Guardiamo ai contenuti delle notizie che provengono dall'estero e cerchiamo il denominatore comune. Se questo esiste e non è un abbaglio, la ricerca di una politica comune è l'elemento che ritorna ad affacciarsi.
Facciamo un elenco di articoli presi dal Corriere della Sera.


1) IL CONSIGLIERE DEL PENTAGONO:
Perle: «Molti servizi segreti hanno collaborato»
http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=ESTERI&doc=PER
Nasce il «governo» e cancella le feste di Saddam
I 25 membri riuniti a Bagdad: il 9 aprile, giorno della caduta del regime, diventa ricorrenza nazionale
http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=ESTERI&doc=CONSIGLI
2) Una proposta per ridare all’Onu il suo ruolo di garante della legalità internazionale in vista di un possibile nuovo ordine mondiale
«Solo Paesi democratici nelle Nazioni Unite rifondate»
http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=ESTERI&doc=BON
(Questo articolo è stato scirtto dalla "lobby" dei radicali, ambigui personaggi guerrafondai che mescolano diritti umani e neoliberismo. Sofri è un pò il loro simbolo subdolo).
3) http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=ESTERI&doc=COL1
Il «club» del premier britannico: IL SUMMIT La tre giorni di Londra voluta dal premier britannico Tony Blair ha riunito da venerdì a domenica la sinistra mondiale.
http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=ESTERI&doc=LULA
Londra, il presidente brasiliano mattatore al vertice della sinistra mondiale:
Gli Usa dividono i progressisti Lula: «Bush, egoismo politico»:
Ma Blair replica: «Evitiamo di essere antiamericani»


1) Questa guerra nel Golfo analizzata da un punto di vista della strategia militare direbbe che hanno vinto coloro che indicavano nella flessibilità e nella comunicazione, l'indirizzo vincente da dare nelle guerre future.
Gli USA stanno provando che non basta possedere la tecnologia per condurre una guerra, ma è ancora necessaria l'arma della diplomazia e soprattutto quella che definisce gli interessi comuni: l'individuazione e il coinvolgimento degli Organismi e Stati principali per quanto riguarda il coordinamento politico ed economico.


2) Come avviene tutto ciò? Non certo per volontà degli ultraconservatori, ma attraverso il gioco del passacarte. Gli attori si giocano scoop pseudo segreti nei tempi e nei modi per puro opportunismo propagandistico ed elettorale, e sono inseriti nei diversi organismi:

ONU
NATO: alleanza che sta assumendo connotati sempre più polico-militari (con cooperazione della RUSSIA)
UE: con tutte le implicazioni fra chi è parte anche della NATO ma che politicamente deve definire le linee strategiche di intervento. Anche la Lega Araba si è dotata di un Consiglio di Difesa comune e di una Commissione permanente militare.
G8
QUARTETTO DI MADRID: ONU + UE + Federazione Russa + USA. Attualmente sta lavorando sulla questione israelo-palestinese.


3) Le sinistre del "Progressive governance e conference" di Londra discutono della rovina e sulla rovina del mondo languidamente.
Il Medio Oriente si inserisce come area decisiva non solo per le riserve energetiche, ma anche per l'agibilità a livello militare ed economico dei flussi economici fra Asia, Europa e America. (es. costruzione di oleodotti e gasdotti delle Repubbliche ex sovietiche).
Il ruolo del Mediterraneo e dei movimenti migratori divengono fattore implicante non solo la questione dell'ordine pubblico, ma della cultura e della definizione di nuovi lavori.
Destra e sinistra concordono sulla centralità dell'ordine pubblico.
Il movimento dei movimenti dovrebbe forse analizzare di più le contraddizioni irrisolte pensando al continente Africa. Il mondo sta diventando una grande Africa. Lì non c'è nord e sud, ma comunità divise da ricchezza e povertà, analfabetismo e tecnologia avanzata, deserto e vegetazione rigogliosa, malattie e salute. Identità e dialetti, religioni, speranze e desideri si mescolano guidati da chi mira al puro profitto.
Siamo ostaggi delle multinazionali, e la politica degli aiuti è fallita.
Belli gli articoli di Marco D'Eramo "Mercato della sfiga e santi laici" e quello di Salvatore Palidda "Clandestini, ecco il business", pubblicati dal Manifesto il 1 luglio e il 28 giugno.







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