URGENTE - DIFFONDERE IL PIU'
AMPIAMENTE POSSIBILE PER FIRMARE INVIATE UN EMAIL A
JENNIFER NAGLE, EMAIL [EMAIL PROTECTED], CON IL NOME DELLA VOSTRA
ORGANIZZAZIONE, INCLUSA CITTA' E NAZIONE PRESSO Lettera aperta ai delegati partecipanti alla quarantottesima sessione
della Commissione sui narcotici, Forty-eighth session of the Commission on
Narcotic Drugs (CND) Nell’anno in cui l’Ufficio delle Nazioni Unite che si
occupa di droghe e criminalità (UNODC) presiede l’organo di governo del
Programma delle Nazioni Unite su HIV/AIDS (UNAIDS), ci rivolgiamo a voi
per esprimere la nostra profonda preoccupazione rispetto al tentativo messo in
atto dagli Stati Uniti di forzare UNODC a ritrattare il proprio supporto ai
programmi per lo scambio di siringhe, ai programmi sostitutivi di mantenimento
con metadone, e ad altre misure la cui efficacia nel contenere la diffusione
del virus HIV tra i consumatori di sostante per via iniettiva è stata ormai
ampiamente provata. I consumatori di sostanze per via iniettiva rendono
conto della maggioranza dei casi di infezione da HIV in dozzine di paesi
Asiatici e dell’ex-Unione Sovietica, tra cui Russia, Cina, tutti i paesi
dell’Asia Centrale, e gran parte del Sud-Est Asiatico. Al di fuori del
continente Africano la maggioranza delle nuove infezioni riguarda i consumatori
di sostanze illegali per via iniettiva. Come dichiarato dal direttore
dell’ UNODC, Antonio Sfortunatamente alcuni eventi sembrano suggerire che UNODC—su
pressione degli Stati Uniti—sarebbe sul punto di ritirare il proprio
supporto ad interventi di prevenzione la cui efficacia è ampiamente provata,
proprio quando sarebbe invece richiesto un sempre maggiore impegno rispetto a
misure quali lo scambio di siringhe e le terapie di sostituzione a base di
metadone. E’ particolarmente allarmante il fatto che il tentativo di
mettere un bavaglio all’UNODC avvenga proprio nell’anno in cui
UNODC presiede il comitato delle organizzazione che fanno parte di UNAIDS, lo
stesso anno in cui la prevenzione dell’infezione da HIV sarà uno dei temi
centrali della 48^ sessione del CND. Citiamo solo alcuni degli eventi che sono per noi motivo di particolare
preoccupazione: • Il Sig. Costa, che l’hanno scorso avevo espresso il
proprio supporto ad una riforma significativa della legislazione Russa in
materia di droghe, ad una espansione dei servizi di scambio di siringhe nei
paesi colpiti da epidemie associate al consumo di droghe, tra cui la Russia, e
ad altre misure di riduzione del danno, è stato apparentemente richiamato dal
Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Dopo un incontro con Robert
Charles, U.S. Assistant Secretary dell’ufficio per gli International Narcotics
and Law Enforcement Affairs, Mr. Costa ha promesso di rivedere tutti la
documentazione elettronica e cartacea prodotta da UNODC cercando eventuali
riferimenti alla “riduzione del danno”, promettendo di essere
“più attento in futuro”. • Nel Sud-Est Asiatico, UNODC ha sospeso un programma che si
proponeva di ridurre la vulnerabilità all’HIV tra i consumatori per
via iniettiva,attraverso approcci non-punitivi, basati su principi di salute
pubblica e di tutela dei diritti umani. • Anche lo scambio di siringhe, definito un intervento altamente
efficace, essenziale per la prevenzione della trasmissione da HIV, da UNAIDS,
OMS, e dagli stessi paesi membri delle Nazioni Unite, sembra essere
diventato un argomento imbarazzante. In un e-mail interna, inviata a Novembre
da un membro anziano dello staff dell’UNODC, si chiedeva ai
funzionari di rango inferiore di “assicurare che ogni riferimento alla
riduzione del danno ed allo scambio di siringhe sia omessa da ogni documento,
pubblicazione, o dichiarazione ufficiale dell’UNODC.” Riconosciamo il fatto che UNODC dipende dai contributi dei paesi
donatori, e che gli Stati Uniti rappresentano il singolo maggior donatore
dell’agenzia. Allo stesso tempo, la vita di centinaia di migliaia di
persone dipende da un approccio verso la prevenzione che basato su solidi
principi scientifici. Moltissimi studi, tra cui molti studi finanziati dallo
stesso governo degli Stati Uniti, hanno dimostrato che interventi quali lo
scambio di siringhe ed i programmi sostitutivi a base di metadone riducono
significativamente la trasmissione di HIV e molti altri rischi sanitari. Il
fatto che i delegati Statunitensi si dichiarino scettici rispetto alle evidenze
prodotte a supporto allo scambio di siringhe, come avvenne durante la 47^
sessione del CND tenutasi l’anno scorso, non dovrebbe in alcun modo
determinare il lavoro di un agenzia delle Nazioni Unite, mettendo veti su
interventi di prevenzione di provata efficacia. Né gli dovrebbe essere
concesso di chiedere a UNODC—una delle organizzazioni che fanno parte di
UNAIDS, con un ruolo essenziale rispetto all’evoluzione ed al
contenimento dell’epidemia di HIV/AIDS-di rettificare le proprie
posizioni rispetto allo scambio di siringhe, solo perché tali programmi non
sono ritenuti accettabili dal governo degli Stati Uniti. Le strategie che si propongono come unico obbiettivo l’astinenza
dal consumo di droga non rappresentano un alternative accettabile a programmi,
quali appunto lo scambio di siringhe, che permettono ai consumatori attivi di proteggersi
efficacemente dall’infezione da HIV. Molte esperienze hanno ormai
dimostrato che gli approcci basati sulla “tolleranza-zero” spingono
i consumatori alla clandestinità allontanandoli dai servizi sanitari e dai
centri per il trattamento delle dipendenze. Ciò è particolarmente vero
nei paesi in cui la lotta alla droga porta frequentemente ad arresti
illegali, percosse ed estorsioni da arte dei funzionari di polizia, detenzioni
prolungate in assenza di processo e diritto alla difesa, trattamenti sanitari
obbligatori, pene sproporzionate rispetto ai reati commessi, in condizioni
spesso assai crudeli, e, in alcuni casi, a vere e proprie esecuzioni
extra-gudiziarie. Viceversa, i programmi per lo scambio di siringhe e il
trattamento sostitutivo con metadone sono in grado di prevenire le infezioni da
HIV gettando inoltre un ponte tra il consumatore ed i servizi sanitari. Mettere
un freno a tali programmi è una chiara violazione del diritto umano alla salute
di cui anche i consumatori godono. Nel momento in cui vi state riunendo per discutere la relazione tra
l’abuso di sostanze illegali e la prevenzione della pandemia di HIV/AIDS,
chiediamo il vostro supporto ai programmi per lo scambio delle siringhe, ai
programmi sostitutivi a base di metadone, e ad altri interventi di riduzione
del danno che si sono ormai dimostrati ampiamente efficaci nel ridurre il
rischio di trasmissione dell’HIV; di riaffermare e promuovere il diritto
umano alla salute di cui anche i consumatori di sostanze illegali godono, ed il
loro diritto ad accedere liberamente ai servizi sanitari; di rigettare ogni
tentativo di mettere un bavaglio alla scienza legando le mani agli operatori
che si battono ogni giorno sul campo. E’ lo stesso futuro della lotta
contro l’epidemia da HIV ad essere in gioco. cc: Joint United Nations Programme on HIV/AIDS World Health
Organization Office of the High
Commissioner for Human Rights International
Narcotics Control Board |
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