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Grazie Sbancor per ragionare sulle questioni cruciali. Sull'Iran hai già detto tutto tu (c'e' forse da aggiungere il controllo di Herat in Afghanistan). Sulla fine della sunshine policy, non sono sicuro che tu abbia ragione. Nota per esempio come Corea del sud e States abbiano reagito diversamente alle minacce di Kim. Il nuovo premier (myun sun? non mi ricordo come si chiama) ha teso a minimizzare e anche se è rimasto alleato degli USA contro Saddam, è stato eletto dal voto giovanile su una piattaforma di progressivo allontanamento dagli USA. Io scommetto sulla seguente ipotesi: gli americani se ne vanno e le due coree si riunificano; il sud ci mette il cash, il nord il nucleare. Ne emergerebbe una potenza regionale in grado di impensierire sia l'odiato Giappone sia la Cina.

Riguardo alle tue simpatiche critiche (che ingenerosamente riprendono il mio intervento meno articolato, invece di quello in risposta a "INTERNAZIONALISMO futura umanità"), mi sembra un po' un modo di ragionare massimalista odiare il cortile di casa e magnificare le progressive sorti delle sinistre altrui. Anche se Bush perderà le elezioni, il corso della potenza americana a questo punto è predeterminato (il controllo della mezzaluna che va dal Baltico alla valle dell'Indo, come dici tu). Quanto ai vaneggiamenti, i miei li porto nel portafoglio ogni giorno, e tu pure. Non si capisce perché dobbiamo sperare in una rinascita democratica americana, piuttosto che europea, dove per inciso abbiamo dato prova di saper mobilitare milioni e milioni di persone come in nessun altra parte del mondo. Mi fa un po' sorridere essere tacciato di euronazionalismo, quando ho la green card americana e amo, non dico la costa est, ma il Midwest degli Stati Uniti. Voglio solo dire che se non ci diamo da fare per trovare un ruolo sociale e politico per l'Europa nel mondo, la sinistra sul pianeta non ha speranza. L'America è e sempre sarà un posto religioso e patriottico. Al contrario, siamo o non siamo la patria originaria di anarchismo, socialismo, comunismo? Certo, il personale politico (anzi tecnocratico) che ci ritroviamo non è un granché (non condivido l'astio per Schroeder, personalmente), ma si può sempre cambiare, magari con Sbancor commissario al posto di Patten;) Se per te non è uno snodo cruciale la direzione che prenderà la carta dei diritti europei nel processo costituente, non so che dirti. Anche dello statuto dei lavoratori si disse che era una legge ininfluente. Trent'anni dopo, molti di quelli che lo asserivano organizzano referendum per difenderlo. Sui tedeschi: hanno adottato nei balcani l'unica politica possibile mentre cannoneggiavano Vukovar (10000 morti). Riconoscere Slovenia, Croazia e Bosnia, cioè assumere posizione contro la Serbia. Se anzi avessimo mandato i caschi blu tedeschi invece dei francesi e degli inglesi, migliaia di donne e uomini della valle della Drina oggi sarebbero ancora vivi. Certo lo fecero anche per estendere la zona del marco/euro, processo comunque inevitabile. L'unica alternativa era far entrare subito tutta la Yugoslavia nella comunità europea. Insomma, gli errori li fanno tutti, tranne chi decide sempre di non fare nulla. (Sulle banche europee: noi ancora risparmiamo, gli americani no; c'è invece il rischio di deflazione jap-style per la politica monetaria che ci stiamo infliggendo).

Io non voglio tornare all'Europa delle potenze. Vorrei che il movimento desse vita a un'Europa che sia socialmente espansiva e politicamente rispettata, in primis dagli USA. Anzi, si tornerà all'Europa delle potenze, proprio se fallirà l'Unione Europea. Sono d'accordo invece che la politica francese in Africa è delirante, avendo già causato un genocidio per inazione (con la connivenza degli USA) e oggi non riuscendo a fermare la guerra civile in Costa d'Avorio. Faccio un ennesimo parallelismo storico. Ma cosa sarebbe successo se la Francia socialista del fronte popolare, invece di mantenere la neutralità (su pressione inglese) nella guerra civile spagnola avesse dato man forte alla Repubblica e ai brigatisti internazionali con aiuti militari e altro? Franco non avrebbe vinto, Hitler sarebbe stato rintuzzato prima di riarmarsi, Mussolini avrebbe perso consenso dopo l'Etiopia, e l'Unione Sovietica non sarebbe dovuta intervenire, con ben nota sfiga per i compagni catalani e quartinternazionalisti. Perché lo dico? Lo dico perché il pacifismo del fronte popolare fu un pacifismo coglione. Che invece di punire subito Hitler perché rimilitarizzava la Renania e perseguitava ebrei e sinistra, lo lasciò fare. Insomma, in un mondo dove la realpolitik è regina, attenzione a rimanere idealisti. La bandiera arcobaleno non ci proteggerà dalle schegge delle bombe e dal gas nervino. Ma una politica di trasformazione sociale conscia delle forze geopolitiche all'opera forse sì.

Eurotrash and proud,

A/Lex
PS But a Wobbly, too!

At 08.38 20/03/03 +0000, you wrote:
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I bombardamenti sono inziati stanotte. Pensiamo alle prossime mosse politiche. La partita con l'Iraq è già chiusa. Occorre prendere Bush sul serio quando parla. Questo mi semra che lo abbiamo imparato a nostre spese. Quindi i prossimi assi del male sono Nordcorea e Iran. Ragioniamoci. Sulla Corea del Nord c'è poco da fare, visto che si offrono spontaneamente all'altare del sacrificio, con il rischio che sia nucleare. Va solo ricordato che durante la presidenza Clinton l'unificazione fra le due Coree era vicinissima, a portata di mano. Tant'è.

L'Iran invece è un problema serio. Sconfitto l'Iraq diventerà la prima potenza del Golfo. Controlla gli Hezb in Libano, estrae 5 milioni di barili di petrolio. Ha sicuramente testate nucleari (Colin Powell l'a già dichiarato e Panorama puntualmente riportato con tanto di cartine.) Lavora su progetti di missili a 3.000 km di gittata. Gli Israeliani ne hanno paura. Il Mossad ha già liquidato degli scienziati che lavoravano al progetto.

L'Iran ha molti legami d'affari con l'Europa. L'Iran è l'unico ostacolo al ricongiungimento via terra delle truppe USA nel Golfo e quelle in Asia Centrale. Una guerra all'Iran coinvolgerà il Libano del Sud e forse la Siria.

L'Europa è un vaniloquio. Pensare che possa fermare la prossima guerra, dopo il disastro diplomatico irakeno, è pura utopia. L'Europa degli Chirac, Schroder, Prodi, Monti ecc. per i prossimi anni sarà impegnata con la sua stagnazione economica e le sue banche piene di sofferenze.

Bush si ferma solo negli USA. Ed è solo il Partito Democratico che può farlo. Se si libera dello strapotere dei filo-israeliani (Lieberman e soci).

Io creo che dobbiamo lavorare a un vero "movimento internazionale per la pace". Un movimento che faccia pressione in America, dentro l'America. Contrapporre Europa e America come nazioni è la strada peggiore. Ma vogliamo tornare davvero all'Europa delle potenze? Vogliamo dimenticarci i disastri combinati dai francesi e dagli italiani in Africa? La politica occhiuta e cretina dei tedeschi verso l'Est Europa, a partire dalla guerra jugoslava?

Non so se la macchina di guerra avviata in Iraq si possa fermare. So solo che non saranno gli Europei a fermarla, non le nazioni europee, tantomeno la UE.

>From: Alex Foti
>Reply-To: [EMAIL PROTECTED]
>To: [EMAIL PROTECTED]
>Subject: Re: [RK] The people vs. 'Total War Incorporated'
>Date: Tue, 18 Mar 2003 14:35:00 +0100
>
>---
>strategie per la comunicazione indipendente
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>---
>
>Alla fine gli angloamericani hanno bypassato ONU e Consiglio di
>Sicurezza pur di non mettere ai voti la loro minoranza nei confronti
>del mondo. Il progetto di dominazione globale di Bush il Cristiano
>Rinato a questo punto non ha più vincoli a frenarlo. O Reich
>rumsfeldiano o Impero wolfowitziano che ne emergerà stiamo
>assistendo a quella che i protagonisti definiscono "rivoluzione"
>negli affari del mondo.
>Vedremo se il Behemoth inciamperà nella sua stazza oppure no come è
>probabile, e se riuscirà a vincere la pace, cosa più difficile ma
>non impossibile. In ogni casodubito che il XXI secolo finirà con
>l'essere di nuovo americano. La potenza attira nemici, la potenza
>senza limiti si attira l'inimicizia globale. Di tutti i commenti
>quello terreo di Prodi mi è sembrato quello più appropriato: questa
>guerra ha già causato tanti danni... (enumeriamoli: scisma
>dell'Occidente, scisma dell'Europa, Corea, Cipro, Djindjic, nuova
>pulizia etnica in Palestina...). Chiunque ha progetti malati in
>mente avrà spazio per dargli corso, mentre gli occhi delle
>diplomazie saranno puntati sulla Mesopotamia.
>
>Allora battiamoci perché il futuro sia eurolatino (la presenza di
>Aznar non è forse motivata più dalla constituency latina e dalla
>continuazione del dominio yanqui sul Sudamerica, piuttosto che da
>ragioni militari?), l'unica speranza per una cosmodemocrazia
>potenzialmente globale. Ma in nostra assenza il 2100 terminerà con
>essere il secolo asiatico, anzi cinese (chi ha letto GUERRA SENZA
>LIMITI sa già che le elite cinesi sono, molto ma molto più
>acculturate e lungimiranti delle nostre), il che vorrà forse dire un
>progetto ancora più radicalmente antiumanista di quello dei
>petrolieri texani: libera clonazione, libera mercificazione del
>corpo e della vita, ecologia autoritaria da società sotto assedio,
>libero arbitrio del potere ecc. ecc.
>

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