In Inghilterra, se costruissero case a bassa dispersione di calore servirebbe molta meno energia. Inoltre la microgenerazione puo' sfruttare anche l'energia idrica. Non e' detto che vada fatta casa per casa: un fiume, o le maree, possono fornire energia a un paesello (cfr Leggett, fine corsa) Inoltre, migliorare l'attuale produzione di energia ridurrebbe l'uso di combustibili: la cosiddetta cogenerazione, per esempio, sembra che possa piu' che raddoppiare l'efficienza energetica del combustibile fossile, producendo calore ed energia elettrica nello stesso ciclo (cfr: Un futuro senza luce, di Maurizio Pallante).

"L'energia solare poi è massima quando la domanda è minima": che vuol dire questa frase? Se capisco bene, si riferisce alle necessità di riscaldare le case. O no? E comunque, il raffreddamento tramite condizionatori sta iniziando a rivaleggiare con il riscaldamento in quanto a consumo di energia. Secondo me le prime risposte immediate, da fare oggi, sono due: decrescita, e minimizzare gli sprechi. Secondo pallante, possiamo piu' che dimezzare i consumi casalinghi di fossili con pochi accorgimenti. (=meno gas serra)
ciao
m

p.s.
il solare probabilmente servirà a una cosa soprattutto: grandi centrali (tipo in sicilia, spagna, nordafrica) che producano idrogeno per tutto il resto. Se si riesce a fare questo, siamo piu' o meno a posto.



pwd wrote on 09/10/2006 18.05:
Apparira' domani su e-laser:

http://www.e-laser.org/new/news.asp?idNews=543

George Monbiot è l'autore di "Heat", un saggio appena pubblicato in Inghilterra sul riscaldamento del pianeta. Nel libro, intende dimostrare che è possibile mantenere l'economia avanzata inglese attuale e allo stesso tempo raffreddare il pianeta, con un'adeguata politica energetica.

Però, spiega in un articolo pubblicato sul New Scientist, non bisogna inseguire falsi miti. L'energia solare e quella eolica vanno sfruttate, ma la micro-generazione di energia (grazie a cui ciascuno potrebbe prodursi energia rinnovabile da sé) è un mito, e avrebbe un impatto bassissimo sul sistema.

Prende dunque in esame gli esempi di microgenerazione più diffusi: l'energia dal vento e dal sole. Una centrale eolica domestica dovrebbe essere così grande da danneggiare la casa stessa, per la forza del vento necessaria a sostenere il consumo quotidiano. Nemmeno i pannelli solari, anche se coprissero l'intera Inghilterra, non basterebbero, e tra l'altro rappresentano una spesa eccessiva di soldi che possono essere investiti meglio. L'energia solare poi è massima quando la domanda è minima, e viceversa. Gli scaldabagni solari, infine, fornirebbero il 2% del calore necessario ad una casa media.

Monbiot suggerisce dunque di seguire altre strade: il potenziamento della rete elettrica ad alta tensione, che spreca meno corrente, e l'installazione di mega centrali eoliche in mare aperto, con danni minori per il paesaggio e l'ecosistema e migliori benefici.

Certo, Monbiot ha un punto di vista particolare: in questo momento perora la causa ambientalista cercando di dimostrare che si può raffreddare il pianeta senza rinunciare al benessere. Perciò, scarta le soluzioni che producono meno energia, come la micro-generazione: ma non è detto che produrre meno energia sia poi così male, per la nostra vita, se corrispondesse ad un modello di sviluppo diversamente orientato (la cosiddetta teoria della decrescita). La generazione decentrata di energia, inoltre, ha anche altri vantaggi meno "quantitativi". La centralizzazione dell'energia, lo vediamo bene oggi, genera accumulazioni di potere che portano anche alle guerre, commerciali o guerreggiate. E il riavvicinamento tra la fonte dell'energia e il luogo del suo consumo genera maggiore consapevolezza sull'interazione tra uomo e ambiente. Fatte salve queste considerazioni, devo ammettere che anche io (come Monbiot prima di documentarsi, del resto) ero tra quelli che sopravvalutavano il potenziale impatto delle micro-fonti di energia.
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