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A tutti i compagni del BSF Esprimo la mia solidarietà a chi si è stato malmenato sabato. Esprimo la mia solidarietà ai compagni di via Avesella per la ridicola e infamante messa all’indice di cui sono vittime (spesso la pensiamo in modo radicalmente diverso ma le affermazioni di Pino nell’assemblea dell’altra sera erano sacrosante). Ma non serve prendere posizione. Serve assumersi delle responsabilità, e politiche. Non vorrei esagerare ma credo che negli ultimi trent'anni il rapporto dei movimenti con la politica italiana è sempre stato reso problematico dalla discriminante violenza/non violenza. Una discriminante opaca e obsolescente. Questo discrimine troppe volte è stato usato in modo strumentale. Questo discrimine è’ stato la cartina al tornasole per leggere e costruire il futuro della politica italiana a sinistra. E questo discrimine ha ricacciato nel ghetto migliaia e migliaia di persone, l’intera generazione degli anni ‘70, disarticolando le componenti dei movimenti di quegli anni e distruggendone o annacquandone le istanze. A Bologna la discriminante violenza/ non violenza la superammo il 13 maggio 2000, con la cacciata di Forza Nuova da Via Santo Stefano. Tornare in piazza dopo scontri feroci, tornare in 13000 nelle strade e sgomberarle dai fascisti. Sentirsi un corpo unico in grado di parlare ai concittadini che non c’erano. Sentirsi orgogliosi di esserci, di averlo fatto, sì, come tante altre volte, ma come una collettività estesa, di soggetti differenti, una collettività molteplice trabordante di forza. Per questo non è esagerato dire che abbiamo aperto un ciclo. Quello che adesso stiamo chiudendo. Politicamente la dicotomia violenza/ non violenza la superammo con l'avvento della disobbedienza civile. La superammo con l'apertura delle reti politiche chiamate Social Forum. Quella discriminante la superammo con l’intelligenza di chi voleva costruire uno spazio di azione politica nuovo in Italia e a Bologna, prima invisibile: i Forum Sociali. Mi sento un antifascista militante. Non bisogna mai tirarsi indietro quando si tratta di bandire i fascisti dai territori. Ma i fascisti oggi, quelli veri, sono al governo. Non è la marmaglia di provocatori di sabato l’obiettivo dell’azione politica. Non si frena la destra concentrandosi sui primi fantocci che la destra reale mette sui nostri territori. Non è un caso che negli ultimi 3 anni gruppi come FN avevano perso ogni visibilità in città. E che la riconquistano ora che le forme del movimento mostrano la corda e sono consunte. Il freno alle destre lo si mette costruendo luoghi politici realmente partecipati e radicalmente in grado di fare proposte sulle condizioni di vita dei cittadini… e praticarle . E’ così che si erode il terreno su cui destra ed estrema destra costruiscono il proprio consenso. Periferie abbandonate a se stesse, persone senza lavoro e senza reddito, condizioni di vita insopportabili. Lo so, è faticoso e impegnativo tutto questo. Ma questo è il linguaggio della politica, trasformare l’emotività e i sentimenti in strategie, pratiche, strumenti e idee. Il Social Forum di Bologna ha per molto tempo rappresentato la garanzia per tutti, singoli, collettività e organizzazioni di costruire politica e di praticarla. Lo spazio per agire e scardinare le gerarchie politiche a sinistra, nella sinistra di questa città. Questa città ha le sue regole e le sue gerarchie e non sono state messe in discussione da troppi anni. Gli antagonisti da una parte, condannati a vivere nei ghetti. I riformisti dall’altra “responsabilizzati” nei luoghi della decisione. Oggi che non esiste più questa dicotomia ideologica e reale, e che un movimento si è mostrato in grado di parlare con limpidezza e radicalità a milioni di persone in Italia perché bisogna ritornare nel ghetto?! Antagonisti violenti da una parte e non violenti riformisti dall’altra?! A chi giova riproporre questo logoro cliché, imporre il velleitarismo a una generazione, i movimenti dei Social Forum? Il problema principale dell’oggi è che la disobbedienza civile è minata alle fondamenta e che il Social Forum bolognese non ha da tempo la capacità di fare politica. Non credo di esagerare dicendo che la sintesi politica che esprime il Social Forum bolognese, da molto tempo, non è condivisa dalla stragrande maggioranza dei suoi partecipanti. Di fronte al pericolo di un ciclo di guerre e a una recessione economica epocale, di fronte alla crisi regressiva di un sistema sociale e ad un governo che smantella lo stato di diritto, noi troviamo il "gusto" di mostrarci il massimo della nostra debolezza di fronte a un nugolo di provocatori? Per questo sabato scorso è solo il sintomo di una malattia profonda. Credo si sia chiuso un ciclo, un ciclo di lotte. E che sabato si sia visto solo il sintomo della debolezza dell'agire del BSF. Di un luogo politico che così facendo si è condannato al declino inesorabile. E’ grave che l’altra sera non ci sia stato nemmeno una possibilità di contatto tra le parti che si fronteggiavano. L’agire mettendosi in discussione, l’autocritica, la franchezza, e la trasparenza di intenti, sono sinonimo di un linguaggio politico che guarda avanti, e sintomo di un tipo di democraticità che può essere novità per la scena politica italiana. Idee che a me francamente piacciono. L’altra sera, in molti dei presenti non c’è n’era nemmeno l’ombra. E me ne spiace. Antonio Amorosi Dei VERDI CITTA’ GLOBALE ______________________________________________________________________ Yahoo! Cellulari: loghi, suonerie, picture message per il tuo telefonino http://it.yahoo.com/mail_it/foot/?http://it.mobile.yahoo.com/index2002.html ___________________________________________ Rekombinant http://www.rekombinant.org