Lâenorme numero di vittime avrebbe potuto essere evitato con una miglior organizzazione, secondo un ricercatore dellâIsmar-Cnr, che spiega come e perchà il fenomeno sia cosà devastante.

Come puà lo spostamento di una zolla continentale, generalmente dellâordine di 10 cm. o poco piÃ, provocare un innalzamento o abbassamento della superficie marina esteso per decine o centinaia di chilometri, che si propaga a velocità di centinaia di km. orari e che a riva provoca un muro dâacqua alto decine di metri? E le conseguenze di questi fenomeni sono prevedibili?

âI terremoti sono dovuti a improvvisi e rapidi spostamenti di zolle adiacenti che al massimo, e raramente, giungono a un metro o poco piÃâ spiega Luigi Cavaleri, ricercatore dellâIstituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Venezia. âSe questo avviene in una zona sommersa dal mare, la perturbazione in superficie si propaga come onda circolare, un poâ come quando lanciamo un sasso in acqua. Anche nel caso dei terremoti sottomarini lâonda, in realtÃ, Ã molto bassa, quasi sempre nellâordine dei centimetri, ma estremamente lunga, e quindi il volume e lâenergia in gioco sono elevatissimiâ.

La velocità con cui unâonda cosà lunga si propaga à calcolabile con una formula molto semplice: la radice quadrata della costante di gravitaâ, 9.81 (approssimata a 10), moltiplicata per la profonditÃ. Prendendo 4.000 metri come profondità tipo dellâoceano, si ottiene come velocitaâ dellâonda à 10 x 4.000 = 200 m/sec = 720 km/ora. Questo vuol dire che, per esempio, occorrono 10 minuti perchà lâonda arrivi a 120 km, due ore per arrivare a 1400 km di distanza e 10-12 ore per traversare il Pacifico. âTempi che consentono di calcolare con precisione dove e quando arriverà lâonda di maremoto, se si hanno le dovute informazioni sul terremotoâ spiega lâingegner Cavaleri. âNel Pacifico c'à un sistema di allarme che in Giappone funziona cosà bene, tanto che esistono documentazioni video dei maremoti riprese dalle persone postesi in salvo su un luogo opportuno per riprenderne gli effetti, catastrofici ma spettacolari. Con il disastro che ha colpito il Sudest asiatico, lâIndia, lo Sri Lanka e le Maldive câera tempo per avvisare la popolazione. Il problema à stato e rimane la mancanza di un opportuno sistema di previsione e di informazione alla popolazioneâ.

Ma come mai il fenomeno diventa cosà drammatico allâapprossimarsi alla costa se lâonda di maremoto à molto bassa e molto lunga, e quindi con pendenza inavvertibile? âIn alto mare, infatti, le navi non percepiscono assolutamente il fenomeno e, se lâannuncio à dato per tempo, la cosa migliore per loro à prendere il largoâ prosegue il ricercatore dellâIsmar-Cnr. âNellâavvicinarsi alla riva, invece, mentre diminuiscono violentemente la profondità e la velocità del fronte (a 10 metri di profondità si riduce a 10 m/sec = 36 km/ora), il grosso dellâonda che à ancora in acqua fonda e continua a viaggiare veloce tende a compattarsi, e la sua altezza aumenta. Questo spiega il violento compattamento e lâimprovviso muro dâacqua che appare sulla spiaggia ed avanzando continua a ricadere su se stesso, in seguito alla spinta retrostanteâ.
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