Il problema, infatti, è proprio la natura creditizia della moneta. Le banche tramite il credito creano moneta sotto forma di moneta bancaria. Questa gli ritorna in forma di deposito, nel quale parte preminente è costituita dagli interessi, o sotto forma di “sofferenza”, quando le imprese non restituiscono il credito. (A loro volta le “sofferenze” sono trasformate in “moneta” tramite la cartolarizzazione dei crediti, ma questa è un’ulteriore complicazione). Per mezzo della creazione di moneta, le banche si sono impadronite in pratica della totalità della produzione mondiale che controllano non attraverso la partecipazione azionaria, bensì attraverso il credito alle imprese. La morte di Agnelli ha indotto molti osservatori a parlare della fine di un’epoca. Io l’ho ritrovata in una notiziola, passata quasi di sfuggita sui TG, che riferiva del consenso delle banche creditrici a che Umberto prendesse il posto di Gianni alla guida del gruppo. Trent’anni fa gli Agnelli compravano le banche, oggi hanno bisogno delle loro autorizzazioni. E’ questo il vero cambiamento epocale. I padroni non sono più gli Agnelli, le grandi strutture produttive, ma le banche, le grandi strutture finanziarie. Questa è l’essenza del potere finanziario, al quale non a caso alcune centinaia di milioni di persone addebitano lo stato di miseria crescente e di crisi in cui si dibatte buona parte del mondo. Questa situazione nasce - in questa forma - dopo l’abrogazione unilaterale degli accordi di Bretton Woods, nell’agosto del 1971. Prima le forme di finanziarizzazione dell’economia erano diverse. Negli ultimi trent’anni abbiamo assistito ad una crescita esponenziale del debito, al punto che negli USA, il debito interno complessivo ha raggiunto, alla fine del 2001, la cifra di 31.120 miliardi di dollari, e aumenta di circa 200 miliardi di dollari al mese. Il servizio sul debito (pagamento di interessi e di rate di capitale) è arrivato alla fine del 2001 a 7.360 miliardi di dollari, vale a dire il 72,1% del PIL americano che è stato nel 2001 di 10.200 miliardi. In altri termini, cittadini, imprese e stati dipendono dalle banche e dal suo sistema di creazione di moneta. Il meccanismo del debito comporta una finanziarizzazione crescente dell’economia e la sua finalizzazione all’accumulazione monetaria. Questa si traduce in potere del sistema finanziario. E’ vero che le banche prestano soldi (e quindi creano moneta) a chi offre le garanzie ed è in grado di creare profitti (nel senso di accumulazione monetaria). Chi sta fuori da questa logica non esiste nemmeno per il sistema finanziario. In questo modo tutto l’universo ha assunto una dimensione monetaria. Ogni istante della vita umana deve essere tradotto in moneta. Allora i casi sono due. O si riesce ad uscire fuori da questa logica ferrea, oppure parliamo di aria fritta quando vagheggiamo un mondo migliore. Se la ricchezza coincide con la valorizzazione del capitale monetario, non c’è alcuna possibilità di liberarsi di questa morsa. San Paolo scrisse in una lettera ai Corinzi (mi pare) qualcosa del genere a proposito della fede cristiana. Se Cristo non era risorto, la fede sarebbe stata vana. Analogamente, se non si riesce a pensare un mondo fuori dalla logica dell’accumulazione monetaria i nostri sogni di un mondo migliore sono vane speranze. E più passa il tempo e più questo diventa chiaro. Senza i soldi delle banche non si fa né informazione, né produzione, né cultura, né politica. Come disse Meyer Amschel Rotschild, “mi si consenta di battere e controllare la moneta di un Paese e dopo non mi importerà chi siano i suoi governanti”. Se vuoi fare qualcosa in questo mondo o la fai secondo le regole dell’accumulazione monetaria, oppure svanisci. Un compagno al convegno sul RdC, ha parlato di sfruttamento anche all’interno dei Centri Sociali. E’ tristemente ovvio che questo avvenga se non si esce dalla logica dell’accumulazione monetaria. Quindi, il problema da affrontare è il potere finanziario, con i suoi strumenti di creazione di moneta bancaria e di debito. Il che significa rovesciare il concetto di ricchezza e di valore e creare un meccanismo in cui gli investimenti non dipendano dal debito. Altrimenti continueremo per sempre a vivere in un mondo in cui tutto è misurato sempre più in denaro. In cui la vita è una merce al pari delle altre, al pari dell'amore, al pari del lavoro. Trovo semplicemente vergognoso che gli economisti parlino del lavoro come di una merce. Nulla esiste al di fuori del denaro, che è la misura di tutto e quello che dà esistenza a ogni cosa ed ogni persona. Quindi il denaro è un dio, perché dà la vita, è metafisico, perché occupa ogni spazio, e trascendente, perché prescinde dalla vita. E' l’ultimo dio da uccidere per ritrovare l’umanità. Se invece mettiamo al centro dell’universo l’umanità e non il denaro, dobbiamo considerare ricchezza tutto ciò che nasce dall’uomo e che non sia finalizzato alla distruzione (delle cose, dell’ambiente, della vita). Di qui la necessità del RdC come diritto ma anche come riconoscimento della ricchezza della vita umana in sé. Nella logica dell’accumulazione monetaria la produzione di armi è ricchezza, in quella dell’accumulazione umana, no. In questo sistema gli operai sono indotti a difendere il posto di lavoro anche se produce inquinamento e morte perché questa è la loro vita. Dobbiamo arrivare allo scontro fisico tra chi difende un lavoro assurdo e chi difende la propria vita e il proprio ambiente, come l’altro giorno a Porto Marghera? Alla guerra tra poveri, per capire che o cambiamo i parametri che definiscono la ricchezza oppure rinunciamo ad essere umani?
L’idea della FAZ nasce da queste considerazioni. Dobbiamo rovesciare il paradigma sul quale è costruito il mondo del potere finanziario e considerare: 1) che la ricchezza è tutto ciò che noi, in quanto esseri umani facciamo e produciamo (sul piano materiale e immateriale) che non distrugga altre cose o persone. Ovvero la ricchezza nasce dagli uomini e non dalle cose. In questo senso la distinzione tra valore d’uso e valore di scambio, riferita alle cose, è insensata. Le cose non hanno valore, solo gli esseri umani sono valore. 2) La moneta è uno strumento di pura misura dello scambio e in quanto tale deve seguire la sorte delle merci, ovvero deve ossidarsi, come diceva Gesell. Insomma, la cosa da fare è togliere alla moneta la sua funzione di generatrice di debito ed interessi, il che significa che occorre togliere alle banche il monopolio di fatto della creazione di moneta (per il tramite della moneta bancaria o di deposito). Per fare ciò non è affatto necessario impadronirsi del diritto di signoraggio che, noto per inciso, è esclusiva della Banca d’Italia che è un’istituzione privata e non pubblica (questa è un’anomalia tutta italiana, poiché negli altri paesi occidentali in genere, la Banca centrale è posseduta o partecipata in misura rilevante dallo Stato, anche se in tutti i paesi le banche centrali sono assolutamente autonome nell’esercitare il diritto di signoraggio). Non è necessario perché la forma dominante di creazione di moneta non è la stampa delle banconote (che costituisce una frazione risibile del totale della moneta circolante), ma appunto la moneta bancaria e gli altri strumenti finanziari, come le obbligazioni di Stato e di società private, che svolgono una funzione monetaria o di garanzia del credito. E’ perfettamente lecito emettere obbligazioni nei limiti fissati dalla legge e nulla impedisce di emetterle con un tasso di interesse negativo (Warren Buffett nell’aprile 2002 ha emesso un prestito obbligazionario a tasso negativo convertibile in azioni del suo fondo, che è stato spazzolato via dal mercato in poche ore). La maggior parte dei derivati sono, di fatto, strumenti finanziari assoggettati alla funzione tempo (decay time). Vietare il tasso negativo, significherebbe bloccare l’emissione di tutti questi strumenti finanziari che costituiscono una quota notevole del totale delle transazioni finanziarie nel mondo. Qual è l’effetto del tasso negativo? Che diventa possibile svolgere la funzione di credito senza le garanzie reali che adesso richiede il sistema bancario, poiché il tasso negativo NON crea debito. Questo rende il sistema estremamente attraente per tutti gli operatori economici (e pure per quelli finanziari, ai quali non interessa il rendimento attivo dello strumento ma la differenza di potenziale). Di fatto, tramite il tasso negativo si elimina la rendita finanziaria e si colpisce alla radice il potere delle banche di emettere denaro a credito e di impadronirsi della ricchezza prodotta tramite gli interessi ed i depositi. E’ chiaro che occorre un accordo tra i partecipanti, e infatti una FAZ è strutturata in forma di società, nella quale i soci si impegnano a misurare i propri scambi in termini di titan. La cosa interessante è che la società può emettere Titan secondo le esigenze senza violare alcuna norma (poiché il tasso negativo rende pari a zero le emissioni dei titoli), e allo stesso tempo, e può prestarli a chi vuole in maniera perfettamente legale (non viola la normativa sul credito poiché i titan NON generano interessi e in un sistema strutturato secondo la logica dell’accumulazione del capitale monetario, non valgono nulla). L’altro effetto curioso è che la moneta legale finirebbe per essere tesaurizzata, generando nel sistema ordinario un problema serio. E’ noto che la tesaurizzazione è l’evento più temuto dagli economisti, dato che per essa si riduce drasticamente la possibilità di creare moneta bancaria. Insomma, fatte le debite proporzioni, le imprese che stanno dentro le FAZ, troverebbero finanziamenti a tasso zero, mercato liquido, e possibilità di praticare prezzi più bassi, mentre quelle che stanno fuori si troverebbero con scarsa liquidità, per via della restrizione del credito, con pressioni continue sui prezzi e senza mercato peggio di quanto non avvenga oggi. Forse quella monetaria è un’illusione. Però nelle mani dei signori della finanza produce servitù, sfruttamento e morte. Per essere un trucco da illusionisti è davvero potente. Forse è il caso di togliergli le carte di mano. Domenico de Simone
http://it.geocities.com/domenicods/ |