la manifestazione di ieri pomeriggio a bologna, lo vissuta con rabbia, disgusto ed un certo disagio per un disarmante pendolare tra le piazze di singolarità e pluralità che non riuscivano a condividere che un generale rifiuto del fascismo e della guerra, ma mancati però di quella determinazione comune di agire che abbiamo saputo inventarsi con intelligenza e sicurezza in un'altra precedente convocazione dei neofascisti(maggio 2000), non solo, ma anche incapaci di comunicare alla città con linguaggi nuovi e nuove pratiche che ieri 18 gennaio in molte città del nostro pianeta terra per la prima volta si svolgevano in contemporanea  manifestazione contro la guerra.
Su questo la Tv è stata più chiara.
Dove è finita la grande esperienza pluriennale condivisa della disobbedienza civile?
Dove è finita la capacità comune di inventare immagini e visioni di mondi che sapevano andare oltre il novecento? 
Dov'è finita la capacità gioia di globalizzare in migliaia diritti e sensibilità quel tratto di strada tra Piazza Maggiore e le Due Torri?
Dove sono finiti i gesti, le parole e le striscie colorate e ricche di  proposte?
Per un giorno siamo precipati nei residuali e peggiori giorni degli anni settanta del secolo scorso, per un giorno ancora la città ha visto le facce e sentito le voci degli orchi e delle   iene  fasciste e il pestare dei bastoni e delle scudi degli uomini in nero che che assediavano la città degli uomini nel signore degli anelli.
Siamo ritornati a fare dell'esperienza gloriosa e libertaria dei secoli scorsi una reliquia da sventolare come fosse l'ultima essenza di comunicazione contemporanea.
Non siamo stati capaci di riattraversare e rinventare a partire da quei frammenti di immaginazione, libertà e giustizia  ottocenteschi e novecenteschi nuovi linguaggi e simboli capaci di riposizionarsi presso l'opinione pubblica come referenti situazionali di un nuovo movimento di trasformazione.
Falci, martelli, verdi, gialle, rosse e nere bandiere come fossimo all'età della pietra della politica e della comunicazione. 
Non è tanto in discussione la presenza di una simbologia antica quanto la percezione  tutta di una moltitudine dispersa e arretrata su quella pura simbologia ideologica che il passante e le telecamere
coglievano senza la ricchezza della sua molteplice e singolare composizione.
Sangue mescolato a bende macchiate di sangue macchiavano di nuovo le strade, teste fracassate da manganelli e lacrimogeni sparati ad altezza d'uomo verso piazza ravegnana, odore acre dei lacrimogeni,  pestaggi non contro coloro a cui le stesse autorità prefettizie avevano vietato la manifestazione ma contro indignati cittadini dsarmati che chiedevano che coloro che quotidianamente imbrattano muri di strade bolognesi con lugubri scritte di morte fasciste: "ci vogliono
nuove stragi a bologna che....", "iddio la creò....bologna..."frammento dell'inno di Mameli censurato dalo stesso regime fascista a cui loro guardano...."bombe su X Y.... nome di un maestro indesiderato ai fascisti delle scuole della nostra città , richiesta condivisa con la lega nord di destinare ai migranti ora vagoni speciali, domani piombati .....quando arriveranno al potere,   il pestaggio in diretta TV di ADELM SMITH, la gara a punti a Brescia per ebrei a cui è destinato il massimo del punteggio, seguito da punteggio differenzato a stranieri, prostitute, tossicodipendenti e poliziotti. Ma questo ieri i poliziotti che hanno picchiato i dimostranti antifascisti se lo sono scordato visto che a essere picchiati è una minoranza esigua di loro, quelli che non condividono l'ideologia di destra. La maggiroanza assieme ai documenti e alla foto della ragazza, tiene immmancabilmente la foto raffigurante il busto impettito di mussolini.
Andiamo poi per un momento in piazza nettuno dove sono rimasti pochissimi militanti della tavola della pace, visto che la maggioranza se ne andata alla prima carica della polizia in via Castiglione, i quali o le quali sono infastitiditi-e polemici /che di questa inclinatura antifascista della manifestazione.
E fra questi ci sono pacifisti/e che hanno ritenuto giusto dimostrare e vietare dal basso il piccolo nucleo "ventennale" di fascisti che gridava tra gli slogan preferiti"centri sociali maiali" "sorce e zoccole" alle donne che passavano.
Tra tanta incomprensione c'è sta ieri un gesto straordinario, forse l'unico gesto di disobbedienza intelligente della giornata che stato quello di una compagna che ha strappato e trascinato lo striscione di forza nuova, quasi graficamente incomprensibile  a detta della medesima, per ben cinque metri inseguita dai fascisti     che li gridano "prendi il sorcio" , ma pur sgambettata da un "pippo" fascista è riuscita a scappare e confondersi tra la gente.
Il massimo del disgusto politico e fisico è stato ieri il dover respirare l'odore acre ancora di due bandiere bruciate, strappate ai tavoli radicali, una americana e l'altra israeliana, fatte di tessuti palstici che stata come tirarsi dei candelotti polizieschi addosso.
Ma il colmo della poca e localista intelligenza bolognese di ieri è stato toccato dal fatto che coloro che bruciavano quelle bandiere erano immemori del fatto che quella manifestazione a cui loro aderivano era stata promossa da compagni pacifisti americani contro la guerra di BUSH che ieri gridavano a Washington in miglia usando cartelli rossi e blu richiamanti i colori della loro bandiera "questo è il vero  patriottismo americano". Nello stesso tempo a Tel Aviv in Israele altri militanti pacifisti urlavano più o meno le stesse cose"questo è la vera israele e non quella di Sharon" etcc.
Se vogliamo fare del vero antinazionalismo pur riconoscendo le responsablità del governo americano e di quello israeliano rispertto altri nei confronti dello loro rispettive guerre, una globale e l'altra locale, dovremmo bruciare tutte le bandiere degli stati nazioni data la responsabilità di tutti gli stati nazioni o nella repressione o nelle guerre, o in entrambe.
Ultima domanda.
Siamo ritornati ancora ai tristi gruppi extraparlamentari dopo la gloriosa comune esperienza del 68?
siamo ritornati ancora ai gruppi tristi e separati degli anni ottanta come dopo la gioiosa esperienza del 77?
Se ritenete che la risposta è che il Bsf è un insieme di intergruppi a mo' di reticolo extra- intraprlamentare, date le presenze anche oggi al suo interno dei partiti come rfc,verdi, ds,  come singolarità pensante e attiva politicamente intendo riprorre nuovamente alla concatenazione di singolarità e pluralità/bsf/ a cui ho dato il mio consenso e il mio contributo perchè emergesse qualcosa che fosse un futuro anteriore e non un futuro posteriore, di ridiscutere nella prossima assembelea comune lo stato del movimento dei movimenti.  
 Se il Bsf  vuole essere un'insieme di semplici pluralità e singolarità che si muovono dentro la città ognuno con le proprie assolute strategie e certezze, e non una rete di singolarità e pluralità che condivide almeno quando l'evento sulla piazza è comune, modalità di azione condivisa, penso che quello non sia il mio BSF.
E' vero che la storia e fatta spesso di tristi ripetizioni, ma dato che dispongo di poco tempo, dato che il dominio me ne sotrae parecchio per la semplice riproduzione, preferisco quel pò di tempo che mi resta di impegnarlo per ridare vita a gioiose e intelligenti differenze.
E' certo che non c'è futuro senza memoria ma perchè ci sia un rinnovato futuro,  bisogna abbandonare risentimenti,  nostalgie e schemi di gioco  passati e perdenti. Futuro Anteriore è trascinare nel futuro che si intende costruire frammenti di passato, non tutto il passato da ricombinare con frammenti di presente.
Parliamone... rinventiamo di nuovo il Bsf, partendo di nuovo dal Bsf, perchè BSF è una formula ricombinatoria non facilmente sostituibile per il momento storico che viviamo.
Penso che non ci siano responsabilità addebitabili a qualcuno di singolare o plurale per quello che è successo ieri ma penso invece che in situazioni confuse ognuno tenda a regredire verso le proprie passate certezze personali ed organizzative.
Se c'è qualche responsabilità civile è da attribuire alle forze dell'ordine che hanno preferito difendere coloro che quotidianamente offendono con le paole e azioni la civilizzazione ed attaccare senza remora e violenza coloro che costruiscono processi di civilizzazione. Perchè civilizzare significa rispettare la dignità e la personalità di ognuno che vive nella società civile.
 
pino/versitudine

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