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Titolo: Copyright, le lobby in cattedra
img: http://www.controlapirateria.org/assets/images/SoftwareLicenze.jpg
Nella scuola che cambia sotto i colpi della Moratti, arriva una materia nuova: <a href="http://punto-informatico.it/p.asp?i=50675">"Esercizi anti-pirateria"</a>. Gli studenti delle scuole superiori subiranno corsi di <a href="http://www.controlapirateria.org/">rieducazione</a>, affinché smettano di scaricare materiale coperto da copyright via Internet.
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E' un'iniziativa promossa dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e dalle lobby che difendono il copyright nell'informatica, nella musica, nel cinema: la <a href="http://www.bsa.org/italia">Business Software Alliance</a>, la <a href="http://www.fpm-antipiracy.it/">Federazione contro la Pirateria Musicale</a>, la <a href="http://www.fapav.it/">Federazione anti-Pirateria Audiovisiva</a>. A causa di queste lobby, scambiare programmi, canzoni o materiali video è diventato un <a href="http://punto-informatico.it/p.asp?i=52069">crimine penale</a>, nonostante sia un'operazione ormai del tutto naturale e a costi quasi nulli per chiunque disponga di una connessione Internet. Queste associazioni raccolgono le più importanti <a href="http://www.bsa.org/usa/about/BSA-Members.cfm">aziende</a> dell'economia immateriale globale, le stesse che alzano a dismisura i prezzi di CD, film e programmi grazie al monopolio che assicura loro la proprietà intellettuale. E preoccupate dai milioni di adolescenti che scaricano e mettono a disposizione in rete opere in formato digitale, ora intendono educarli fin dalla scuola. Non si tratta delle idee stravanganti di qualche "cattivo maestro": iniziative come questa sono l'esecuzione di accordi presi durante summit internazionali (dall'<a href="http://www.socialpress.it/IMG/toner.pdf">OMC al WSIS</a>) dai governi occidentali e grandi imprese, BSA in testa.
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Con tutti i difetti che ha la scuola italiana, è difficile credere che la materia che mancava fosse proprio il diritto d'autore. Ma d'altra parte, Letizia Moratti ("non è un ministro: è l'idea che una parrucchiera ha di un ministro", D. Luttazzi) è la stessa che voleva <a href="http://italy.indymedia.org/news/2005/02/738287.php">eliminare Darwin</a> dai programmi scolastici.
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E la circolazione di informazioni che oggi permette la rete potrebbe essere un formidabile strumento di formazione ed educazione. La scuola italiana, invece, rinuncerà a promuovere ed utilizzare queste risorse, perché proprio le reti telematiche sono il principale nemico delle lobby del diritto d'autore. Ma una delle "3 i" della scuola del Berlusca e della sua cotonata cortigiana non era proprio Internet? Meno male che gli studenti Internet la conoscono già molto bene, e sanno farne uso improprio.
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