little dark inside si, canal street è il nome della strada che correva tra little italy e chinatown, quando esistevano ancora entrambe. adesso little italy è trasferita al bronx, mulberry street è un arrocco di ex emigrati e i negozi global china hanno invaso ogni lato della strada. poco lontano, la stessa strada costeggia le fondamenta delle ex twin towers, dove aleggia ancora il sentore di bruciato e i bar fanno il peggior caffè di nyc. il fantasma delle torri agita i teloni a lutto che sono stati stesi sui palazzi attorno a formare una specie di ellis island. senza immigrati, ma con i segni di ciò che ha rappresentato l'america fino a due anni fa. l'impressione è quella di guardare una ferita ancora aperta. gli americani non sono bravi a curarsele, sono troppo abituati a infliggerle agli altri, immaginano perfino di far loro del bene. in mezzo ai palazzi del financial district, intanto, le voragini dell'11 settembre strabordano stancamente di calcestruzzi e carpentieri che saltano dentro e fuori, indossando giubbotti di sicurezza arancioni e bianchi. viene da pensare alla lettura di sean penn nel bellissimo "corto" sul vecchio e la pianta (film 11 settembre). un dato importante per la psicologia americana: con la caduta delle torri gemelle un po' di luce solare è arrivata a illuminare alcune parti del ghetto: un grosso problema della città dei grandi palazzi è sempre stata la grandissima carenza di luce solare. poi ci si chiede perché gli americani sprofondati là sotto, in tutto il loro buio, crescano bulimici e pieni di paura.
Valeria Noli http://www.urbanrat.splinder.it ___________________________________________ http://rekombinant.org http://rekombinant.org/media-activism