Ricevo questo testo, che potrebbe recare la firma laser, chiedendo commenti.
Dovrebbe andare sul Manifesto di Firenze.
ciao
m

Tra emergenza e emersione digitale.

Cosa hanno in comune gli operai di Livorno in mobilita’ e gli immigrati
aggrediti a Firenze con i tv-makers di quartiere? Chi distribuisce saggi
o musica sotto licenza libera (free licences) e chi vuole che l’acqua
ritorni un bene pubblico? Chi chiede la tassazione delle rendite
finanziarie con gli archivisti e i bibliotecari che si oppongono alla
tassa sulla lettura? L’anziana signora che mi insegna a fare le
marmellate con l’hacker che mi dice come usare la posta elettronica in
modo sicuro? E i promotori di nuovi modelli di partecipazione civica dal
basso o chi protesta contro politiche urbanistiche calate dall'alto cosa
ha in comune con il movimento del free software o con i ricercatori
precari? Molto. Lo si e’ capito qualche settimana fa all’incontro “Tra
emergenza ed emersione digitale”, svoltosi al CPA con la collaborazione
della Libreria Majakowskij. Avviato con la discussione di alcuni nuovi
libri (prodotti dai progetti Laser, Ippolita e Unimondo), e di una nuova
rivista (ISDR-Il secolo della rete), l’appuntamento ha raccolto
esperienze di gruppi e associazioni soprattutto toscane, che operano sia
a livello locale che nazionale, impegnati sui temi dei diritti digitali
(dalla privacy alle questioni della proprietà intellettuale,
all’inclusione digitale), del precariato e della difesa dei beni comuni,
materiali e immateriali. Secondo l’ampia rete di soggetti partecipanti
al progetto sono questi i tre nodi politici principali della società
dell’informazione e della conoscenza, che troppo spesso nel dibattito
corrente viene assunta come espressione neutra e fenomeno settoriale.
Nel racconto delle esperienze dei diversi gruppi lo si e’ ben capito.
Primo aspetto, i diritti digitali sono una questione essenziale ormai
per tutti, navigatori di Internet e no, perche’ le reti digitali che lo
vogliamo o no attraversano ormai la vita di ciascuno. Secondo punto. Il
precariato colpisce giovani e non piu’ giovani con le stesse minacce; è
una grave forma di discriminazione sociale, capace di minare al tempo
stesso produzione e riproduzione di saperi critici, competenze
professionali, autonomia e dignita’ dei lavoratori in tutti i settori,
tanto nella ricerca scientifica quanto nell’informazione, nei teatri e
nelle biblioteche quanto nelle fabbriche. Infine, terza questione,
l’erosione dei beni comuni, materiali e immateriali - dall’acqua alla
sfera pubblica della comunicazione, dalla scuola alla ricerca, dalla
cultura al software - compiuta attraverso l’affermazione assoluta di uno
specifico modello di mercato, sempre piu’ sfacciatamente premiante la
rendita - e’ costitutivamente antitetica ai valori della cittadinanza,
della liberta’, della solidarieta’ e della partecipazione. In questo
specifico contesto le tecnologie digitali vengono usate sempre piu’ come
mezzi di controllo e frammentazione delle relazioni sociali, del lavoro
e dei saperi, mentre vengono del tutto oscurate le pratiche e le
potenzialità emancipatorie, sia sul versante di una piu‘ ampia
partecipazione alla sfera pubblica e alla politica, che su quello della
riorganizzazione del lavoro, di tutto il lavoro, secondo modalita’ che
lo valorizzino piuttosto che svilirlo.
Si tratta dunque di una sfida trasversale che interessa tutte le forme
di discorso critico degli ultimi anni. Senza garanzie dei diritti civili
e del lavoro - diritti oggi profondamente da aggiornare alla luce della
trasformazione delle modalita’ di comunicazione e di organizazione
produttiva -, senza accesso ai beni comuni (tanto spazi sociali di
relazione e saperi, quanto risorse indispensabili alla esistenza
biologica) la stessa partecipazione e’ minacciata alla radice; resta per
i piu’ una mera possibilita’ teorica e/o una specie di lusso per pochi,
prefigurando un modello di societa’ illiberale e iniquo.
Per questi motivi i promotori credono che sia utile proseguire ed
allargare questo percorso, individuando sinergie operative nel rispetto
dell’autonomia e della specificita’ di ciascun soggetto, e con la
consapevolezza che si tratta di tematiche piu’ che mai urgenti per tutti
quelli che operano a sostegno di una societa’ piu’ aperta, piu’ giusta,
piu’ libera per tutti, insomma ... una societa’ dove il termine
‘innovazione’ non evochi spettri gattopardeschi, ma rimandi davvero ad
una occasione colta per l’emancipazione sociale.

I promotori/partecipanti.
Ricercatori precari toscani, Tempo perso, StranoNetwork,
Autistici/inventati, Settival, Ippolita, Anelli mancanti,
CPA-Majakowskij, ARCI toscana, Social forum toscano, Rete dei movimenti
per la ripubblicizzazione dell’acqua, Copydown, Flug, Assoli, ISDR,
Cris-Italia, Laser.

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