Ovviamente a me va bene. Lo dico anche se e' ormai tardi.

a

On Thu, 4 Aug 2005, bussola wrote:

> 
> 
> ecco l'articolo chiesto per Prometeus:  d'accordo con Chiara, abbiamo deciso 
> di 
> utilizzare una parte del libro 
> ho dunque reimpastato un po' l'ultimo capitolo, visto che altre cose erano 
> gi� 
> comparse sulle loro pagine
> come vedrete manca la bilbiografia (che comunque sono solo tre testi): la 
> aggiungo 
> nella versione definitiva.
> Mi date un ok che stasera, da casa, mando?
> aaaagh odio i nuovi lavori e pure le vostre vacanze
> baci
> 
> L'economia dei beni immateriali: pu� esistere un open source della scienza
> 
> La condivisione della conoscenza � davvero una pratica possibile? L'attuale 
> contesto 
> economico � infatti caratterizzato da una crescente interconnessione tra 
> ricerca di 
> base e ricerca applicata, che confonde sempre di pi� la tradizionale 
> divisione tra 
> scienza e tecnologia. In passato era possibile affermare che la pratica di 
> condivisione 
> fosse fruttuosa nell'ambito della ricerca di base, mentre alle applicazioni 
> tecnologiche, 
> a causa della competizione di mercato, dovevano essere garantite segretezza e 
> protezione.  In campo informatico, disciplina fortemente applicativa,  la 
> pratica 
> quotidiana ha dato una risposta a tale questione i sistemi open source 
> vengono ormai 
> ampiamente utilizzati nella gestione sia dei server sia dei computer 
> personali. 
> Per analizzare l'effettiva utilit� anche in campo scientifico per�, pu� 
> essere 
> interessante abbandonare per un istante il concetto di bene comune, dal quale 
> � 
> partito il free software,  per
> provare ad adottare e solo successivamente riapplicare alla scienza,
> un'altra analisi dei beni che portano contenuti. E' quella che Lawrence
> Lessig, tra gli ideatori di Creative commons, riprende da Yochai Benkler , 
> economista 
> della Yale Law School. Benkler sostiene i vari livelli di comunicazione 
> possono essere 
> individuati come strati sovrapposti. Questa ripartizione serve per capire 
> quali sono, in
> un mezzo di divulgazione delle conoscenze, le aree in cui � pi� possibile
> il controllo e l'interesse commerciale. Benkler in particolare sceglie in tre 
> strati 
> differenti, che
> ricordano le piramidi usate in ecologia per spiegare le catene alimentari:
> il primo strato, che si trova alla base, � composto da ci� che fisicamente
> consente la comunicazione. Si tratta dunque dei computer, dei cavi, delle
> fibre telefoniche. Il secondo strato � invece rappresentato dal codice
> logico che fa in modo che lo strato fisico (l'hardware) funzioni. Per
> ultimo viene lo strato che corrisponde al contenuto, ovvero ci� che deve
> essere trasmesso attraverso i cavi, sia voce, immagine, suono. Ognuno di
> questi strati pu� essere controllato o lasciato libero, diventare
> proprietario, o essere gestito come risorsa comune. Gli esempi che vengono
> fatti (e che ci serve riprendere e illustrare ancora una volta in dettaglio
> per arrivare di nuovo alla scienza) sono quattro: Speaker's corner a
> Londra, Madison squre garden a New York, il sistema telefonico, la
> televisione via cavo. Il primo, Speaker's corner, � un istituzione della
> capitale inglese. Attira infatti migliaia di turisti. Si tratta di uno
> spazio all'interno di un parco urbano (Hyde park), dove la domenica mattina
> chiunque voglia, pu� parlare al pubblico su qualsiasi argomento. Una antica
> istituzione, ormai ridotta a stereotipo folcloristico, che ricorda la
> necessit� di spazi di comunicazione indipendenti e facilmente accessibili.
> Nel caso di Speaker's corner lo strato fisico, il parco, � gratuito, il
> codice utilizzato, la lingua, � anch'esso un bene comune e condiviso, e il
> contenuto viene rilasciato liberamente e non � soggetto a copyright.
> Nessuno pu� dunque esercitare alcun controllo su Speaker's corner, proprio
> perch� i tre strati sono tutti liberamente accessibili. Madison square
> garden � un auditorio, dove di nuovo la gente pu� fare discorsi al
> pubblico. L'auditorio (lo strato fisico) � di propriet� privata: per
> accedervi bisogna pagare un biglietto, e quando viene raggiunto un
> affollamento eccessivo pu� anche essere chiuso. Il codice (la lingua) e il
> contenuto invece continuano a essere liberi. Nel sistema telefonico (o per
> attualizzare nel sistema di comuniazione eletronico) le cose si complicano.
> Lo strato fisico (i cavi e le fibre) sono proprietari e tra l'altro, in
> Italia, anche in uno stato di monopolio, contrariamente alle ragioni del
> libero mercato. Controllato � anche il codice che permette le connessioni
> tra un punto telefonico e l'altro o tra un provider e l'utente, visto che
> bisogna pagare o rilasciare dei dati personali, che sono comunque un bene
> commerciale. Il contenuto per�, quando non venga controllato a sua volta
> per ragioni di sicurezza, resta libero. Infine c'� la tv via cavo: in
> questo caso l'hardware � controllato, il codice anche, e pure il contenuto,
> visto che vengono proprinati programmi decisi dallo staff della
> televisione, e che sono in goni caso coperti da copyright. Anche la scienza
> per� pu� essere considerata un sistema di comunicazione, o meglio un flusso
> di informazione che permette trasferimento dei saperi.
> 
> Torniamo a questo punto  alle scienze biologiche, quelle che pi�
> di ogni altre sono soggette a interessi commerciali, e rielaboriamo gli 
> strati di Benkler. 
> Potremmo individuare
> come hardware per esempio la materia organica, oggetto degli studi, come
> codice i materiali e i metodi e le tcnologie applicate durante la ricerca,
> come contenuto i risultati che portano all'applicazione tecnologica. Questi
> tre livelli non erano soggetti ad alcun vincolo proprietario fino a qualche
> anno fa. Le cose sono cambiate negli ultimi trent'anni. Sono soggetti a
> copyright la materia organica ( per esempio il gi� citato caso del batterio
> divora-petrolio di Chakrabarty), le tecniche necessarie a ottenerli (in
> ambito biotech viene considerato come primo brevetto quello conferito a
> Cohen e Boyer per il procedimento di clonazione che ha permesso di produrre
> insulina umana a partire da batteri geneticamente modificati), ma anche i
> risultati (la diffusione dei risultati scientifici pi� prestigiosi dipende
> da riviste che li rilasciano solo agli abbonati). In questo modo il flusso
> di informazioni della scienza si blocca, non � pi� al servizio della gente,
> ma insegue regole di mercato e di controllo, che hanno un'altra
> conseguenza: rendono impossibile qualsiasi discussione sulle applicazioni e
> sulla loro effettiva utilit�, e in pratica cancellano il ruolo sociale che
> � all'origine del pensiero scientifico Questo meccanismo ha permesso alle
> imprese trasnazionali di arrivare a trarre profitto anche dai livelli
> primari della vita umana, in particolare quello della produzione di cibo
> (con l'industria agrochimica). E nello stesso tempo ha impedito lo stesso
> business.
> 
> Cosa giustifica l'adozione e la proposta di una apertura del codice della
> conoscenza? Sempre secondo Benkler  � l'inevitabile trasformazione che
> l'era informatica ha indotto nel nostro sistema sociale a rendere
> necessaria la costuzione di una struttura di patrimonio comune che pu�
> affiancarsi, senza necessariamente sostituirla interamente,
> all'infrastruttura proprietaria. Perch� abbia senso e possa essere
> innescata una transizione effettiva, , � necessario fare in modo che si
> costituisca una massa critica. Per ciascun settore ci dovr� quandi essere,
> negli strati che lo compongono, almeno qualche porzione disponibile per
> tutti, senza che si renda necessario chiedere un permesso o pagare una
> royalty. Benkler individua anche una strategia precisa per la creazione di
> un nucleo primario che serva poi a costruire il patrimonio comune,
> strategia che rispetta l'analisi dei tre strati. Deve essere dunque
> costruito un livello primario, fisico, di harware aperto, ci deve essere
> uno strato logico facilmente accessibile e non controllabile da aziende o
> persone, ci deve essere una disponibilit� di contenuti gratuiti e fruibili
> senza riserve.
> 
> Laser
> 
> Il brano � tratto dal libro Laser, Liberare La scienza, verso un open source 
> della 
> ricerca scientifica, Feltrinelli editore, in libreria a partire da ottobre 
> 2005, disponibile in 
> download gratuito su http://e-laser.org. Laser apre anche il libro a una 
> scrittura 
> collettiva che avviene sul server Ippolita, www.ippolita.net e alla quale 
> tutti sono invitati 
> a partecipare.
> 
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> Buona navigazione da http://www.ecorete.it
> free-internet eco-solidale:  navigando aiuti i piu' deboli!
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> Laser@inventati.org
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