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Berlino, 15 febbraio, ore 18. 
Erano in tanti ad aspettare la partenza del corteo da 
Alexanderplatz alle 12, dove era stato montato anche un 
palco per i musicisti che suonavano e cantavano contro 
la guerra. Faceva freddo ma l'atmosfera era calda tra 
le migliaia di persone arrivate da tutti gli angoli 
della Germania. Volti giovani, giovanissimi, anziani e 
bambini, turchi, palestinesi, giapponesi, israeliani, 
neri, insomma mille colori non soltanto nelle bandiere 
che svolazzavano nel cielo purtroppo non azzurro come 
negli altri giorni... No blood for oil, risuonava ad 
alta voce. Solidarietà internazionale! Uno striscione 
enorme sopra un pannello pubblicitario diceva: Al Qaeda 
è contro la guerra! E un altro sopra una delle tante 
impalcature qui a Berlino ancora tutta in costruzione, 
mostrava un carro armato con sopra disegnata una x e 
sotto c'era scritto: ehi, sparite, è tempo di 
muoversi! Sul giornale di ieri c'era scritto che 
sarebbero arrivati in 400 dalla NPD, il partito di 
estrema destra, per infiltrarsi e per creare un po' di 
casino... Erano previsti 900 poliziotti. C'erano in 
giro, ma la polizia l'ho vista schierata in massa 
soltanto davanti all'ambasciata americana ai lati della 
via Unter den Linden. C'era veramente un clima 
pacifico, eravamo in tanti, la stazione radio alla 
Berlinale aveva detto 350mila, ma alcuni nel corteo 
parlavano di mezzo milione e più. Lo saprò meglio 
domani. "Where is your Bag Dead? It's not our Bagdad!" 
diceva un altro striscione. Ritmi di tamburi 
accompagnavano un pezzo di corteo, in un altro 
risuonava Imagine di John Lennon, un signore anziano 
portava un cartello con le parole contro la guerra di 
Bob Dylan, un altro ancora recitava la rima 
tedesca "sie kriegen und siegen wenn wir uns 
verbiegen", che significa: fanno la guerra e vinceranno 
se noi la testa sotto la sabbia mettiamo. 
L'aspetto bello è che non ci sono stati slogan o 
striscioni antiamericani, ma contro il loro governo, c 
ioè Bush: Bush in fotografia che nel disegno legge 
sorpreso nella bibbia che esiste il comandamento Non 
uccidere. Altri striscioni dicevano: Americani 
salvateci dal terrore di Bush; Salvateci dalla guerra, 
ricontate le schede nel Florida!; Bush, noi nella Old 
Europa le schede dei voti li contiamo bene! Ma c'era 
anche chi alludeva alla colpevolezza della Cia 
nell'attentato dell'11 settembre: White House stinks to 
heaven: guilty for 11 september! o ancora: Old New'rope 
says NO!
Una serie di giochi linguistici sono stati fatti con il 
nome di Rumsfeld, in quando Rums in tedesco significa 
anche Ops! e feld può essere traslitterato in faellt, 
cioè cade o essere preso per il senso letterale del 
termine: campo. La fantasia si era liberata non poco 
nel coniare i vari slogan. 
Camminare lungo la Karl Liebknecht Strasse e poi la 
Strasse des 17. Juni e la Unter den Linden fino al 
Brandenburger Tor (dove il corteo è passato sotto gli 
archi e ha raggiunto l'altro che era arrivato 
dall'altra parte, dal Bahnhof Zoo passando per la 
Potsdamer Strasse) è stata una grande emozione non 
solo per la marea di gente ma la consapevolezza di 
passare in luoghi che storicamente hanno visto la 
guerra di appena 50 anni fa. Un riferimento che c'era 
anche in alcuni cartelli. Qui in Germania, forse, c'è 
una maggiore consapevolezza e memoria di ciò che 
significa perché intellettuali,scrittori, cineasti si 
sono ampiamente confrontati con il nazismo e 
l'olocausto sviscerandone i vari aspetti fino 
all'infinito. Ancora oggi ci sono molti documentari, 
anche qui alla Berlinale che parlano di Dachau, 
Birkenau, o raccontano storie di memorie. Anche per me 
è stato un ricordo improvviso passare accanto ai 
palazzi che avevo fotografato nel lontano 1980, quando 
qui era est e c'era il muro e la porta di Brandeburgo 
era sospesa nella terra di nessuno e la colonna della 
vittoria con il famoso angelo che oggi si vedeva sullo 
sfondo di un mare di teste e di bandiere colorate 
allora imperava da sola nel cielo, non era in 
connessione come oggi grazie a questo corteo lungo non 
so quanti chilometri.  
qui hanno fatto vincere il film In this world di 
Winterbottom, una scelta neutrale... chissà cosa 
diranno i vari protagonisti premiati nel corso della 
cerimonia.
Peccato potevano fare un gesto più politico!
un saluto elfi reiter
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