Salve Carlo,

ho una domanda: ma che tu sappia, la Legge è ancora uguale per tutti?

O basta introdurre un automatismo sufficientemente opaco per violare
i diritti fondamentali di milioni di persone?


> iii) l’inesattezza di dati personali rivelata dagli out-put errati
> della chat (questa è davvero significativa di un grave problema di
> comprensione del servizio stesso)

... oppure è significativa di una profonda comprensione del diritto.

L'Autorità Garante ha chiesto di conformare uno strumento alla Legge.

E come sai, ChatGPT non è un fenomeno naturale fuori dal controllo
umano, ma un software. Come ogni altro software può essere modificato
per correggerne il funzionamento.

> in un sistema in cui probabilmente manco OpenAi sa granularmente cosa
> c’è e cosa accade, non mi pare facile “adempiere” all’ordine
> immediato...

Se OpenAI (che si legge Microsoft) non ha soldi o competenze
sufficienti per correggerne il funzionamento, in modo che il
dataset utilizzato per la sua programmazione statistica e il
suo output rispettino i diritti umani, può spegnerlo.

Anche l'ILVA non aveva soldi sufficienti per operare in conformità con
la Legge, e Taranto (e noi con le nostre tasse) pagheremo per decenni
il fatto che nessuna delle autorità competenti sia intervenuta per
tempo.

Lo stesso vale per la Eternit, ad esempio.

Tutti a girarsi dall'altra parte per non disturbare il business.

Per una volta che un'Autorità di Garanzia OSA fare il proprio mestiere,
l'unica cosa che mi sento di fare è applaudire.

> Mi chiedo ad esempio come nell’ampio data-set formato dagli archivi
> delle principali testate giornalistiche statunitensi (uno negli n°
> data set dichiarati) possano esser individuati, contrassegnati e
> bloccati i soli dati delle persone, non italiane, ma stabilite in
> Italia. 

Bravo: questa è una delle azioni necessarie per limitare il trattamento.
(NB: necessarie, ma non sufficienti ;-)

Si prende il dataset, si paga un plotone di persone per leggere e
ricopiare manualmente nel sistema solo gli articoli che non includono
dati personali di cittadini Europei.

Ovviamente ogni articolo va letto da almeno 3 persone e si includono
nel dataset solo quelli confermati da tutte e tre le persone.
Far copiare il testo dell'articolo serve a garantirne l'effettiva
lettura.

E' possibile? Sì.

E' costoso? Moltissimo.

Ma se non violare un diritto di milioni di persone costa troppo,
possiamo sbattercene?

Che io sappia, no.
Perché nessuno è costretto a sviluppare e diffondere agenti chatbot
o LLM come GPT4. E la libertà di chi decide di farlo, finisce dove
iniziano i diritti di tutti gli altri.

> Anche in quel caso una legge inadeguata ed inattuale (e incompatibile
> con l’art.21 Cost) si scontrava con una evoluzione tecnologica che ne
> palesava l’assoluta iniquità.

Dunque secondo te, anche ChatGPT palesa l'iniquità della normativa.

Posizione interessante, posso chiederti approfondire?

In che senso il GDPR è iniquo?
E l'articolo 2 della Costituzione, non ti sembra altrettanto iniquo?
E l'articolo 3 della Costituzione? E' iniquo o proprio una barzelletta?

Io non posso scrivere cose false su di te: perché OpenAI può farlo? 


> Bloccare l’accesso dall’italia, a fronte di un provvedimento così
> generico è la prima soluzione che io suggerirei al provider ed è temo
> l’unica cosa che si può fare senza bloccare l’intero servizio
> worldwide.

Il provvedimento non è generico: rileva gravi violazioni di Legge ed
esige la immediata interruzione delle stesse.

Bloccare l'accesso dall'Italia non ne sana nessuna: in tutto il resto
del mondo, informazioni false relative ai cittadini italiani ed europei
continuano ad essere diffuse da OpenAI tramite GPT4 e ChatGPT.

E questo al di là delle VPN che, sebbene non proteggano in alcun modo
i dati personali di chi le utilizza, permettono di aggirare queste
arbitrarie discriminazioni da parte di un azienda di un intero popolo 
che ha osato esigere il rispetto delle proprie leggi.


Ad oggi, che io sappia, l'unico modo che OpenAI ha per rispettare 
il GDPR e i MIEI e TUOI diritti fondamentali, è rieffettuare la
programmazione di GPT4 a partire da dataset che non includano 
i dati personali dei cittadini europei.

Fino ad allora, DEVE interrompere il "servizio".


Se non lo fa, viola il GDPR.

GDPR che protegge (bene o male è un altro discorso) i miei diritti,
i TUOI diritti, quelli dei nostri figli e della loro generazione.


Trovo assurdo che, di fronte a tale scempio del Diritto e dei diritti
di milioni di persone, qualcuno si strappi le vesti perché gli è stato
tolto un giocattolo.


Personalmente, queste reazioni mi spaventano molto.



Giacomo


On Sun, 2 Apr 2023 09:12:14 +0200 Carlo Blengino wrote:

> Provo a proporvi alcune considerazioni in diritto, giusto per tentare
> di dare un contributo, per quel che posso, nell'interpretare un
> provvedimento che mi lascia molto perplesso.
> 
> 
> 1) Il provvedimento è un provvedimento connotato da “particolare
> urgenza ed indifferibilità” tanto da non consentire neppure la
> convocazione in tempo utile del Garante, ovvero del Collegio dei
> Garanti, ed è firmato ed adottato dal solo Presidente. Le ragioni di
> tale straordinaria urgenza ed indifferibilità non sono note e non
> sono espresse nel provvedimento. Non è una buona partenza e la cosa
> si presta a polemiche più o meno strumentali.
> 
> 
> 2) E’ un provvedimento di *limitazione provvisoria del trattamento
> *dei dati personali delle persone che si trovano nel territorio
> italiano (a prescindere da cittadinanza o residenza) e la predetta
> limitazione *ha effetto immediato a decorrere dalla data di
> ricezione* del provvedimento. Dunque
> dal 31/03/2023.
> 
> C’è poi una seconda imposizione che assegna 20 giorni per comunicare
> quali iniziative siano state intraprese al fine di dare attuazione a
> quanto prescritto, ovvero l’immediata limitazione del trattamento (io
> non leggo altre prescrizioni), e per fornire ogni elemento ritenuto
> utile a giustificare le violazioni evidenziate. Violazioni per cui
> sussiste un *fumus boni juris* e che saranno oggetto di futura
> istruttoria.
> 
> Non sono stati concessi 20 giorni per conformarsi al GDPR, ma 20
> giorni per spiegare cosa hanno immediatamente fatto in relazione al
> provvedimento.
> 
> 
> 3) Prima di affrontare il tema centrale su cosa si intenda per
> “limitazione del trattamento” è opportuno precisare quali profili di
> illiceità individui il provvedimento. Mi paiono 4, ma non sono
> sicuro: i) l’assenza di informativa (che invece c’è); ii l’assenza di
> base giuridica nel trattamento dei dati personali nei grandi dataset
> di addestramento (tema amplissimo che incide su tutti i sistemi di ML
> e non solo); iii) l’inesattezza di dati personali rivelata dagli
> out-put errati della chat (questa è davvero significativa di un grave
> problema di comprensione del servizio stesso) ed in ultimo iv) il
> problema dell'accesso dei minori.
> 
> 
> 4) Ora, tralasciando le molte considerazioni in diritto che potrebbero
> farsi su queste più o meno provate violazioni, ed a prescindere dalla
> loro fondatezza, è necessario capire cosa è una “limitazione del
> trattamento”. E’ fondamentale credo per capire la reale portata del
> provvedimento emesso dal Presidente del Garante e quali opzioni
> avesse OpenAI al di là di quella, piuttosto semplice, di fregarsene
> del provvedimento non essendo stabilita in EU e non essendo pensabile
> alcuna capacità esecutiva o impositiva da parte dell’Autorità
> Italiana, soprattutto al di fuori di qualsiasi coordinamento con le
> omologhe Autority europee, efficace quanto meno a livello di
> pressione politica.
> 
> Purtroppo ancora una volta il provvedimento non aiuta a capire quale
> limitazione il provider avrebbe dovuto applicare, a quali dati in
> concreto e a quali specifici trattamenti; in un sistema in cui
> probabilmente manco OpenAi sa granularmente cosa c’è e cosa accade,
> non mi pare facile “adempiere” all’ordine immediato...
> 
> Sul punto può aiutare il Considerando 67 del GDPR ove si legge: N*egli
> archivi automatizzati, la limitazione del trattamento dei dati
> personali dovrebbe in linea di massima essere assicurata mediante
> dispositivi tecnici in modo tale che i dati personali non siano
> sottoposti a ulteriori trattamenti e non possano più essere
> modificati. Il sistema dovrebbe indicare chiaramente che il
> trattamento dei dati personali è stato limitato.*
> 
> Gli informatici della lista mi aiuteranno a capire come si applica una
> limitazione del trattamento sui dati personali di interessati
> stabiliti in Italia in una rete quale quella utilizzata da ChatGpt.
> Mi chiedo ad esempio come
> nell’ampio data-set formato dagli archivi delle principali testate
> giornalistiche statunitensi (uno negli n° data set dichiarati) possano
> esser individuati,
> contrassegnati e bloccati i soli dati delle persone, non italiane, ma
> stabilite in Italia. Il provvedimento credo implicherebbe il blocco
> dell’intera rete, ma sul punto gli informatici mi aiuteranno. Io non
> saprei che fare.
> 
> Ma al di là dei dati già archiviati, OpenAI dal 31/03/2023 non può
> ovviamente trattare, e dunque acquisire, dati di interessati
> stabiliti in Italia. Sarebbe singolare non applicare una generica
> limitazione all’acquisizione.
> 
> Bloccare l’accesso dall’italia, a fronte di un provvedimento così
> generico è la prima soluzione che io suggerirei al provider ed è temo
> l’unica cosa che si può fare senza bloccare l’intero servizio
> worldwide.
> 
> *Quel provvedimento d’urgenza non chiede adeguamenti al GDPR o la
> messa in conformità: individua e ipotizza alcune possibili violazioni
> e opera cautelativamente la limitazione di alcuni dati personali
> (quelli delle persone che si trovano nel territorio italiano), alla
> data 31/03/2023. Punto.*
> 
> Le critiche al blocco operato da OpenAI ieri mi pare possano avere
> una loro fondatezza solo se rapportate alla scelta, del tutto
> legittima, tra due opzioni: fregarsene del provvedimento oppure in
> qualche modo adempiere nell’unico
> modo possibile: bloccare l’Italia. E probabilmente per sfruttare
> l’abnormità del provvedimento e sollevare un caso OpenAI ha scelto la
> seconda.
> 
> Concordo con Casilli: ci sono analogie con la vicenda Berlusconi
> degli anni ‘80. Anche in quel caso una legge inadeguata ed inattuale
> (e incompatibile con l’art.21 Cost) si scontrava con una evoluzione
> tecnologica che ne palesava l’assoluta iniquità. La mossa di
> Berlusconi fu una forzatura del tutto legittima, e fu scelta
> efficace. I benefici in termini pluralismo nel settore dei media ed i
> danni e i disastri della televisione commerciale sono poi un’altro
> capitolo della storia.
> 
> 
> Io mi fermo qui, e ringrazio ancora una volta Nexa per questo spazio
> di discussione che da mesi, con competenza, dibatte su una cosa
> grossa che ci sta accadendo: il tema mi pare davvero non meriti di
> esser affrontata dagli enti regolatori italiani con provvedimenti
> d’urgenza inutili, inefficaci e forieri di danno per l’Italia.
> Purtroppo l’andazzo è questo, non solo nell’approccio alle questioni
> tecnologiche a noi care.
> 
> Buona domenica
> 
> Carlo
> 
> Il giorno sab 1 apr 2023 alle ore 16:38 de petra giulio <
> giulio.depe...@gmail.com> ha scritto:  
> 
> > Leggo sul sito del Garante il testo del provvedimento:
> >
> > OpenAI, che non ha una sede nell’Unione ma ha designato un
> > rappresentante nello Spazio economico europeo, deve comunicare
> > entro 20 giorni le misure intraprese in attuazione di quanto
> > richiesto dal Garante, pena una sanzione fino a 20 milioni di euro
> > o fino al 4% del fatturato globale annuo.
> >
> > Non è una drammatizzazione, ma un provvedimento coerente con i
> > rilievi formulati e in linea con altri provvedimenti emanati dal
> > Garante. Entro 20 giorni Open AI deve comunicare quali misure
> > intende adottare per eliminare le cause dei rilievi formulati. Non
> > attuare le misure, che possono richiedere tempo, ma solo
> > comunicarle al Garante.
> >
> > Non comprendo proprio perché con questa decisione:
> > ‘lo Stato regola i comportamenti dei cittadini riducendo i gradi di
> > libertà e l'agibilità dello spazio pubblico.’
> > Al contrario mi sembra che l’Autorita’ di garanzia, organo dello
> > Stato, ma non del governo, cerchi di svolgere il suo compito di
> > tutela dei cittadini, provando a rendere meno infrequentabile uno
> > spazio pubblico colonizzato da imprese private digitali.
> >
> > A meno di eccepire sul merito dei rilievi del Garante, o di
> > contestare le regole che il Garante ha l’obbligo (non la
> > discrezione) di attuare, la questione politica evidente è quella
> > della enorme sproporzione di potere tra gli organismi pubblici
> > nazionali che hanno il compito di attuare le regole decise in sede
> > politica e le grandi imprese digitali alle quali quelle regole sono
> > destinate.
> >
> > Il richiamo che fa Antonio Casilli ad un altro momento della recente
> > storia italiana mi sembra efficace e pertinente.
> >
> > G.
> >
> >
> >
> >
> >
> > Il giorno sab 1 apr 2023 alle 12:05 Guido Vetere
> > <vetere.gu...@gmail.com> ha scritto:
> >  
> >> Mentre continuo a veleggiare su ChatGPT con una banalissima VPN, mi
> >> inoltro in qualche tentativo di ragionamento.
> >>
> >> Immagino che il Garante abbia valutato che le garanzie di
> >> protezione dei dati personali fornite da OpenAI siano
> >> insufficienti, e non ho ragione di credere che tali valutazioni
> >> siano erronee.
> >>
> >> Ma a questo punto interviene una decisione: diffidare OpenAI e
> >> minacciare una multa. A fronte di questa, la società statunitense
> >> decide a sua volta di sospendere il servizio in Italia.
> >>
> >> Entrambe le opzioni mi sembrano fuori misura: da una parte sarebbe
> >> bastata, di primo acchito, una richiesta di chiarimenti e un
> >> invito alla cautela alla nostra cittadinanza; dall'altra si
> >> sarebbe potuto attendere il decorso dei termini della diffida
> >> italiana.
> >>
> >> Siamo pertanto di fronte a una drammatizzazione.
> >>
> >> L'authority italiana, che non è il Governo ma forse coglie lo
> >> 'spirito dei tempi', agisce in modo patriarcale: lo Stato regola i
> >> comportamenti dei cittadini riducendo i gradi di libertà e
> >> l'agibilità dello spazio pubblico.
> >>
> >> OpenAI coglie l'occasione per ridurre all'assurdo la posizione di
> >> chi critica gli sviluppi e gli impieghi della loro loro tecnologia.
> >>
> >> Vittime di questa drammatizzazione sono coloro che in tutto il
> >> mondo stanno cercando di costruire uno sviluppo sostenibile,
> >> sicuro e sociale delle tecnologie.
> >>
> >> G.
> >>
> >>
> >> On Sat, 1 Apr 2023 at 11:19, Enrico Nardelli
> >> <narde...@mat.uniroma2.it> wrote:
> >>  
> >>> A me pare che la decisione del Garante sia formalmente
> >>> ineccepibile: sarò lieto di leggere pareri difformi da parte
> >>> degli avvocati esperti di privacy presenti in lista.
> >>>
> >>> Per il momento è un atto urgente del Presidente che il collegio
> >>> deve confermare entro 30 giorni (come immagino accadrà).
> >>> Però penso che quelli che ritengo siano i due punti principali
> >>> contestati:
> >>> - la mancanza di un'informativa rispondente al GDPR sui dati
> >>> raccolti
> >>> - la mancanza di un sistema di verifica dell'età
> >>>
> >>> possano essere rimediati in un tempo sicuramente inferiore a 6
> >>> mesi (la moratoria richiesta dalla famosa lettera).
> >>>
> >>> Personalmente proverei a fare qualcos'altro, basandomi sulla
> >>> legislazione in materia di informazione al pubblico. Non sono un
> >>> avvocato, quindi non posso dire se sia fattibile, ma in sostanza
> >>> qui abbiamo un sistema che - a differenza dei motori di ricerca
> >>> che rispondono agli utenti con qualcosa di realmente esistente
> >>> sul web - fabbrica informazioni false.
> >>>
> >>> Questo difetto può essere corretto con molta più difficoltà e
> >>> quindi quest'approccio fornirebbe, se fattibile, una base legale
> >>> per bloccare l'uso di ChatGPT per un tempo molto più lungo.
> >>>
> >>> Sia chiaro: non ritengo abbia senso bloccare ricerca e sviluppo in
> >>> questo settore, ma qui c'è qualcosa di equivalente (anzi,
> >>> probabilmente superiore) ad una tecnologia per costruire a costo
> >>> irrisorio reattori nucleari portatili. Possono essere un enorme
> >>> vantaggio per tutti, ma possono essere anche assai pericolosi.
> >>> Una qualche forma di regolamentazione va trovata.
> >>>
> >>> Aggiungo che un reclamo presentato negli USA alla Federal Trade
> >>> Commission da parte del Center for AI and Digital Policy (
> >>> https://s899a9742c3d83292.jimcontent.com/download/version/1680174583/module/8450182663/name/PRESS-CAIDP-OpenAI-FTC-Complaint.pdf)
> >>> cita, tra l'altro, la "consumer deception" come motivo per
> >>> bloccare l'utilizzo di questi strumenti.
> >>>
> >>> Concludo osservando che il paragone con regimi autoritari mi
> >>> sembra un po' fuor di luogo: questo collegio non è espressione
> >>> dell'attuale governo (che comunque è il risultato di elezioni
> >>> democraticamente svolte) ma del governo Draghi.
> >>>
> >>> Ciao, Enrico
> >>>
> >>> --
> >>>
> >>> -- EN
> >>> https://www.hoepli.it/libro/la-rivoluzione-informatica/9788896069516.html
> >>> ======================================================
> >>> Prof. Enrico Nardelli
> >>> Presidente di "Informatics Europe"
> >>> Direttore del Laboratorio Nazionale "Informatica e Scuola" del
> >>> CINI Dipartimento di Matematica - Università di Roma "Tor Vergata"
> >>> Via della Ricerca Scientifica snc - 00133 Roma
> >>> home page: https://www.mat.uniroma2.it/~nardelli
> >>> blog: https://link-and-think.blogspot.it/
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