> Appello/presentazione dell'incontro tra reti, realtà, movimenti su > "lavoro-non lavoro diritti sociali" che si svolgerà il 4 Luglio alle ore 10 > al Politecnico (facoltà di ingegneria) durante la 2 ass. intern, di Napoli > in preparazione del FSMed > > L'incontro tra reti su "lavoro, non lavoro, e diritti sociali"che stiamo > costruendo per la mattina del 4 a Napoli durante la 2 assemblea > internazionale per il Forum Sociale del Mediterraneo sarà un' opportunità > per dialettizzare e comprendere approcci, linguaggi, effetti, concernenti i > processi di globalizzazione economica nell'area mediterranea, nonché le > istanze sociali e le pratiche di lotta che nei rispettivi paesi si stanno > esprimendo contro. > L'accordo per la creazione dell'ennesima area di libero scambio tra i paesi > del Mediterraneo, che porta il nome di "EuroMEd" , accelera di fatto, il > processo di globalizzazione economica al fine di rendere più agevole e > libero il flusso di merci e capitali e sempre più restrittivo quello degli > esseri umani. > Ciò determinerà ulteriori circuiti di sfruttamento delle risorse del Sud e > maggiore precarietà nel "Nord". Un chiaro esempio è costituito dalla > delocalizzazione di produzioni fin'ora eseguite in Europa verso contesti > dove un'"economia di povertà" caratterizzata da un bassissimo costo, oltre > che conflittualità della forza lavoro permette di massimizzare i profitti a > discapito ovviamente di un intensificazione dello sfruttamento e di un' > evasione di diritti civili e lavorativi; insomma corpi vivi da depredare a > meno di un dollaro al giorno. Tuttavia come dimostrano le cronache > quotidiane, l'eccedenza di manodopera incrementa senza sosta i flussi > migratori verso il Nord, di una forza lavoro sempre più ricattabile, in > quanto costretta per legge alla totale clandestinità e così utilizzata per > trascinare verso il basso le condizioni di lavoro nei paesi d'arrivo. Nell' > Europa fortezza, il Mar Mediterraneo diviene un cimitero marino ed i > superstiti sempre più schiavi da sfruttare flessibilmente alle esigenze > produttive. > Quali sono le conseguenze presenti e future dell'applicazione di questo > modello nei paesi produttivamente "più arretrati" del cosiddetto "Sud"? > Qual è il costo sociale da pagare? E soprattutto quali forme di resistenza > ed organizzazione/autorganizzazione si stano producendo? Ed ancora quali > necessarie alleanze sono possibili, sperimentabili tra gli sfruttati delle > due sponde? > > Per quanto riguarda i paesi della riva Nord, ossia quelli a "capitalismo > avanzato", ormai da diverse decadi stiamo assistendo, ad una graduale e > complessiva ristrutturazione dell'apparato produttivo nonché del modo di > lavorare, che è approdato alla modellatura delle materie giuslavorative, > nei termini di una totale deregolamentazione contrattuale adeguata ai > paradigmi dell' "accumulazione flessibile". La flessibilità dell' > organizzazione produttiva e dell'erogazione di lavoro sta alla flessibilità > di licenziamento così come lo smantellamento, la riconversione e l' > adeguamento produttivo sta alla precarietà dei diritti lavorativi. > Un altro tratto fondante della produzione coeva è la pervasività dei > processi di accumulazione in qualsiasi interstizio sociale e temporale di > vita, cosicché anche la barriera intangibile della riproduzione sociale > viene superata e messa a profitto; i bisogni fondamentali d'esistenza > divengono fattori di riproduzione di valore entro il pensiero unico > dell'accumulazione capitalista. Conseguentemente riscontriamo l' > assorbimento dei tempi di vita nei tempi di lavoro, al punto da rendere > indistinguibile una separazione tra i due archi temporali. L'intermittenza > della percezione di reddito, il livellamento verso il basso dello stesso, la > riduzione delle garanzie lavorative e sociali sommate alla parallela > privatizzazione dei servizi, determinano l'estensione della precarietà e > dell'esclusione sociale, ridisegnando i caratteri della nuova composizione > di classe, che tuttavia stenta a riconoscersi come tale. > Questo quadro di evidente arretramento sul piano dei rapporti di forza, > necessita di un fronte di opposizione che riesca a moltiplicarsi e, prim' > ancora, del ripensamento di forme e piattaforme di lotta capaci di aprire > una nuova prospettiva di organizzazione e ricomposizione tra i soggetti > divisi del lavoro per rimettere al centro una prospettiva comune di > conflitto e trasformazione sociale. > > Ci auguriamo quindi che la mattina del 4 quest'incontro/tavolo, cui > invitiamo a partecipare le forze sindacali, i movimenti e le realtà sociali > del Mediterraneo, sia un occasione di confronto, e dal punto di vista > analitico, sulla fase che, pur presentando caratteri comuni, si manifesta > con marcate differenze nelle diverse aree, che sul piano delle forme e > piattaforme di lotta, da iniziare a costruire, consapevoli delle rispettive > diversità nei livelli di sviluppo, di sfruttamento, di bisogni e di > autonomia. > Crediamo quindi che si tratti di avviare un confronto costante sull' > ineludibile nodo della contraddizione tra capitale e lavoro da qui a > Barcellona ed oltre. Dipende da tutti noi che il percorso di costruzione > del 1 Forum Sociale del Mediterraneo non diventi un ennesimo astratto luogo > di mediazione e rappresentazione del ceto politico ma possa concretamente > alimentare il protagonismo e la nascita di reti sociali capaci di > ostacolare le politiche neoliberiste ed i processi della globalizzazione > capitalista nella prospettiva di una radicale alternativa societaria in un > Mediterraneo di cooperazione solidale tra i popoli fuori ed oltre le logic he > del mercato. > > > Per le realtà italiane > Facciamo inoltre nostra la proposta avanzata dalla "rete per il reddito > sociale" di un incontro da tenersi a conclusione del Tavolo "lavoro, non > lavoro, diritti sociali", tra tutte le realtà italiane impegnate contro la > precarietà e la disoccupazione al fine di costruire a Genova (durante le > giornate di preparazione del 2 Forum Europeo 18-19-20 Luglio) un confronto > generale per verificare la possibilità di promuovere una campagna di lotta > contro la precarietà per la garanzia del reddito lavoro o non lavoro. > > > > > Per informazioni, adesioni e contributi:-- [EMAIL PROTECTED] --
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