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da Il Foglio, sabato 16 novembre 2002,

GIUSTIZIA SPETTACOLO

Associazione sovversiva, l¹accusa è pesante ma l¹addebito più chiaro
è di aver scritto e-mail a Scalzone

Napoli. Il 19 maggio di un anno fa, proprio a cavallo tra i vertici
internazionali di Napoli e Genova, esponenti del movimento no global
costituirono, formalmente a Cosenza, una ³Rete meridionale del Sud
Ribelle². Quel movimento ­ accusa ora un¹inchiesta della procura
cosentina ­ è ³un¹associazione sovversiva con lo scopo di turbare
l¹esercizio delle funzioni del governo italiano, rendendo ingestibile
l¹ordine pubblico con l¹organizzazione e la provocazione di scontri
con le forze dell¹ordine². Accuse pesantissime, di cui si vedono per
ora i contorni, ma di succo molto, molto poco. Venti gli arresti
ordinati dal gip Nadia Plastina: tra i destinatari dei provvedimenti
cautelari ci sono anche il leader dei no global campani, Francesco
Caruso, e il calabrese Francesco Cirillo, entrambi detenuti nel
supercarcere di Trani. ³Sono tra i promotori e organizzatori del
sodalizio², accusa il giudice, che arriva a sospettare legami, per
ora non così assodati, con esponenti delle vecchie Brigate rosse.
Nell¹inchiesta figurano altri ventidue indagati tra Puglia, Calabria
e Campania. L¹indagine parte nell¹aprile del 2000, data in cui i Nipr
(Nuclei di iniziativa proletaria rivoluzionaria) recapitano allo
stabilimento Zanussi di Rende un documento con cui rivendicano
l¹attentato alla sede dell¹Istituto per gli affari internazionali di
Roma. Pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, e
riprese fotografiche interessano in particolare Francesco Cirillo,
indicato dal gip come ³soggetto coinvolto nelle vicende giudiziarie
degli anni 70 ma attivo in ogni iniziativa dei gruppi antagonisti,
ritenuto un possibile trait-d¹union tra vecchia e nuova lotta
armata². Cirillo fu già arrestato nel 1980: ritenuto ³vicino a Renato
Curcio², è stato detenuto per lungo tempo nella stessa cella del
fondatore delle Br. La ³Rete meridionale del Sud Ribelle ­ aggiunge
il giudice ­ è in stretto contatto con esponenti di spicco
dell¹eversione oggi all¹estero, come Oreste Scalzone, con il quale
Cirillo intratteneva una corrispondenza attraverso la posta
elettronica². Che cosa si scrivessero, non si sa. Come intendessero
sovvertire, nemmeno. Quale fosse l¹attuale attività brigatista di
Cirillo, neanche. Stando all¹inchiesta del pm Domenico Fiordalisi
(uno dei sostituti più anziani di Cosenza, aderente a Unicost),
attraverso diverse riunioni e la creazione di un sito Internet, gli
indagati avrebbero progettato ³la creazione di un Blocco meridionale
che avrebbe agito con metodi violenti durante i vertici
internazionali². Intercettato, Cirillo spiega che ³la forza del
movimento deve essere tale che l¹ingestibilità delle città deve far
scegliere nel futuro altri luoghi isolati per svolgere tali
convegni². Questo, per ora, l¹addebito più chiaro. A Caruso viene
contestato di aver portato in piazza ³numerose mazze² (con
l¹aggravante di aver commesso il reato per ³finalità di eversione
dell¹ordine democratico²). Oltre all¹eversione con le mazze, Caruso
ha redatto, con una ragazza indagata, un manuale contenente
suggerimenti per le manifestazioni di massa. Tra i consigli, anche
quelli di agire in gruppo per ³liberare qualcuno dalle grinfie dei
poliziotti² e di pronunciare a voce alta il proprio nome in caso di
fermo, per attirare l¹attenzione dei compagni. A Caruso la Procura
assegna un ruolo chiave nell¹organizzazione. Ventotto anni,
beneventano, Striker (nome in codice utilizzato come portavoce) è
laureato in Scienze politiche: avvicinatosi al movimento quand¹era a
Bologna, è l¹anima del ³Laboratorio Okkupato Ska², punto di
riferimento del movimento napoletano. Ieri, in carcere, Caruso ha
ricevuto la visita del deputato Nichi Vendola. Agli indagati il gip
contesta il reato di ³cospirazione politica² (anche per ³effettuare
propaganda sovversiva² e ³sovvertire violentemente l¹ordinamento
economico costituito nello Stato²) e a vario titolo accuse di
attentato contro organi costituzionali e propaganda sovversiva. ³Non
più atti isolati, ma delitti organizzati² L¹inchiesta della Procura
di Cosenza (la prima che analizza ad ampio raggio l¹area no global)
si intreccia anche con quelle aperte in seguito agli incidenti di
piazza a Napoli (17 marzo 2001) e Genova (20 luglio 2001). Nel primo
caso il gip parla di ³gravi provocazioni ai poliziotti chiaramente
finalizzate a indurre alla reazione il personale delle forze
dell¹ordine creando un clima di tensione². In relazione agli scontri
di Genova, il pm evidenzia invece che ³le violenze poste in essere
non appaiono più atti isolati di guerriglia urbana, ma delitti
organizzati per attuare il proposito di rendere ingestibili le
città². Nel motivare le esigenze cautelari poste a base dell¹arresto,
il gip rileva che ³è l¹impiego di mezzi violenti a porre gli autori,
di qualsiasi ideologia si facciano portatori, al di fuori dei luoghi
e delle forme espressive della democrazia². Tutto questo reggerà
davanti al tribunale del riesame?
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