Grave atto terroristico alle libertà di pensiero ed all'azione politico sindacale in Italia

Con l'ondata di arresti di stanotte 15 nov 2002 sono stati colpiti
importanti figure del panorama politico meridionale dell' area antagonista
appartenenti a organizzazioni nazionali sindacali della Confederazione
Cobas, docenti universitari, pensionati, studenti, lavoratori e lavoratrici precari .
Donne ed uomini, espressioni di una realtà politico culturale che rifiuta
la rassegnazione e che non accetta la precarietà e la miseria.
Miseria spesso anche esistenziale e culturale che, storicamente ha impedito
la nascita e la crescita di un progetto autonomo e che ha lasciato il
posto alla commiserazione tipicamente meridionale .

Non basta: la disoccupazione, le nuove ondate migratorie dei nostri
giovani verso le fabbriche del nord est, il lavoro precario che umilia
ragazze e ragazzi, la scarsità d'acqua causata dalla gestione mafioso-
clientelare che privatizza questo bene libero, i cumuli d'immondizia che
ci sommergono e infettano l'aria che respiriamo .
Non basta aggiungere alla precarietà dell'esistente il danno della
gestione mafiosa delle risorse del sud ma si aggiunge anche il terrore e
la criminalizzazione di coloro che alla luce del sole interpretano e
raccolgono il malessere sociale praticando in prima persona il rifiuto ad
accettare supini tali condizioni dei precarietà.
Il potere ha paura che tutte le contraddizioni sociali del sud possano
essere indirizzate verso specifiche rivendicazioni territoriali e generali
che potrebbero mettere in discussione i grandi progetti come il ponte
sullo stretto di Messina e l'autostrada SA\RC. Ciò contribuirebbe a
disarticolare i piani politici e finanziari del governo Berlusconi -ma non
solo- che vede nel meridione un'area di sperimentazione di nuovi modelli
economici.
Il potere ha paura che nel meridione , base logistica della NATO, . si
sviluppi un ampio movimento d'opinione e di lotta che si ribelli agli
assetti politici e strategici determinati dagli USA .
La procura di Cosenza in linea con la politica degli USA e dell'UE sulla
messa fuorilegge dei vari movimenti sociali inseriti nella lista, ha paura
che le realtà sociali dell' antagonismo meridionale, che si riconoscono
nella rete del sud ribelle, possano rappresentare un valido soggetto
politico-sociale capace di rimettere in discussione le politiche
neoliberiste .
La procura di Cosenza ha preso un grosso abbaglio, la rete del sud ribelle
non è un'organizzazione clandestina ma un modo di tenere unito le realtà
antagoniste del meridione ( centri sociali, Cobas, associazioni
ambientaliste ed individualità).
È chiaro che la grande manifestazione di Firenze e la sua piena riuscita
così come il corteo alla base NATO di Camp Darby e la creazione di un
grande blocco contro la guerra degli USA e dei suoi alleati dà fastidio.
Le grandi mobilitazioni nonostante le minacce non si fermeranno.
I compagni arrestati sono un patrimonio del sud e hanno il diritto di
cittadinanza politica per aver creato strutture sociali a fianco dei
disoccupati, degli LSU, dei lavoratori licenziati, degli sfrattati, degli
studenti e degli immigrati.
Questi compagni da sempre hanno garantito la dignità e la sopravvivenza a
decine di migliaia di proletari del sud difendendo lo stato sociale con
le loro lotte e conquistando sempre più spazi di agibilità politica e
sociale.

Invitiamo quindi a una mobilitazione nazionale a Cosenza da tenersi in
solidarietà alle compagne e ai compagni arrestati


Rete sud ribelle

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