Da "Il Messaggero
on line" di mercoledì 5 febbraio
Allarme di un
generale: gli arabi fanno tanti figli, sono un rischio demografico e per le
casse governative «Israele in
pericolo, troppi poligami» Il caso di Ahmed:
sei mogli, 54 figli, 60.000 euro di contributi statali l’anno
di ERIC SALERNO
GERUSALEMME - E'
difficile pensare che nel momento di sposarsi la prima volta, Ahmed (non è il
suo nome) pensasse già di avviare una grande truffa nei confronti dello Stato o
trovare un posto d'onore nel Guinness dei record. Eppure quest'uomo che abita in
Galilea è in testa alla classifica dei poligami assistiti dalle casse
israeliane. Dopo la prima moglie ne ha prese altre a rotazione, sei per la
precisione, come è consentito dalla legge islamica ma non da quella israeliana.
Da ognuna, con il passare degli anni, ha avuto dei figli, cinquantaquattro in
tutto, e ora riceve ogni mese come contributo al sostentamento del suo clan, più
che una famiglia, l'equivalente di cinquemila euro. La scoperta di questo
assalto al tesoro dello Stato è stato fatto da un generale di brigata della
riserva, Herzl Gedz, dirigente del ministero degli Interni, che racconta la
storia di Ahmed, delle sei mogli e dei 54 figli, in una relazione consegnata al
premier israeliano in cui parla di «grave pericolo per l'economia e la sicurezza
del Paese». Il problema denunciato da Gedz ha due aspetti importanti e,
spiega, preoccupanti. «Lo Stato di Israele - si legge nell'introduzione alla
relazione - per motivi noti è una destinazione appetibile per immigrati non
ebrei da vari Paesi del mondo, soprattutto da Paesi arabi come l'Egitto, la
Giordania e l'Autorità palestinese. Questa ondata di immigrazione comporta
rischi per la sicurezza, per il rispetto delle leggi, per l'economia e
soprattutto per l'equilibrio demografico». Gedz mette l'accento su
quest'ultimo fattore che, a suo dire, comporta un grande rischio per il futuro
carattere ebraico di questo Paese. Gli arabi israeliani sono circa il venti per
cento della popolazione e questa percentuale, denuncia l’alto funzionario, è
destinata a salire con l'ingresso di donne, soprattutto arabe, provenienti da
Paesi vicini che con il matrimonio ottengono oltre ai benefici economici anche
la cittadinanza. I poligami, secondo la ricerca, sarebbero ventimila e Gedz
sollecita un intervento immediato del governo per bloccare il fenomeno. Oltre
alla storia di Ahmed, racconta come emblematica anche quella di un altro arabo
che da cinque mogli ha avuto 35 figli e riceve dalla previdenza sociale più di
tremila euro al mese. Un altro caso "senza precedenti" è quello di una coppia di
arabi israeliani che, dopo aver avuto dodici figli, ha finto un divorzio per
consentire all'uomo di sposarsi nuovamente con una residente dei territori
occupati da cui ha avuto altri undici bambini. Le due donne, l'uomo e,
naturalmente, tutti i loro figli vivono insieme e finora hanno incassato dalle
casse dello Stato qualcosa come 250 mila euro. «Il crescente numero di
stranieri - ha scritto Gedz nella sua relazione - che ricevono la cittadinanza
sulla base di matrimoni illegali ci impongono di combattere una guerra totale al
fenomeno». Il quotidiano Maariv, nel riferire i particolari dell rapporto consegnato al premier,
preannuncia una riunione urgente tra Sharon, il ministro della Giustizia e
funzionari di polizia per decidere come intervenire a livello nazionale. «Così
come Matti Caspi (un noto cantante ebreo israeliano ndr) è stato rinviato a
giudizio per poligamia, gli arabi israeliani che commettono lo stesso reato
potranno essere incriminati».
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