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Un'epidemia di depressione si è abbattuta sul pianeta terra.
Vent'anni di fanatismo economico, di superlavoro e di competizione hanno
portato al collasso le energie psichiche dell'umanità. A un certo punto,
come per un segnale convenuto, un'ondata di panico ha sommerso la mente
globale.
La classe dirigente occidentale ha vissuto gli ultimi quindici anni in
stato artificiale di euforia. Per essere ultra-competitivi tutti si
strafacevano con tonnellate di psicofarmaci e cocaina. Nessuno era più in
grado di distinguere la realtà dai sogni aggressivi e zuccherosi della
pubblicità, perché ognuno aveva i neuroni invasi dallo Zoloft. Poi, come
accade sempre in questi casi, è arrivato il collasso, e adesso il sogno
crolla e si rivela un incubo sconclusionato e paranoico. La società
occidentale entra in una fase depressiva.
System error. Si è accesa la lampadina rossa, suona il campanello d'allarme.
Da qualche parte, in un liceo del Michigan, diciottenni di belle speranze
hanno lanciato la nuova moda generazionale, ammazzano una dozzina di
coetanei con pallottole comprate all'armeria dietro l'angolo, e infine si
tirano un colpo al cuore. La moda è dilagata ai quattro lati del mondo.
Nelle strade di Tel Aviv ragazze dagli occhi sognanti si sono fatte
esplodere su un autobus affollato. In una villetta del centro Europa e in
un supermercato finlandese, e poi nei caffè lussuosi del centro e poi sugli
aerei della United Airlines, interi plotoni di giovani e meno giovani hanno
dato l'avvio alla fase finale della festa psicopatica. Unendo l'utile al
dilettevole si sterminano intere famiglie senza trascurare di liberarsi dal
fastidioso fardello di una vita prevedibilmente intollerabile.
Mosca. Sul rosso bordeaux delle poltrone si staglia il nero compatto della
larga tunica, e il volto bianchissimo pallido e la bocca semiaperta. Che
pace. Finalmente può riposare la ragazza cecena. Non avevano forse detto
che non sarebbero usciti vivi dal teatro Na dubrovna? Non era certo
retorica, non erano vane minacce. E' centomila volte meglio adesso, per lei
e per le sue compagne. Il suicidio non è affatto una scelta irragionevole
per chi vive in una situazione di assoluta disperazione. Quanti nel mondo
vivono in assoluta disperazione? Quanti nei mesi e negli anni a venire
compiranno la scelta più ragionevole? Quanti decideranno di togliersi la
vita? E quanti decideranno di unire l'utile al dilettevole, imbottirsi di
tritolo, o portare una fialetta di sarin nella borsetta, prima di
intrufolarsi nella sala d'aspetto della stazione all'ora di punta, o negli
uffici di una compagnia di assicurazioni? Non più soltanto palestinesi, ma
finalmente anche finlandesi, balinesi, ceceni, torinesi ed emiliani hanno
seguito l'esempio: a milioni stanno realizzando che è possibile liberarsi
dalla sofferenza torcibudella di una società che non conosce tenerezza,
compassione o rispetto.
E alla fine
Una banda aggressiva di alcolisti si è impadronita della Casa Bianca,
e raucamente ripete la sua richiesta: guerra dovunque e per sempre, una
bella dose di megatoni, anfetamina per tutti per curare la depressione.
Terrorizzati eserciti di consumatori si rintanano inghiottendo ansiolitici.
Natale si avvicina ed ansiosi messaggi pubblicitari implorano gli zombie a
comprare.
Lavora, consuma, crepa.
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