Buongiorno a tutti,
ultimamente ho fatto un'immersione nelle politiche all'incrocio tra giovani
e digitali.Noto con rammarico che la possibilità del software libero è
assente in tutte le linee guida di alto livello (da 'European Fit for the
Digital Decade','Digital Education Action Plan', UNESCO in poi) ma anche
nelle 'pratiche' di agenti educativi non scolastici (io seguo youth
work/volontariato/NGO).
Io stesso ne so molto poco e credo che parte del problema sia la percepita
difficoltà di accesso a questo tipo di tecnologie. Se qualcuno di voi
avesse in mente materiali intuitivi in inglese per farsi un'idea e far fare
un'idea sarei grato di poterli integrare nella mia attività (Vista ora la
risposta di 380*, grazie!).
Buona giornata,

Giovanni Cerboni
*Pro Veritate adversa diligere*


Il giorno gio 9 mag 2024 alle ore 10:18 380° via nexa <
nexa@server-nexa.polito.it> ha scritto:

> Buongiorno Paolo e Damiano,
>
> Paolo Del Romano <delrom...@gmail.com> writes:
>
> [...]
>
> > Questo mi ricorda tanto quello che accadde 25 anni fa nella mia scuola
> dove
> > qualche docente, un preside illuminato e un ex-studente riuscirono a
>
> [...]
>
> > Però rimase una cosa per pochi e soprattutto c'è l'amarezza di non essere
> > riusciti a far capire a molti colleghi docenti la straordinarietà di
> quello
> > che stava accadendo. Infatti poi accadde che  quando il Dirigente
> > Scolastico se ne andò, gran parte di quel lavoro è stato perso,
> dimenticato
> > e la cosa più grave non è stata data l'opportunità agli studenti che sono
> > arrivati dopo, di continuare a beneficiare di quelle formidabili
> esperienze
> > che l'istituto  aveva vissuto e offerto alla comunità scolastica.
> >
> > Speriamo che il Galilei di Verona riesca a fare meglio ma credo che fino
> a
> > quando non avremo qualche burocrate illuminato ai vertici del MIUR (oggi
> > solo MIM) non si faranno passi importanti su questo fronte.
>
> L'esperienza che racconti è la stessa identica che hanno vissuto
> praticamente tutti gli attivisti del software libero che hanno
> contribuito e/o collaborato con istituzioni scolastiche *e* rionali,
> comunali, regionali, statali, nazionali *e* internazionali: non sono
> _mai_ "scalate", non perché non siano "scalabili" ma peché attorno c'è
> un ambiente _sterilizzante_.
>
> In particolare potendo effettuare uno studio sociogico e politologico di
> tutte le attività messe in campo per il software libero e delle
> relazioni istituzionali (disfunzionali) che ne sono seguite, credo di
> non esagerare dicendo che "l'istituzione uccide le buone pratiche per
> questioni di interessi non dichiarati" (poi sì, c'è sempre la scusa del:
> eh ma è roba per /tennici/, lasciamola fare a _loro_).
>
> Qui un articolo che Damiano conosce bene perché lo citò lui in questa
> lista, che ripercorre notevoli esperienze del mondo dell'attivismo del
> software libero nelle scuole, arrivate ai massimi livelli istituzionali,
> a partire dal 1996:
>
> «Le tribolazioni del software libero nelle scuole italiane»
> (La storia di linuxdidattica.org)
>
> http://linuxdidattica.org/docs/documenti/tribolazioni_software_libero.html
> (Antonio Bernardi, circa 2009 ma più probabilmente 2008, l'articolo non
> è datato [1])
>
> ...ci sono "tonnellate" di esperienze virtuose finite più o meno bene
> per motivi del tutto analoghi.
>
> [...]
>
> > Il giorno mer 8 mag 2024 alle ore 17:40 Damiano Verzulli <
> > dami...@verzulli.it> ha scritto:
> >
>
> [...]
>
> >> Per capirci: il servizio di cui parlo (mastodon) è lo stesso che EDPS ha
> >> sperimentato per due anni (con un numero di account sensibilmente
> >> inferiore) e che --come discusso qualche giorno fa [1]-- ha deciso di
> >> chiudere. Dunque, un liceo vince... laddove una alta istituzione
> >> europea... perde.
>
> Sì ma il fatto che "un liceo vince" (una piccola battaglia) così come
> hanno fatto decine e decine di scuole nella recente storia _non_ fa più
> notizia (qualche anno fa sì, almeno locale), mentre che "una istituzione
> europea perde" sta facendo molta notizia /internazionale/ e soprattutto
> "fa tendenza" e nell'immaginario collettivo viene ribadita la
> /narrazione/ che "chi fa da sé... perde".
>
> [...]
>
> >> La domanda è: cosa è possibile fare affinchè tale iniziativa venga
> >> valorizzata? Cosa è possibile fare per portare quel 141 a 200... o anche
> >> piu'... ad esempio a tutti gli studenti della scuola ? Cosa è possibile
> >> fare affinché i due docenti che ci stanno dietro... non rischino di
> >> vedere il proprio operato come "un peso" ma, piuttosto, possano trovare
> >> giovamento da quello che hanno fatto?
> >>
> >> Idee, suggerimenti e commenti (e critiche) sono bene accette :-)
>
> non vedo altra soluzione che abolire d'un botto tutte le istituzioni che
> governano la scuola e lasciare che le _persone_ che amano il proprio
> lavoro [2] si organizzino /anarchicamente/; ovviamente esagero
>
> ... esagero?
>
> un forte abbraccio, sincero e commosso, a tutti coloro che hanno speso i
> migliori anni della propria vita a tentare di cambiare le cose, in
> qualche caso riuscendoci anche in modo egregio, ma che alla fine sono
> (sono... siamo!) stati fregati dai "furbi" o dai "pigri"
>
> [...]
>
> Saluti, 380°
>
>
>
> [1] Articolo edito nell'antologia Il software libero in Italia, a cura
> di Andrea Glorioso ed. ShaKe, Milano 2009 (da http://linuxdidattica.org/)
>
> [2] ci sono, specialmente nella scuola, un sacco di persone (50%?!?) che
> avendo un reddito dignitoso garantito in altro modo diverso da quello
> "vengo a lavorare se mi paghi", lavorerebbero estremamente volentieri
> _gratis_ perché /amano/ infinitamente il proprio lavoro; anzi lo
> farebbero ancora più volentieri perché non avrebbero colleghi che
> lavorano NON amando il proprio lavoro.
>
> --
> 380° (Giovanni Biscuolo public alter ego)
>
> «Noi, incompetenti come siamo,
>  non abbiamo alcun titolo per suggerire alcunché»
>
> Disinformation flourishes because many people care deeply about injustice
> but very few check the facts.  Ask me about <https://stallmansupport.org>.
>

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