Re: [OT]: disroot offre mail, cloud, chat, voice, ... per usi non commerciali
Il 25/07/22 23:41, Davide Prina ha scritto: La soluzione a cui stavo pensando è quella del server proprio, con un proprio dominio, ma come detto sembra poco praticabile di questi tempi e probabilmente sarà fortemente ostacolata prossimamente... Una possibile alternativa è quella di far gestire il proprio dominio da servizi professionali come per esempio Cloud Mail di SeeWeb ( https://www.seeweb.it/prodotti/cloud-mail )... Vero non hai "il controllo completo", ma almeno hai la sicurezza che aderiscono agli standard. E in più contribuisci a pagare almeno uno sviluppatore Debian! Vi lascio scoprire chi...
Re: [OT]: disroot offre mail, cloud, chat, voice, ... per usi non commerciali
Matteo Bini writes: [...] > Ecco due ottimi punti di partenza: > https://workaround.org/ispmail/bullseye/ > https://arstechnica.com/information-technology/2014/02/how-to-run-your-own-e-mail-server-with-your-own-domain-part-1/ Per aggiungere qualcosina sulla questione self-hosting mi sento di segnalare anche https://www.yunohost.org che è pure basata su debian e dà un server email già configurato (a patto di sistemare correttamente il DNS) al momento dell'installazione. -- ciao leandro
Domande per contribuzione
Buongiorno, vorrei contribuire alla traduzione in italiano dei po-debconf. È sufficiente seguire le istruzioni della pagina https://www.debian.org/international/l10n/po-debconf/README-trans.it.html, senza registrarsi da nessuna parte? Ci sono altre regole o convenzioni o informazioni importanti da conoscere? Grazie, ceppo
Re: [OT]: disroot offre mail, cloud, chat, voice, ... per usi non commerciali
Grazie per la segnalazione, Igor. Adesso il collegamento funziona. Probabilmente l'autore dell'articolo, Christoph Haas, stava lavorando al server del sito. Colgo l'occasione pure per dirmi d'accordo con Cosmo sul sostenere certi progetti, sia perché meritevoli sia perché ne hanno DAVVERO bisogno. Così come è giusto sostenere chi scrive la documentazione o articoli come quello su workaround.org. Rispondo anche a franchi di modula.net dicendo che il certificato SSL lo davo per scontato, soprattutto poiché grazie a Let's Encrypt [1] è diventato uno strumento alla portata di tutti, facilissimo da ottenere. Concludo con un altro riferimento utile per imbastire il proprio server email: https://github.com/LukeSmithxyz/emailwiz -- Matteo Bini [1] https://letsencrypt.org/
Re: [OT]: disroot offre mail, cloud, chat, voice, ... per usi non commerciali
Il 26/07/22 12:44, Cosmo ha scritto: In data martedì 26 luglio 2022 11:18:32 CEST, Felipe Salvador ha scritto: esperimento simile in Italia fu quello di Autistici Inventati Anche di oziosi. org, tracciabi.li e indivia.net; ma più che esperimenti ora sono realtà consolidate. Grazie mille Cosmo, non li conoscevo. Aggiungo (non mi pare l'abbia fatto nessuno) una menzione a devol.it Se ci fosse un po' più di adesione e coordinamento forse (molto ambizioso, lo riconosco) si potrebbe arrivare a emulare realtà francesi come Framasoft e la rete dei Chatons. ciao rob
Re: [OT]: disroot offre mail, cloud, chat, voice, ... per usi non commerciali
In data martedì 26 luglio 2022 11:18:32 CEST, Felipe Salvador ha scritto: > esperimento simile in Italia fu quello di Autistici Inventati Anche di oziosi. org, tracciabi.li e indivia.net; ma più che esperimenti ora sono realtà consolidate. -- Cosmo
Re: dis-informazione su linux
Luca Alzetta ha scritto: > è la rincorsa > (dal mio punto di vista pazzesca) agli standard di sicurezza della rete > nella modalità in cui si è sviluppata in questi ultimi quindici anni. > Tento di spiegarmi meglio: secondo me algoritmi di cifratura, > protocolli https, firme digitali, autenticazioni criptate e chi più ne > ha più ne metta, sono tutte tecnologie al servizio quasi esclusivo delle > transazioni finanziarie o dei segreti militari, trovo strano che un > mondo di volontari spenda tante energie per adeguarsi a questi standard > di cui non dovrebbe fregar niente a nessuno che non abbia niente da > nascondere a nessuno. mi sa che hai un po' di confusione. Molti di questi standard sono realizza con approcci aperti dove tutti possono partecipare alla "discussione". L'uso non è riservato solo a pochi ambiti di nicchia, ma serve a garantire sicurezza e affidabilità in qualsiasi ambito. In passato si era sviluppato tutto per farlo funzionare e non si era pensato che qualcuno avrebbe potuto approfittarsi e effettuare operazioni "malevole". Purtroppo con il tempo è stato più che ampliamento dimostrato che c'è sempre chi tende ad "approfittarsi". L'uso di queste tecnologie di sicurezza è indispensabile a qualsiasi livello per darti una certa garanzia di affidabilità di quello che stai usando. Il problema semmai è che in alcuni casi vengano usate tecnologie le cui specifiche non sono distribuite o che il loro uso richiede un pagamento senza poter modificare o accedere ai "sorgenti". Il problema è, secondo me, invece un altro è quello di dichiarare l'utente finale come inaffidabile e impedirgli di intervenire direttamente e di poter scegliere. Di tagliarlo fuori dalla catene di trust e di trattarlo come mero "pagatore" del servizio "a tempo" che sta acquistando. Questo lo si può vedere lato UEFI/secure boot/... dove, da quel che capisco, si stanno orientando sempre di più verso questa scelta. > Perché Canonical, tanto per fare un esempio, > dovrebbe regalare aggiornamenti continui al suo sistema operativo senza > guadagnarci niente? Canonical ci guadagna, visto che è una società a scopo di lucro. Da quel che so vende assistenza e non so se anche altro. Nel 2020 ha avuto un fatturato di 141 milioni di $ con un utile di 4.4 milioni di $[¹]. Red Hat, comprata recentemente da IBM, è stata la società che in borsa ha avuto una crescita continua molto elevata. Ciao Davide [¹] https://en.wikipedia.org/wiki/Canonical_(company) -- La mia privacy non è affar tuo https://noyb.eu/it
Re: [OT]: disroot offre mail, cloud, chat, voice, ... per usi non commerciali
On Fri, Jul 22, 2022 at 04:59:16PM +0200, Davide Prina wrote: > Ciao, > > ho trovato questo sito: https://disroot.org/en > > che permette di avere vari servizi di base gratuiti. > Leggendo promuove il software libero, la privacy, ... > > Qualcuno di voi già lo conosce e lo usa? > Ho provato a vedere in rete e ho trovato commenti positivi per > quanto riguarda la privacy, ... > > Molto interessante è il motore di ricerca: > https://search.disroot.org/ > > che senza javascript permette di avere tutte le funzionalità che > altri permettono solo con alcuni javascript attivati Ciao, esperimento simile in Italia fu quello di Autistici Inventati, scopro ora che sono ancora in attività. https://www.autistici.org/about Saluti > Ciao > Davide > > -- > La mia privacy non è affar tuo > https://noyb.eu/it -- Felipe Salvador
Re: dis-informazione su linux
valerio ha scritto: > su una nuova rivista è apparso un articolo sui "beni comuni" di > Edouard Jourdain che cita: concordo che chi ha scritto quel pezzo non ha capito l'argomento che stava cercando di trattare. > la mia risposta (molto semplice e poco esauriente, di getto con un po' > di rabbia): > > "Linux è un sistema operativo definito "open source". però Linux è soltanto la parte Kernel o meglio uno dei Kernel usabili. Sarebbe meglio chiamarlo GNU/Linux, per far capire che è il sistema GNU con il Kernel Linux. Tieni conto che per Debian esistono anche altri Kernel più o meno usabili (es: GNU/BSD, GNU/HURD). A seconda del sistema che stai usando puoi avere dei pacchetti non disponibili su altri. Ad esempio avevo trovato un bel giochino che volevo installare per i miei nipoti, ma il pacchetto Debian non c'era per GNU/Linux, ma, se non ricordo male, solo per GNU/BSD. Inoltre io preferirei parlare di software libero e non software opensource, anche se alcuni li usano come sinonimo in realtà non corrispondono al 100%. C'è software opensource che non è software libero. Ad esempio una licenza della NASA non è considerata software libero[¹], ma è considerata software opensource[²] > un sistema operativo è un insieme di programmi che permettono all'essere > umano di interagire con una macchina, la differenza fra opensource e > proprietario è data fondamentalmente dalla possibilità di vedere quello > che il sistema fa ed eventualmente modificarlo. come indicato, io preferisco non parlare di software opensource, ma di software libero, poiché il software opensource è più orientato a indicare come è "sviluppato" il software, mentre il software libero è più orientato sui diritti di chi lo utilizza. Il software libero offre delle libertà all'utente: * possibilità di eseguire il software come si desidera e per qualsiasi uso * possibilità di studiare il sorgente e modificarlo a piacere * possibilità di ridistribuire il sorgente/eseguibile modificato Notare che garantendo queste libertà a terzi, in realtà l'autore si può garantire per sé stesso la possibilità di entrare in possesso ed usare anche le eventuali modifiche di terzi. Naturalmente per avere questo ritorno deve usare la licenza giusta per il caso. Normalmente, secondo me, la migliore è la AGPL. > Linux è gratis no, in realtà Linux o GNU/Linux non è gratis. Una licenza di software libero ti permette di vendere il software, anche non tuo, a qualsiasi prezzo che l'acquirente è disposto a versare. In passato società hanno fatto soldi proprio ridistribuendo software libero, soprattutto nel periodo in cui tanti non avevano internet o le connessioni erano molto lente. La stessa m$ nel tempo in cui indicava la GPL come virale e da evitare vendeva quelli che chiamava i "GNU tools" ai propri clienti... che non erano altro che parte del sistema GNU. > I sistemi proprietari non > permettono alcuna modifica né alcuna comprensione di quello che succede, in generale non è detto, potrebbe essere che un sistema operativo (o più facilmente un software) sia distribuito anche con i sorgenti, ma sia vietata la modifica e ridistribuzione. Se non erro, almeno fino a qualche anno fa, m$ dava la possibilità alle PA di accedere ai sorgenti del suo simil sistema operativo (o per lo meno a buona parte dei sorgenti)... > Edouard Jourdain dice che Linux ha dei proprietari, ma a me non risulta, in realtà è corretto. Il software libero, se non è distribuito sotto il pubblico dominio, deve avere dei proprietari. Una licenza di un software non è valida se il software non ha un copyright valido. In pratica il software deve avere "agganciato" sia il copyright degli autori che la licenza applicata. La licenza non ha nessuna validità se manca il primo. La licenza indica le modalità di distribuzione/uso del software e il copyright indica che ha i diritti su quel software e quindi ha il diritto di applicare la licenza scelta. L'utente può accettare la licenza e usare il software o non accettarla e in quel caso il software non può essere usato. La differenza è che avendo agganciato al licenza GPL a Linux (sto parlando del kernel) Torval e tutti quelli che hanno contribuito hanno permesso a chiunque altro di poter usare le libertà offerte dal software libero. Ipotizziamo che un software abbia il copyright di una sola persona (che è il caso più semplice, anche in ottica internazionale). Questa persona decide di distribuire il suo software sotto licenza AGPL e con indicato il suo copyright. Distribuisce sotto AGPL tutte le versioni fino alla 5.0. Poi dalla 6.0 cambia licenza e passa ad una licenza non più di software libero senza distribuire i sorgenti. Può benissimo farlo e diversi hanno seguito questa strada... purtroppo. Però tale persona non può più impedire che il suo software fino alla versione 5.0 sia preso da altri e modificato e ridistribuito. Naturalmente in questo caso chi fa le modifiche deve mantenere il copyright dell'autore originario e aggiungere il proprio;
Re: [OT]: disroot offre mail, cloud, chat, voice, ... per usi non commerciali
Il 26/07/2022 09:23, Matteo Bini ha scritto: Perciò è ancora possibile e auspicabile avere il proprio server email. Inoltre oserei dire che, soprattutto per un uso modesto, un server email non è così difficile da realizzare e da mantenere. C'è una strana aurea di difficoltà ingiustamente associata all'email. Ecco due ottimi punti di partenza: https://workaround.org/ispmail/bullseye/ https://arstechnica.com/information-technology/2014/02/how-to-run-your-own-e-mail-server-with-your-own-domain-part-1/ Può essere comodo anche ISPConfig, soprattutto se si vuole gestire anche qualche sito web e/o più di un dominio :) -- Diego Zuccato DIFA - Dip. di Fisica e Astronomia Servizi Informatici Alma Mater Studiorum - Università di Bologna V.le Berti-Pichat 6/2 - 40127 Bologna - Italy tel.: +39 051 20 95786
Re: [OT]: disroot offre mail, cloud, chat, voice, ... per usi non commerciali
Il giorno lun 25 lug 2022 alle ore 23:41 Davide Prina ha scritto: > > però leggevo che è sempre più complesso riuscire a gestirsi un server > mail proprio. Il problema è che è sempre più difficile far accettare le > mail che provengono da questo dagli altri operatori sul mercato. > Sí, lo è, ma per motivi del tutto sensati: evitare il piú possibile l'invio di spam. Non essendo comunque la gestione di un server una cosa alla portata di chiunque, non mi lamenterei troppo. Si tratta di studiare altre due scemenze oltre a quelle già necessarie. Se sapevi configurare un server di posta alcuni anni fa, sai farlo anche oggi, basta capire quelle poche cose in più. > Leggevo, da una lista Debian, che le mail inviate da un dominio Debian > hanno sempre maggior difficoltà ad essere accettate. Questo mi pare molto molto falso. > La soluzione a cui stavo pensando è quella del server proprio, con un > proprio > dominio, ma come detto sembra poco praticabile di questi tempi e > probabilmente > sarà fortemente ostacolata prossimamente... > Questi atteggiamenti disfattisti, oltre ad avere pochissimo fondamento (la posta elettronica vive su meccanismi estremamente semplici, sempre migliorati nel tempo - o saremmo sommersi di spam molto piú di ora - e poco sovvertibili) scoraggiano le persone a provare a fare le cose, "perché tanto è inutile". L'unica cosa che la posta elettronica rischia è lo sparire in favore di altri sistemi con meno spam. Se la si vuol salvare, trovo che l'unica strada sia rassegnarsi a studiare un minimo come funzionano DKIM, DMARC e SPF (neanche è difficilissimo) e smettere di lamentarsi che il sistema cattivo ci vuole ostacolare. -- Lorenzo Breda
Re: [OT]: disroot offre mail, cloud, chat, voice, ... per usi non commerciali
Il 23/07/2022 09:52, Matteo Bini ha scritto: Dopo Gmail voglio abbandonare ProtonMail, farmi il mio server email e magari +1 per il selfhosting! Per quanto mi riguarda, rimane sempre la soluzione migliore Non *usare* internet, *sii* internet :) -- Marco Bertorello https://www.marcobertorello.it
Re: [OT]: disroot offre mail, cloud, chat, voice, ... per usi non commerciali
Approfitto per ringraziare tutti per le utili informazioni condivise... On Tue, 26 Jul 2022 at 09:24, Matteo Bini wrote: > > Ecco due ottimi punti di partenza: > https://workaround.org/ispmail/bullseye/ > > https://arstechnica.com/information-technology/2014/02/how-to-run-your-own-e-mail-server-with-your-own-domain-part-1/ > > > e per segnalare che il primo link porta ad un "404"! :-( -- "Don't find fault, find a remedy" (H.Ford) ---
Re: [OT]: disroot offre mail, cloud, chat, voice, ... per usi non commerciali
Caro Davide, concordo in pieno sulle tue riserve verso ProtonMail, visto sono le medesime che ho anch'io e che mi spingono ad abbandonarlo. Invece, per quanto riguarda la possibilità di essere autonomi, gestisco già un paio di piccoli server email e non ho mai avuto problemi a non risultare spam: basta impostare DKIM, DMARC e SPF e il DNS inverso. Ho letto del problema di Debian, ma non ne ho capito il motivo tecnico preciso e ho supposto che fosse collegato a un discorso d'infrastruttura elaborata, in cui il dominio debian.org viene spartito su più computer su cui sarebbe difficile configurare quanto di sopra correttamente. Infine, nella email di annuncio del nuovo server email di Debian [1], si menziona solo che l'invio sarà centralizzato sul nuovo server SMTP mail-submit.debian.org, ma non che non sia gestito autonomamente. Perciò è ancora possibile e auspicabile avere il proprio server email. Inoltre oserei dire che, soprattutto per un uso modesto, un server email non è così difficile da realizzare e da mantenere. C'è una strana aurea di difficoltà ingiustamente associata all'email. Ecco due ottimi punti di partenza: https://workaround.org/ispmail/bullseye/ https://arstechnica.com/information-technology/2014/02/how-to-run-your-own-e-mail-server-with-your-own-domain-part-1/ -- Matteo Bini [1] https://lists.debian.org/debian-devel-announce/2022/07/msg3.html