URGENTE - DIFFONDERE IL PIU' AMPIAMENTE POSSIBILE

 

PER FIRMARE INVIATE UN EMAIL A JENNIFER NAGLE, EMAIL [EMAIL PROTECTED], CON IL NOME DELLA VOSTRA ORGANIZZAZIONE, INCLUSA CITTA' E NAZIONE PRESSO LA QUALE L’ORGANIZZAZIONE HA SEDE. 

 

Lettera aperta ai delegati partecipanti alla quarantottesima sessione della Commissione sui narcotici, Forty-eighth session of the Commission on Narcotic Drugs (CND)

 

Nell’anno in cui l’Ufficio delle Nazioni Unite che si occupa di droghe e criminalità (UNODC) presiede l’organo di governo del Programma delle Nazioni Unite su HIV/AIDS (UNAIDS), ci rivolgiamo a voi  per esprimere la nostra profonda preoccupazione rispetto al tentativo messo in atto dagli Stati Uniti di forzare UNODC a ritrattare il proprio supporto ai programmi per lo scambio di siringhe, ai programmi sostitutivi di mantenimento con metadone, e ad altre misure la cui efficacia nel contenere la diffusione del virus HIV tra i consumatori di sostante per via iniettiva è stata ormai ampiamente provata.  I consumatori di sostanze per via iniettiva rendono conto della maggioranza dei casi di infezione da HIV in dozzine di paesi Asiatici e dell’ex-Unione Sovietica, tra cui Russia, Cina, tutti i paesi dell’Asia Centrale, e gran parte del Sud-Est Asiatico. Al di fuori del continente Africano la maggioranza delle nuove infezioni riguarda i consumatori di sostanze illegali per via iniettiva.  Come dichiarato dal direttore dell’ UNODC, Antonio Maria Costa, durante la Conferenza Internazione sull’AIDS tenutasi in Tailandia lo scorso Luglio,  una risposta efficace all’epidemia di HIV/AIDS tra i consumatori di sostanze illegali richiede interventi di prevenzione efficaci, tra cui lo scambio di siringhe, senza insistere su politiche il cui effetto sembra viceversa favorire l’epidemia producendo solo arresti indiscriminati e soprusi. 

 

Sfortunatamente alcuni eventi sembrano suggerire che UNODC—su pressione degli Stati Uniti—sarebbe sul punto di ritirare il proprio supporto ad interventi di prevenzione la cui efficacia è ampiamente provata, proprio quando sarebbe invece richiesto un sempre maggiore impegno rispetto a misure quali lo scambio di siringhe e le terapie di sostituzione a base di metadone. E’ particolarmente allarmante il fatto che il tentativo di mettere un bavaglio all’UNODC avvenga proprio nell’anno in cui UNODC presiede il comitato delle organizzazione che fanno parte di UNAIDS, lo stesso anno in cui la prevenzione dell’infezione da HIV sarà uno dei temi centrali della 48^ sessione del CND. 

 

Citiamo solo alcuni degli eventi che sono per noi motivo di particolare preoccupazione: 

 

• Il Sig. Costa, che l’hanno scorso avevo espresso il proprio supporto ad una riforma significativa della legislazione Russa in materia di droghe, ad una espansione dei servizi di scambio di siringhe nei paesi colpiti da epidemie associate al consumo di droghe, tra cui la Russia, e ad altre misure di riduzione del danno, è stato apparentemente richiamato dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.  Dopo un incontro con Robert Charles, U.S. Assistant Secretary dell’ufficio per gli International Narcotics and Law Enforcement Affairs, Mr. Costa ha promesso di rivedere tutti la documentazione elettronica e cartacea prodotta da UNODC cercando eventuali riferimenti alla “riduzione del danno”, promettendo  di essere “più attento in futuro”. 

 

• Nel Sud-Est Asiatico, UNODC ha sospeso un programma che si proponeva di ridurre la vulnerabilità all’HIV  tra i consumatori per via iniettiva,attraverso approcci non-punitivi, basati su principi di salute pubblica e di tutela dei diritti umani.

 

• Anche lo scambio di siringhe, definito un intervento altamente efficace, essenziale per la prevenzione della trasmissione da HIV, da UNAIDS, OMS, e dagli stessi paesi membri delle Nazioni Unite,  sembra essere diventato un argomento imbarazzante. In un e-mail interna, inviata a Novembre da un membro anziano  dello staff dell’UNODC, si chiedeva ai funzionari di rango inferiore di “assicurare che ogni riferimento alla riduzione del danno ed allo scambio di siringhe sia omessa da ogni documento, pubblicazione, o dichiarazione ufficiale dell’UNODC.”

 

Riconosciamo il fatto che UNODC dipende dai contributi dei paesi donatori, e che gli Stati Uniti rappresentano il singolo maggior donatore dell’agenzia. Allo stesso tempo, la vita di centinaia di migliaia di persone dipende da un approccio verso la prevenzione che basato su solidi principi scientifici. Moltissimi studi, tra cui molti studi finanziati dallo stesso governo degli Stati Uniti, hanno dimostrato che interventi quali lo scambio di siringhe ed i programmi sostitutivi a base di metadone riducono significativamente la trasmissione di HIV e molti altri rischi sanitari. Il fatto che i delegati Statunitensi si dichiarino scettici rispetto alle evidenze prodotte a supporto allo  scambio di siringhe, come avvenne durante la 47^ sessione del CND tenutasi l’anno scorso, non dovrebbe in alcun modo determinare il lavoro di un agenzia delle Nazioni Unite, mettendo veti su interventi di prevenzione di provata efficacia.  Né gli dovrebbe essere concesso di chiedere a UNODC—una delle organizzazioni che fanno parte di UNAIDS, con un ruolo essenziale rispetto all’evoluzione ed al contenimento dell’epidemia di HIV/AIDS-di rettificare le proprie posizioni rispetto allo scambio di siringhe, solo perché tali programmi non sono ritenuti accettabili dal governo degli Stati Uniti. 

 

Le strategie che si propongono come unico obbiettivo l’astinenza dal consumo di droga non rappresentano un alternative accettabile a programmi, quali appunto lo scambio di siringhe, che permettono ai consumatori attivi di proteggersi efficacemente dall’infezione da HIV. Molte esperienze hanno ormai dimostrato che gli approcci basati sulla “tolleranza-zero” spingono i consumatori alla clandestinità allontanandoli dai servizi sanitari e dai centri per il trattamento delle dipendenze.  Ciò è particolarmente vero nei  paesi in cui la lotta alla droga porta frequentemente ad arresti illegali, percosse ed estorsioni da arte dei funzionari di polizia, detenzioni prolungate in assenza di processo e diritto alla difesa, trattamenti sanitari obbligatori, pene sproporzionate rispetto ai reati commessi, in condizioni spesso assai crudeli, e, in alcuni casi, a vere e proprie esecuzioni extra-gudiziarie. Viceversa, i programmi per lo scambio di siringhe e il trattamento sostitutivo con metadone sono in grado di prevenire le infezioni da HIV gettando inoltre un ponte tra il consumatore ed i servizi sanitari. Mettere un freno a tali programmi è una chiara violazione del diritto umano alla salute di cui anche i consumatori godono.     

 

Nel momento in cui vi state riunendo per discutere la relazione tra l’abuso di sostanze illegali e la prevenzione della pandemia di HIV/AIDS, chiediamo il vostro supporto ai programmi per lo scambio delle siringhe, ai programmi sostitutivi a base di metadone, e ad altri interventi di riduzione del danno che si sono ormai dimostrati ampiamente efficaci nel ridurre il rischio di trasmissione dell’HIV; di riaffermare e promuovere il diritto umano alla salute di cui anche i consumatori di sostanze illegali godono, ed il loro diritto ad accedere liberamente ai servizi sanitari; di rigettare ogni tentativo di mettere un bavaglio alla scienza legando le mani agli operatori che si battono ogni giorno sul campo. E’ lo stesso futuro della lotta contro l’epidemia da HIV ad essere in gioco. 

 

cc:  Joint United Nations Programme on HIV/AIDS

      World Health Organization

      Office of the High Commissioner for Human Rights

      International Narcotics Control Board

--
www.e-laser.org
Laser@inventati.org

Rispondere a