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IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE HA RIDOTTO LE POTENZIALITA' DEL NOSTRO
CENTRO DI PRODUZIONE, HA LOTTIZZATO SPERPERANDO, HA EMARGINATO PER RAGIONI
POLITICHE BIAGI E SANTORO:DIMETTERSI È IL MINIMO. CI VUOLE L'ELEZIONE
POPOLARE DEL CONSIGLIO  DI AMMINISTRAZIONE E IL FINANZIAMENTO RAI ATTRAVERSO
LA FISCALITA' GENERALE! 


OPPONIAMOCI ALLA RIFORMA GASPARRI CHE VORREBBE PRIVATIZZARE LA RAI, REGALARE
LA NOMINA DEL CDA AL GOVERNO E FAVORIRE SFACCIATAMENTE MEDIASET.

PARTECIPIAMO TUTTI ALLO SCIOPERO RAI DEL 20 DICEMBRE!

 

L'ATTUALE CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE, espressione del Polo berlusconiano,
ha effettuato una pioggia di nomine targata Forza Italia-Alleanza Naz.-Lega
Nord, permettendo così al neoduce Berlusconi di utilizzare Rai e Mediaest a
"reti unificate" per manipolare le coscienze a livello di massa. E le nuove
nomine dei dirigenti promosse dal CdA sarebbero costate, secondo l'Usigrai,
ben 3,5 mln di euro,quasi 7 miliardi di vecchie lire! L'estromissione di
Biagi e Santoro dai palinsesti, ha costituito una grave lesione al diritto
di espressione, in ossequio alle volontà del neoduce Berlusconi che non
vuole trasmissioni a sé sgradite. Guardando i dati di ascolto, inoltre,
sembrerebbe che a dirigere il servizio pubblico radiotelevisivo, la destra
neofascista abbia messo chi non sa e non vuole fare gli interessi della Rai
ma della concorrenza. Quanto poi al Centro di Produzione di Milano, il CdA
ne ha portato avanti un'ulteriore accelerazione della disgregazione del
ruolo e delle potenzialità produttive: già negli ultimi 10 anni abbiamo
perso più di 700 dipendenti, ma col nuovo CdA abbiamo continuato a subire
l'utilizzo esasperato degli appalti esterni a scapito della valorizzazione
delle professionalità interne, mentre gli studi in Fiera denunciano a
tutt'oggi carenze di produzione e di personale, e nella Redazione Regionale
permangono problemi di organico e di risorse, continuando a perdersi
redattori, impiegati, montatori e telecineoperatori, senza nessun reintegro
a fronte di una sempre maggiore produzione. Per non parlare
dell'aggiornamento professionale che,  pur in presenza di tecnologie
mutevoli, è deficitario, o del lavoro a tempo determinato utilizzato ovunque
in eccesso.  Sorge dunque legittimamente da più parti il dubbio che si
voglia mandare in malora la Rai per poi privatizzarla!!

A questa situazione si aggiunge il fallimento della divisionalizzazione,
amaro frutto del precedente CdA espressione del centro-"sinistra", che ha
causato il moltiplicarsi delle poltrone e dei conflitti divisionali. Lo
stesso centro-"sinistra" ha favorito più volte Berlusconi: Violante (DS) nel
suo discorso in Parlamento il 28 febbraio 2002 disse che nel 1994, al tempo
del governo Dini, assicurò Berlusconi che le sue tv avrebbero continuato a
fare affari (e infatti durante i governi di centro-"sinistra" il fatturato
di Mediaset è aumentato di ben 25 volte); e furono proprio i governi di
centro-"sinistra"a confermare le concessioni di Berlusconi sull'etere,
aiutandolo a ripianare i suoi debiti trasformandoli in capitale azionario
che le banche non avrebbero sottoscritto se il governo di centro-"sinistra",
come ha spiegato sempre Violante alla Camera, non avesse assicurato la sua
protezione a Mediaset. E nel 1993 Oscar Mammì, sostiene in un'intervista al
Corsera del 20/8/2002, propose l'ineleggibilità di Berlusconi perchè la
legge elettorale proibisce di presentarsi alle urne a chiunque possegga
concessioni dello Stato "in proprio o come rappresentante legale", ma fu
proprio la "sinistra", per interpretazione di Franco Bassanini, a stabilire
che "in proprio " andava inteso come "ditta individuale" lasciando così
strada libera al neoduce.


 


DOBBIAMO DIRE UN GROSSO NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELLA RAI SOTTO QUALSIASI
FORMA e quindi opporci alla riforma Gasparri, che la vorrebbe "Public
company"venduta per azioni dal 2004!. 


Il servizio pubblico radiotelevisivo deve essere difeso, rafforzato e non
indebolito: esso è insostituibile per la sua funzione assolutamente
indispensabile. La privatizzazione della Rai, oltre ai prevedibili riflessi
negativi su chi lavora, come già tristemente avvenuto per altre imprese
privatizzate, porterebbe ad una omologazione verso modelli di basso profilo
culturale, perché il criterio di messa in onda dei programmi sarebbe quello
dettato dall'audience e dalla pubblicità. Il servizio pubblico RAI non può
essere ridotto a impresa di mercato a scopo di lucro, ma va invece reso
sensibile alle esigenze e alle istanze delle masse lavoratrici e popolari,
garantendo il diritto di accesso gratuito all'informazione radiotelevisiva
pubblica da parte dei movimenti di lotta di carattere politico, sindacale,
studentesco, femminile, giovanile e sociale, da realizzarsi attraverso forme
autogestite e servizi giornalistici che siano veritieri e rispondenti alle
aspettative delle masse stesse.  

 

IL SERVIZIO PUBBLICO RADIOTELEVISIVO VA FINANZIATO MEDIANTE LA FISCALITÀ
GENERALE, permettendo così di liberarlo dalla schiavitù dell'audience, dai
pubblicitari, e quindi da trasmissioni di basso profilo culturale e
dall'appiattimento verso i format della televisione privata con conseguente
perdita dell'identità propria del servizio pubblico

 

LA NOMINA DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE VA TOLTA ALLA LOTTIZZAZIONE
PARLAMENTARE: bisogna trasformare la Rai da carrozzone lottizzato dai
partiti del regime neofascista in ente pubblico  controllato dalle masse
popolari attraverso l'elezione popolare dei membri del Consiglio di
Amministrazione. Dobbiamo opporci fermamente alla nomina affidata  al
Ministero del Tesoro, quindi al governo, come vorrebbe la riforma Gasparri!

La stessa riforma permetterebbe a Mediaset di avere più televisioni, più
pubblicità ed ingresso anche nella carta stampata, stravolgendo così le
attuali norme antitrust. Qualsiasi privato o società non deve detenere il
controllo di aziende e gruppi che superino complessivamente il 10% del
mercato nel settore delle telecomunicazioni e dell'informazione e si deve
vietare a qualsiasi esponente di partito di possedere il controllo o
partecipazioni azionarie di grandi aziende nel settore dell'informazione e
delle telecomunicazioni!

Franco Pinerolo sinistra CGIL della Rai di Milano

 
F.i.p.Mi 14/12/02

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