basti pensare che nel '60 si verificò un
terremoto in Cile ugualmente grave a questo ma non si registrarono
cambiamenti importanti sul pianeta».

Anche lo spostamento di 30 metri dell'isola di Sumatra per Manetti non
deve destare particolare preoccupazione. «Sumatra -dice- si è spostata
di 30 metri sotto la spinta del terremoto, ma non è una misura
gigantesca. I satelliti Gps hanno osservato lo spostamento orizzontale
di un intero blocco crostale pari a 30-35 metri. Ebbene non sarà questo
spostamento a costringerci a ridisegnare la mappa del pianeta. Basti
pensare che stiamo parlando di una faglia di mille chilometri: cosa
contano 30 metri su dimensioni così ampie?».

28 Dicembre 2004


3) L'ALLARME
Due millesimi di secondo d'arco, pari a 5-6 centimetri
Spostato l'asse terrestre, il clima può cambiare
«Lo spostamento è avvenuto lungo la direzione dell'epicentro del
terremoto». Ma solo sul piano orizzontale
MILANO - Il sisma del 26 dicembre di 9 gradi Richter al largo di Sumatra
ha spostato l'asse terrestre. Già si sapeva che un terremoto di
magnitudo superiore a 8 gradi mette in moto una quantità di energia tale
da modificare la distribuzione delle masse sulla crosta terrestre e
quindi è in grado di spostare l'asse terrestre. Ma finora non era mai
avvenuto che questo fatto potesse essere osservato strumentalmente.
Infatti erano 40 anni esatti (28 marzo 1964) che la Terra non era
colpita da un movimento tellurico simile, e nel 1964 non c'erano ancora
strumenti così sofisticati da poter valutare lo spostamento.



(Foto Ansa)
2 MILLESIMI DI SECONDO D'ARCO - Giuseppe Bianco, scienziato del Centro
di geodesia spaziale dell'Agenzia spaziale italiana (Asi) di Matera, ha
affermato che, secondo i primi rilevamenti effettuati tramite i
satelliti Lageos 1 e Lageos 2, l'asse terrestre si è spostato di 2
millesimi di secondo d'arco (più o meno la distanza tra un lato e
l'altro di una moneta di 1 euro vista alla distanza di 2 mila km),
corrispondenti a uno spostamento lineare di 5-6 centimetri. «Lo
spostamento», ha aggiunto Bianco, «è avvenuto proprio lungo la direzione
dell'epicentro del terremoto,», quasi all'equatore. Quindi non si è
modificata l'angolazione dell'asse (che è di circa 23 gradi e mezzo), ma
la direzione laterale verso cui punta l'asse nello spazio.
«L'analisi dei dati prosegue per avere ulteriori conferme, ma siamo
ragionevolmente sicuri di questa osservazione; gli studi si stanno
svolgendo in collaborazione con il professor Roberto Sabadini,
dell'Università di Milano, per verificare l'effetto prodotto dal sisma
su altri parametri terrestri, come la posizione del centro di massa e la
forma del campo di gravità». Secondo Bianco, però, «la variazione
osservata è molto piccola e non penso che ci possano essere
ripercussioni sul clima. Per avere conseguenze di questo tipo sarebbero
necessari spostamenti di gran lunga maggiori».

«TROPPO POCO» - «È plausibile l'ipotesi che vi sia stato uno spostamento
dell'asse di rotazione terrestre, ma le masse in gioco nel terremoto
dell'oceano Indiano sono talmente minime che credo difficilmente possano
intaccare la statica dell'intero pianeta», è l'opinione di Piero
Manetti, direttore dell'Istituto di geoscienze e georisorse del Cnr di
Pisa.

ASSE DI ROTAZIONE - La modificazione dell'angolo dell'asse di rotazione
può alterare il clima. Infatti l'alternarsi delle stagioni dipende
proprio dal fatto che l'asse è inclinato. Se fosse perfettamente
verticale, ai poli sarebbe quasi sempre buio e farebbe molto più freddo
di oggi, mentre le regioni equatoriali e tropicali riceverebbero molta
più radiazione solare e avrebbero temperature di gran lunga superiori
alle attuali. Perciò se l'angolo fosse minore degli attuali 23°40,
farebbe più freddo alle alte latitudini e più caldo all'equatore, se
fosse maggiore di 23°40 i poli riceverebbero più sole e le calotte di
ghiaccio rischierebbero lo scioglimento.

FASE SISMICA - Il fatto che l'angolo di rotazione non si è modificato,
ma solo spostato lateralmente ci rassicura, ma non del tutto se si
guardano i dati del recente passato.
Secondo il servizio geologico degli Stati Uniti, sette dei dieci più
forti terremoti dell'ultimo secolo (escludendo quello di Sumatra del 26
dicembre) sono avvenuti in un arco di tempo molto limitato: solo 15
anni.
Dal 15 agosto 1950 (sisma di 8,6 Richter in India nord-orientale e
Tibet) al 4 febbraio 1965 (isola Rat, in Alaska), le scosse superiori a
8,5 gradi sono state sette, di cui quattro superiori a 9 gradi che si
trovano ai primi quattro posti della classifica del secolo. Tutti sono
avvenuti nell'area indiana e circumpacifica. Si può affermare che si è
trattata di una fase di parossismo tellurico, in cui l'intera area in
questione si è mossa e ha dovuto trovare un nuovo equilibrio provocando
una serie di terremoti di alta intensità che, sebbene non immediatamente
correlabili l'un l'altro, possono trovare una giustificazione a grande
scala. Un equilibrio che potrebbe (potrebbe!) essere stato rotto il 26
dicembre
. Anzi, tre giorni prima con il sisma di 8,1 Richter avvenuto al
largo di Macquarie, isoletta a sud-est della Tasmania che potrebbe
(potrebbe!) aver innescato il sisma di Sumatra, che ha spostato la zolla
che la contiene di 30 cm a sud-est
.

Ci troviamo all'inizio quindi di una nuova fase di parossismo tellurico
che potrebbe durare 15-20 anni? Può darsi, al momento non ci sono
elementi per dirlo. Ma se nei prossimi anni si verificassero nella
stessa macroarea altri sismi di grande intensità, allora ci si potrebbe
trovare nella stessa situazione degli anni Cinquanta-Sessanta.



Temperature medie nel periodo 1950-1965 tra 45° e 90° negli emisferi
Nord e Sud (da Global Historical Climatology Network) 
CLIMA - Ma tutto ciò cos'ha a che fare con il cambiamento climatico se
l'asse terrestre con il sisma di Sumatra non ha cambiato angolazione
verticale?
Se i sismi di grado superiore a 8 spostano l'asse terrestre, sicuramente
questo sarà avvenuto anche durante la fase sismica degli anni '50-'60,
che sono stati anche più forti. Anche allora lo spostamento dell'asse è
avvenuto solo sull'asse orizzontale e non ha modificato l'angolazione?
Non lo sappiamo, non c'erano gli strumenti in grado di misurarlo con
accuratezza.
Sappiamo però con certezza che proprio in corrispondenza di quegli anni
si è verificata una fase più fredda del normale, specialmente alle alte
latitudini, con un abbassamento fino a 0,4° rispetto alla media. Dopo di
che la temperatura media è aumentata fino ai massimi livelli del secolo
di questi ultimi anni
. La temperatura media dipende da molti fattori:

gas serra, fasi solari, presenza di polveri nell'alta atmosfera dovute a
grandi eruzioni, angolo dell'asse terrestre. Questo inoltre varia non
solo per gli «strappi» dei grandi terremoti, ma anche per l'attrazione
di sole e luna. La fase fredda degli anni Cinquanta-Sessanta può essere
stata dovuta a una combinazione di questi fattori, ai quali possono aver
contribuito i grandi terremoti. Contributo modesto, è vero, ma
avvertibile.

CONSEGUENZE - Se quindi siamo all'inizio di una nuova fase sismica
parossistica, il clima può essere alterato, anche se in maniera limitata
e per un breve lasso di tempo. Se così dovesse essere (e non è detto),
speriamo che l'asse terrestre diminuisca la propria angolazione così da
innescare un periodo più freddo specie ai poli e salvare per qualche
anno in più le calotte ghiacciate in attesa che entrino in atto i
benefici conseguenti al Trattato di Kyoto. Se invece l'angolo dovesse
aumentare, le conseguenze catastrofiche dello scioglimento dei ghiacci
avverranno con velocità ancora maggiore all'attuale. Con danni rispetto
ai quali il dramma dell'attuale maremoto nell'oceano Indiano sembreranno
limitati.

Paolo Virtuani
28 dicembre 2004 - Corriere.it anche sul tuo cellulare Tim, Vodafone o
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4)  DOPO LO TSUNAMI
«Lo spostamento dell'asse terrestre non muterà il clima»
28 dicembre 2004
 
 
MATERA. Lo spostamento dell'asse terrestre riscontrato in seguito al
violento sisma del 26 dicembre «non dovrebbe comunque comportare alcun
cambiamento significativo dal punto di vista climatico». Lo dice
Giuseppe Bianco, scienziato del Centro di Geodesia spaziale dell'Asi di
Matera che ha seguito le rilevazioni scientifiche dopo il terremoto nel
sud est asiatico. Lo studioso aggiunge però che «il ritorno alla
condizione precedente, salvo altri episodi di questa portata, sarà molto
difficile».
«Le tecnologie, disponibili solo da venti anni, permettono di stabilire
l'orientamneto della terra rispetto alle stelle» chiarisce Bianco. Pur
senza avere l'avallo tecnologico, a memoria dei ricercatori non si
ricorda un evento così impressionante come quello verificatosi in Asia.
«Ciò che ci ha stupito - prosegue Bianco - è la chiarezza con cui si
coglie lo spostamento proprio il 26 dicembre. Mentre sull'asse «x» di
Greenwich non abbiamo registrato alcun cambiamento, in quello »y«
relativo alla longitudine, in corrispondenza dei 90 , epicentro del
terremoto, abbiamo osservato una significativa alterazione».

Il catastrofico terremoto, secondo il comunicato diffuso oggi
dall'Agenzia Spaziale Italiana, è stato talmente violento da modificare
in modo considerevole l'inclinazione dell'asse di rotazione terrestre. I
ricercatori del Centro di geodesia spaziale dell'ASI di Matera stanno
elaborando in tempo reale i dati prodotti dalla rete mondiale di
telemetria laser satellitare. I risultati preliminari hanno indicato uno
spostamento dell'asse di rotazione corrispondente ad uno spostamento
lineare di 5-6 centimetri. Tale spostamento è avvenuto proprio lungo la
direzione dell'epicentro del terremoto: da una prima analisi infatti non
si riscontrano effetti lungo la direzione opposta, quella del meridiano
di Greenwich.

 





c/

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