Un mese fa (il 25 febbraio, per la precisione) ho fatto
circolare fra alcuni amici queste considerazioni sulla strategia americana. Le
mando anche alla mailing list, perchè mi sembra che non abbiano perduto la loro
attualità.
Domanda
Da quale schema inconsapevole è
pensata l'attuale politica dell'amministrazione
U.S.A?
Risposta
Le guerre indiane a cavallo fra gli anni Trenta e
Ottanta dell'Ottocento.
Elenco le analogie:
- Il nemico è un insieme di Stati e popoli politicamente
divisi, che però formano, nella percezione degli Occidentali, una
alterità unitaria: perché rappresentano un anacronismo storico vivente.
- Questa alterità viene percepita come alterità
interna. Da quando gli Stati Uniti d'America sono l'unica potenza
mondiale, sono continuamente tentati di percepirsi come l'unica
presenza mondiale. La tentazione ha origini - oltre che in un comune
meccanismo d'inflazione psichica - in una tendenza fondamentale della loro (e
dunque nostra) storia, che da sempre si esprime in forma di
espansione "verso l'orizzonte". Il nome di questa tendenza è
Frontiera. Caduto il limite materiale e simbolico della Cortina di
Ferro, la tendenza espansionistica riprende il suo corso, e spinge gli U.S.A a
sentire il mondo come spazio interiore. Per garantire l'equilibrio
psichico, lo spazio interiore va reso domestico. Sul piano
politico, questa realtà psichica si esprime con l'allargamento al
mondo della dottrina Monroe. (Che diceva in sintesi: "Il continente
americano fa parte integrante dello spazio di sicurezza degli USA: è il nostro
backyard, il nostro cortile di casa. Nessuna potenza può
intervenirvi senza il nostro consenso, nessuno stato compreso in questo ambito
può pretendere alla sovranità perfetta").
- Questo nemico - questa alterità interna -
è selvaggio e crudele, e fa sistematico ricorso al terrorismo. (In
termini psichici, invita a incontrollabili proiezioni dell'Ombra). L'assalto
alla diligenza, il massacro dei coloni isolati, l'avvelenamento dei pozzi, le
torture inflitte ai prigionieri, la struttura politica premoderna
corrispondono con precisione ai dirottamenti aerei, agli attacchi suicidi,
alla diffusione di epidemie, alla brutalità premoderna della lotta politica in
paesi come, ad esempio, l'Irak.
- La guerra contro questo nemico diventa dunque da un canto una
vasta azione di polizia volta a ristabilire il diritto e la sicurezza contro
l'illegalità e la barbarie, dall'altra uno scontro di civiltà e di
tempi storici: la civiltà del presente contro la civiltà del
passato. Le due definizioni sembrano - e sono - antitetiche.
Smettono di esserlo solo per le ragioni esposte al punto 2.
- In questo tipo di guerra, l'unica strategia praticabile
diventa l'assimilazione del nemico, cioè a dire l'eliminazione della sua
alterità. Le forme che prende sono: la distruzione militare degli
irriducibili; l'assimilazione dei superstiti per mezzo di un sistema di
protettorati o enclaves (le riserve) che gli impediscano la formazione di una
volontà politica autonoma, e li facciano progressivamente
partecipare alla civiltà vincitrice, che è la civiltà tout court.
L'opzione per uno scontro limitato a un obiettivo politico accettabile per
entrambi i contendenti è molto debole, perché gli avversari non hanno
pari statuto. Il nemico è una civiltà senza titolo storico all'esistenza
(in un certo senso, è già sconfitto, già morto come il passato) e
insieme un nemico interno alla pari dei criminali le cui azioni ricadono
sotto il diritto penale comune, e che vanno da un canto repressi e puniti,
dall'altro - nei limiti del possibile - riabilitati per il loro stesso
bene.
- Gli effetti immediati di questa politica sono di reciproco
irrigidimento delle identità. Con le guerre indiane gli Stati Uniti riuscirono
a medicare, almeno in parte, la grave frattura all'identità nazionale
provocata dalla guerra civile; e nei decenni conclusivi, le tribù
indiane crearono forme per loro affatto inedite - anzi: impensabili - di
unità politica e religiosa, quali la Ghost Dance Religion: un rituale
religioso - dichiarato illegale, e aspramente contrastato dal governo
americano - che si diffuse fra tutte le tribù, in seguito al quale i
partecipanti dovevano diventare invulnerabili alle pallottole. (Naturalmente,
non funzionava: però stimolava e rendeva psicologicamente possibile un
coraggio suicida in battaglia, analogo a quello dei kamikaze
palestinesi).
- Altro effetto immediato è il contagio psichico fra i
contendenti. Gli episodi di crudeltà ad opera di forze regolari dell'esercito
U.S.A. nel corso delle guerre indiane corrispondono all'evocazione di temi del
fondamentalismo apocalittico da parte dell'amministrazione Bush: Infinite
Justice, Axis of Evil, etc.; o più recentemente, la proposta di rendere legale
la tortura avanzata da un illustre giurista di Harvard, A. Dershowitz,
campione del garantismo e avvocato difensore dei casi impossibili in nome del
diritto alla pienezza di garanzie giuridiche per tutti (ricordate il
caso von Bulow da cui fu tratto un interessante film? Il
difensore di von Bulow era lui).
Avrò certo dimenticato altri punti di contatto. Purtroppo, il
prossimo futuro mi aiuterà ad ampliare questa
riflessione.
Con un cordiale saluto a tutti. RB
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