Volevo anche aggiungere questa notizia anche se corro il rischio di far
pubblicita' ai conservatori :-(

http://www.conservatives.com/tile.do?def=news.story.page&obj_id=135394

Il ministro ombra dei conservatori inglesi ha calcolato che adottando software
open source, la macchina amministrativa del governo inglese potrebbe salvare
fino a 600 milioni di sterline all'anno (a me sembra un po' troppo).

A quando Zincfinger ministro della scienza? ah aha hahha...

Cia', s.


Quoting [EMAIL PROTECTED]:

L'ufficio brevetti americano vuole aprire il processo di esame delle richieste di brevetto a tutti attraverso Internet usando la tecnologia Wiki, come riporta il Washington Post (in realtà Wiki non è lo strumento più adatto, ma ormai Wiki è diventato sinonimo di "collaborazione via Web"), Il problema è questo: all'ufficio arrivano troppe richieste di brevetto; nonostante l'aumento di personale non riescono a star dietro alle pratiche e i brevetti approvati spesso non sono abbastanza innovativi; dato che la probabilità di ottenere il brevetto è aumentata, le richieste aumentano a loro volta e il circolo vizioso peggiora sempre più l'uso della proprietà intellettuale. In altre parole, è diventato più facile brevettare, se non la ruota, conoscenze note da millenni come quelle sulle colture tradizionali del Terzo Mondo, o diavolerie informatiche di uso comune ma mai brevettate. E spesso bisogna aspettare cause legali decennali per avere giustizia contro proprietà intellettuali abusive.

Allora, si chiede al pubblico di dare una mano, segnalando online se un'invenzione sia davvero originale o inutile. Potrebbe essere una novità non da poco. Infatti, l'abuso dell brevetto non dipende solo dalle strategie politiche ad alto livello, come quelle adottate al WTO a favore delle multinazionali farmaceutiche, agroalimentari, o informatiche. Spesso, la "brevettabilità del tutto" deriva piuttosto da meccanismi meno appariscenti, come il sottofinanziamento di un ufficio brevetti costretto ad accelerare le pratiche e adottare criteri più approssimativi. Non accade solo negli USA: anche gli esaminatori del Patent Office Europeo di Monaco nel 2006 hanno scioperato per l'eccessivo carico di lavoro e per il modo in cui vengono retribuiti. Ogni esaminatore è pagato in base al numero di pratiche espletate, e dunque ha interesse a non approfondire troppo l'esame.

L'idea del Patent Office americano non è comunque il primo tentativo di aiutare la comunicazione scientifica, eminentemente cartacea, con gli strumenti telematici. Nel 2006, anche la rivista Nature ha aperto un forum on line in cui i lettori potevano partecipare al processo di peer review, cioè di selezione del materiale degno di pubblicazione. L'esperimento è fallito: i commenti giunti al sito furono pochissimi. Ma al Patent Office potrebbe andare diversamente.

Mentre chi scrive un articolo scientifico tende a massimizzare la specializzazione del proprio lavoro e restringere la cerchia dei rivali scientifici, chi chiede un brevetto spera di allargare quanto possibile la portata della propria invenzione per poter aumentare l'area di applicazione e, dunque, il possibile ritorno economico. In questo modo, però, si rischia di pestare i piedi a un numero maggiore di persone. Perciò, in ambito brevettuale potrebbe esserci maggior impulso a mettere bocca su lavoro degli altri. Vedremo.

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www.e-laser.org
Laser@inventati.org




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