Il dom, 2004-02-29 alle 13:40, Ripley ha scritto:
> 1) Ho notato questo nuovo trend di basare prodotti basati su linux partendo
> da
> debian :
>
> Ottimo! e' una decisione che io condivido in pieno pero' sarebbe opportuno
> che
> la policy, il contratto sociale o qualunque altro documento ufficiale
> "consigli fortemente" tutti coloro (sia per scopi commerciali che non)
> decidano di basare i loro prodotti su Debian di inserire un logo (deciso
> dalla comunità debian) del tipo "Debian based" o "Debian inside".
> In questo modo ci sarebbe un ritorno di immagine o almeno di pubblicità
> proporzionale al successo di tale iniziativa. (Qualcuno sopratutto le
> iniziative commerciali non lo fanno esplicitamente... dovrebbero... in
> fondo non si chiedono soldi ma solo la dovuta riconoscenza)
Fino a che resta un _consiglio_ non vedo grandi problemi, se invece
diventasse un obbligo sarebbe in conflitto con il contratto sociale e
con le dfsg.
> 2) Sono daccordo con la decisione di non inserire software commenciali nella
> distribuzione ufficiale
Debian contiene software _commerciale_.
A tal proposito punto 4 del contratto sociale dice:
"Non ci opporremo a software commerciale fatto per essere eseguito su
sistemi Debian, e permetteremo ad altri di creare distribuzioni con
valore aggiunto contenenti sia Debian che software commerciale senza
richedere alcuna quota."
E' anche per questo che Debian è 100% software libero, in questo modo
sei sempre sicuro di poterla utilizzare anche per scopi commerciali.
IMHO è un grande punto di forza di Debian.
> ma credo sia controproducente ignorarne l'esistenza,
Anche se ti riferisci al software _proprietario_ non è affatto vero che
Debian lo ignora, anzi.
Il punto 5 del contratto sociale dice:
"Sappiamo che alcuni dei nostri utenti richiedono l'utilizzo di
programmi che non rientrano nelle Linee guida Debian per il Free
Software. Abbiamo creato nel nostro archivio FTP le aree "contrib" e
"non-free" nei nostro archivio FTP per questo software. Il software in
queste directory non fa parte del sistema Debian, anche se è stato
configurato per essere utilizzato con Debian."
[..]
"Perciò anche se il software non-free non è parte di Debian, accettiamo
il suo utilizzo e rendiamo disponibili le infrastrutture (come le
mailing list e il nostro sistema di tracciamento dei bug) per pacchetti
software non-free."
>
> mi spiego:
>
> anche se debian non inserisce tali software cio' non toglie che fonti non
> ufficiali (come la società stessa che produce il software o qualche
> debian-user che ha deciso di pacchettizzarlo per rendere la vita più semplice
> ad altri debian-user) potrebbero renderlo disponibile.
Esattamente quello che accade.
> Sarebbe meglio secondo me avere una precisa policy per il software
> commerciale
> pacchettizzato, che sia semplice e il più automatica possibile visto che
> nessuno li obbliga a seguirla cosi' come avviene per i pacchetti ufficiali.
La stessa policy dei pacchetti liberi solo che finiscono nel ramo
non-free e non vengono distribuiti, giustamente, nei CD.
> 3) Nello stesso discorso rientrano secondo me gli eventuali pacchetti non
> ufficiali reperibili in vari repository a destra e a manca :
>
> Questi pacchetti devono, pur sembrando integrati con il resto della
> distribuzione, trovarsi isolati e non devono poter intaccare la base di
> debian stessa.
> Mi spiego meglio:
> non dovrebbero "sostituire" i pacchetti debian ufficiali a meno che non lo
> si voglia davvero ( per sostituire intendo che non devono né entrare in
> conflitto con i pacchetti debian ufficiali né poterne sovrascrivere alcun
> file. )
Per i pacchetti non ufficiali non vedo altra soluzione che la perizia di
chi li produce e l'attenzione di chi li installa...
Saluti
--
Andrea Capriotti <[EMAIL PROTECTED]>