2012/4/24 Giovanni Porcari <giovanni.porc...@softwell.it>: > Non sarebbe più semplice dire da subito che ci sono oggetti mutabili (le > scatole) e oggetti immutabili ?
Qui faccio io il pedante... in Python uno dei problemi piu' grossi e' a mio avviso capire che le variabili sono in prativa l'unico concetto del modello che non e' un oggetto. In Python tutto e' un oggetto e tutto quello che e' un oggetto lo puoi manipolare al solito modo. L'unica cosa che *veramente* non e' un oggetto sono i *nomi* degli oggetti, ovvero le variabili. Certo, riesci a tirarle dentro nel giocattolo passando per opportuni dizionari... ma di per se non sono oggetti. > Se la strisciolina 'Pieruccio va al mercato' non ha altri fili collegati > allora la butto nel cestino. Posto che la metafora del filo non mi dispiace affatto (e ricorda quella del dito), anche le scatole funzionano. Tu hai una scatola e ci metti dentro un oggetto. In qualunque momento puoi mettere un altro oggetto nella scatola. Accedi le scatole con un nome. E quando hai bisogno di un oggetto lo devi andare a pescare in qualche scatola. Ok. Poi il vantaggio del filo e' che e' molto piu' facile spiegare l'aliasing che con le scatole. > Lo so che è un'esempio idiota ma salverebbe molti dalla convinzione che le > variabili python siano come quelle > FORTRAN o COBOL o PASCAL etc etc. Beh, ma nel caso di questi linguaggi non direi che la metafora delle scatole funziona... La metafora delle scatole funziona bene con i linguaggi "reference based". -- . ..: -enrico- _______________________________________________ Python mailing list Python@lists.python.it http://lists.python.it/mailman/listinfo/python