Giro dall'ufficio stampa CRUI.
il modello telethon si estende: che i cittadini diano i loro soldi, lo stato li dà all'esercito e/o al ponte sullo stretto.
Va inoltre sottolineato il paragone tra università e chiese. Davvero la ricerca è qualcosa che "può" essere finanziato, non che "deve" essere finanziato, come i cleri di qualche religione?
Oltretutto, grazie alla presenza del vaticano, le chiese prendono l'8 per mille. Le associazioni - e le università - prendono il 5.
no comment.
ciao
m



-------- Messaggio Originale --------
Oggetto: 5 per mille: una grande opportunità per i giovani e la ricerca universitaria
Data: Thu, 9 Mar 2006 15:01:17 +0100
Da: CRUIuff.stampa <[EMAIL PROTECTED]>


 

5 per mille: una grande opportunità per i giovani e la ricerca universitaria

 

Roma, 9 marzo 2006. Alla vigilia della XVI settimana della cultura scientifica, gli Atenei italiani hanno sottolineato oggi, con iniziative rivolte ai mezzi di informazione, il determinante ruolo dalla ricerca universitaria e la volontà unitaria del sistema di destinare i ricavati del 5 per mille all’erogazione di borse di studio per giovani ricercatori.

 

“L’entusiasmo dei giovani – ha dichiarato Giuseppe Silvestri, Delegato per la Ricerca della CRUI e Rettore dell’Università di Palermo - è la risorsa più preziosa non solo per il sistema universitario, ma per ogni società che voglia crescere ed evolversi. Dare fiducia al binomio giovani e Ricerca rappresenta un atto consapevole e lungimirante, che indica al Paese la strada vincente per un rilancio competitivo internazionale. Senza la freschezza, la creatività e l’ingegno dei giovani la Ricerca non può andare avanti” .

 

L’iniziativa rientra nel quadro di un ampio progetto promosso dalla CRUI per avvicinare sempre più la scienza alla società e i cittadini ai temi della Ricerca, spesso percepita come un concetto astratto, lontano dal vissuto quotidiano. Tappa importante di questo percorso sarà rappresentata dalla Giornata della Ricerca, durante la quale l’Università italiana mostrerà al Paese le caratteristiche straordinarie del proprio sistema di ricerca.

 

In realtà infatti, con una rete di più di mille laboratori distribuiti negli Atenei italiani, di cui oltre il 30% situati nel Mezzogiorno, la ricerca universitaria rappresenta oggi un sistema organizzato e complesso  che opera ogni giorno per assicurare al Paese risposte alle domande fondamentali della società, in tutti i suoi settori e comparti, dalla Sanità all’Ambiente, dall’Energia all’Alimentazione. Per avere un’idea di quanto essa sia presente nella vita quotidiana basti pensare all’etichetta di garanzia dell’acqua che beviamo, alla solidità dei palazzi in cui abitiamo, al vaccino con cui ci proteggiamo e in molti altri aspetti della quotidianità.

 

“La scienza vera è fantasia applicata alla soluzione di problemi concreti” - ha dichiarato Giorgio Parisi, direttore del Centro di ricerca e sviluppo SMC - Statistical Mechanics and Complexity - dell'Istituto Nazionale per la Fisica della Materia. Sul contributo che le giovani generazioni possono dare alla Ricerca, Parisi ha poi sottolineato che “con l'età si diventa più esperti, più dotti, ma meno capaci di accorgerci quando il re è nudo. L'università deve investire in nuovi ricercatori. Solo da essi può venire quella ventata di novità che dovrebbe rinnovare le capacità produttive del nostro paese. Dobbiamo costruire un nuovo miracolo economico e questo sarà possibile solo ringiovanendo con persone capaci le nostre strutture universitarie”.

 

Purtroppo i dati relativi alla Ricerca nel nostro Paese non sono confortanti. Il numero di ricercatori nel mercato del lavoro è pari al 2,82 per mille, circa la metà rispetto alla media europea (UE-15: 5,68 per mille) e oltre che pochi, i ricercatori italiani sono mediamente meno giovani dei colleghi stranieri: in Italia più della metà dei dottori di ricerca (52,6%) consegue il titolo tra i 30-34 anni; l’età media dei ricercatori è di 46 anni e un terzo accede alla carriera dopo i 38. A peggiorare questo già desolante quadro, negli ultimi anni inoltre il numero degli addetti alla ricerca nelle Università ha subito una battuta d’arresto dopo alcuni anni di lenta ma costante crescita: -1,5% il personale e -1,9% i ricercatori (fonte ISTAT).

 

Sul ruolo determinante dei giovani insiste anche Silvio Garattini, Presidente dell’Istituto Mario Negri: “I giovani – ha infatti ribadito in una dichiarazione rilasciata a sostegno dell’iniziativa - devono essere incentivati ad intraprendere la strada della ricerca nella consapevolezza che tale scelta richiede spirito di sacrificio, onestà intellettuale, tenacia, pazienza nell’attesa di risultati che possono tardare ad arrivare. Ma devono anche sapere che, dedicandosi alla Ricerca, in ogni caso intraprendono un’attività appagante come poche e altamente formativa non solo dal punto di vista tecnico-scientifico, ma anche e soprattutto dal punto di vista umano.”

 

Destinare la quota del 5 per mille a un Ateneo non significa solo dare un aiuto concreto al settore della Ricerca che mai come in questi anni necessita di un segnale collettivo forte in grado di valorizzarla nel contesto europeo e internazionale. Significa soprattutto investire nelle nuove generazioni che rappresentano la linfa vitale della Ricerca e credere nel futuro della scienza, dell’Università e del Paese.

 

 



www.crui.it

 

--
www.e-laser.org
Laser@inventati.org

Rispondere a