Re: Reminder: Removing < 2048 bit keys from the Debian keyrings

2014-11-10 Per discussione Andrea Capriotti
Il giorno sab, 08/11/2014 alle 21.15 +0100, Marco d'Itri ha scritto:
> On Nov 08, Jonathan McDowell  wrote:
> 
> > Back in August I sent notification[0] about the fact that we will be
> > removing all keys less than 2048 from our keyrings at the end of the
> > year (31st December 2014). Sadly the response to this has been slower
> > than expected, and we still have about 439 keys that require
> > replacement.
> Vedo parecchi italiani nella lista, io sono sempre disponibile per 
> firmare chiavi a Milano.

Ciao a tutti,

io sono nella lista e ho bisogno ancora di 1 firma sulla nuova chiave.
Se qualcuno passa nei dintorni di Bologna si faccia sentire.

Saluti
-- 
Andrea Capriotti 


-- 
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Re: Rientrare in Debian

2010-05-05 Per discussione Andrea Capriotti
Il giorno mer, 05/05/2010 alle 15.53 +0200, Marco Bertorello ha scritto:
> Il 05 maggio 2010 15.29, Christian Surchi  ha scritto:
> 
> > zack, paga da bere! ;)
> 
> Pensavamo giusto l'altro giorno che se qualche anima pia si prendesse
> sul groppone l'onere di organizzare una DCC-IT, sarebbe l'occasione
> per far pagare da bere a Zack ;)

ESATTO! Io ci sto! :-D

Saluti
-- 
Andrea Capriotti 


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Re: Sono interessato!

2009-03-31 Per discussione Andrea Capriotti
Il giorno mar, 31/03/2009 alle 12.24 +0200, kish...@vodafone.it ha
scritto:
> ciao davide.. se posso aiutare sn pronto!

+1 

Se Davide è d'accordo ci possiamo lavorare insieme.

Saluti
-- 
Andrea Capriotti 


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Re: Pensieri su Debian

2004-02-29 Per discussione Andrea Capriotti
Il dom, 2004-02-29 alle 13:40, Ripley ha scritto:

> 1) Ho notato questo nuovo trend di basare prodotti basati su linux partendo 
> da 
> debian :
> 
> Ottimo! e' una decisione che io condivido in pieno pero' sarebbe opportuno 
> che 
> la policy, il contratto sociale o qualunque altro documento ufficiale 
> "consigli fortemente" tutti coloro (sia per scopi commerciali che non) 
> decidano di basare i loro prodotti su Debian di inserire un logo (deciso 
> dalla comunità debian) del tipo "Debian based" o "Debian inside".
> In questo modo ci sarebbe un ritorno di immagine o almeno di pubblicità 
> proporzionale al successo di tale iniziativa. (Qualcuno sopratutto le
> iniziative commerciali non lo fanno esplicitamente... dovrebbero... in
> fondo non si chiedono soldi ma solo la dovuta riconoscenza)

Fino a che resta un _consiglio_ non vedo grandi problemi, se invece
diventasse un obbligo sarebbe in conflitto con il contratto sociale e
con le dfsg.

> 2) Sono daccordo con la decisione di non inserire software commenciali nella 
> distribuzione ufficiale

Debian contiene software _commerciale_.

A tal proposito punto 4 del contratto sociale dice:

"Non ci opporremo a software commerciale fatto per essere eseguito su
sistemi Debian, e permetteremo ad altri di creare distribuzioni con
valore aggiunto contenenti sia Debian che software commerciale senza
richedere alcuna quota."

E' anche per questo che Debian è 100% software libero, in questo modo
sei sempre sicuro di poterla utilizzare anche per scopi commerciali.
IMHO è un grande punto di forza di Debian.

>  ma credo sia controproducente ignorarne l'esistenza,

Anche se ti riferisci al software _proprietario_ non è affatto vero che
Debian lo ignora, anzi.

Il punto 5 del contratto sociale dice:

"Sappiamo che alcuni dei nostri utenti richiedono l'utilizzo di
programmi che non rientrano nelle Linee guida Debian per il Free
Software. Abbiamo creato nel nostro archivio FTP le aree "contrib" e
"non-free" nei nostro archivio FTP per questo software. Il software in
queste directory non fa parte del sistema Debian, anche se è stato
configurato per essere utilizzato con Debian."
[..]
"Perciò anche se il software non-free non è parte di Debian, accettiamo
il suo utilizzo e rendiamo disponibili le infrastrutture (come le
mailing list e il nostro sistema di tracciamento dei bug) per pacchetti
software non-free."

>  
> mi spiego:
> 
> anche se debian non inserisce tali software cio' non toglie che fonti non 
> ufficiali (come la società stessa che produce il software o qualche 
> debian-user che ha deciso di pacchettizzarlo per rendere la vita più semplice 
> ad altri debian-user) potrebbero renderlo disponibile.

Esattamente quello che accade.

> Sarebbe meglio secondo me avere una precisa policy per il software 
> commerciale 
> pacchettizzato, che sia semplice e il più automatica possibile visto che 
> nessuno li obbliga a seguirla cosi' come avviene per i pacchetti ufficiali.

La stessa policy dei pacchetti liberi solo che finiscono nel ramo
non-free e non vengono distribuiti, giustamente, nei CD.

> 3) Nello stesso discorso rientrano secondo me gli eventuali pacchetti non 
> ufficiali reperibili in vari repository a destra e a manca :
> 
> Questi pacchetti devono, pur sembrando integrati con il resto della 
> distribuzione, trovarsi isolati e non devono poter intaccare la base di 
> debian stessa.
> Mi spiego meglio:
> non dovrebbero "sostituire" i pacchetti debian ufficiali a meno che non lo 
> si voglia davvero ( per sostituire intendo che non devono né entrare in 
> conflitto con i pacchetti debian ufficiali né poterne sovrascrivere alcun 
> file. )

Per i pacchetti non ufficiali non vedo altra soluzione che la perizia di
chi li produce e l'attenzione di chi li installa...

Saluti
-- 
Andrea Capriotti <[EMAIL PROTECTED]>