Re: [OT]: disroot offre mail, cloud, chat, voice, ... per usi non commerciali

2022-07-26 Per discussione Paolo Redælli



Il 25/07/22 23:41, Davide Prina ha scritto:

La soluzione a cui stavo pensando è quella del server proprio, con un proprio
dominio, ma come detto sembra poco praticabile di questi tempi e probabilmente
sarà fortemente ostacolata prossimamente...


Una possibile alternativa è quella di far gestire il proprio dominio da 
servizi professionali come per esempio Cloud Mail di SeeWeb ( 
https://www.seeweb.it/prodotti/cloud-mail )...


Vero non hai "il controllo completo", ma almeno hai la sicurezza che 
aderiscono agli standard. E in più contribuisci a pagare almeno uno 
sviluppatore Debian! Vi lascio scoprire chi...




Re: [OT]: disroot offre mail, cloud, chat, voice, ... per usi non commerciali

2022-07-26 Per discussione Leandro Noferini
Matteo Bini  writes:


[...]

> Ecco due ottimi punti di partenza:
> https://workaround.org/ispmail/bullseye/
> https://arstechnica.com/information-technology/2014/02/how-to-run-your-own-e-mail-server-with-your-own-domain-part-1/

Per aggiungere qualcosina sulla questione self-hosting mi sento di
segnalare anche https://www.yunohost.org che è pure basata su debian e
dà un server email già configurato (a patto di sistemare correttamente
il DNS) al momento dell'installazione.

--
ciao
leandro



Domande per contribuzione

2022-07-26 Per discussione ceppo
Buongiorno,
vorrei contribuire alla traduzione in italiano dei po-debconf. È
sufficiente seguire le istruzioni della pagina
https://www.debian.org/international/l10n/po-debconf/README-trans.it.html,
senza registrarsi da nessuna parte? Ci sono altre regole o convenzioni
o informazioni importanti da conoscere?
Grazie,

ceppo



Re: [OT]: disroot offre mail, cloud, chat, voice, ... per usi non commerciali

2022-07-26 Per discussione Matteo Bini
Grazie per la segnalazione, Igor. Adesso il collegamento funziona.
Probabilmente l'autore dell'articolo, Christoph Haas, stava lavorando al server
del sito.
Colgo l'occasione pure per dirmi d'accordo con Cosmo sul sostenere certi
progetti, sia perché meritevoli sia perché ne hanno DAVVERO bisogno. Così come
è giusto sostenere chi scrive la documentazione o articoli come quello su
workaround.org.

Rispondo anche a franchi di modula.net dicendo che il certificato SSL lo davo
per scontato, soprattutto poiché grazie a Let's Encrypt [1] è diventato uno
strumento alla portata di tutti, facilissimo da ottenere.

Concludo con un altro riferimento utile per imbastire il proprio server email:
https://github.com/LukeSmithxyz/emailwiz

--
Matteo Bini


[1] https://letsencrypt.org/



Re: [OT]: disroot offre mail, cloud, chat, voice, ... per usi non commerciali

2022-07-26 Per discussione Roberto Resoli

Il 26/07/22 12:44, Cosmo ha scritto:

In data martedì 26 luglio 2022 11:18:32 CEST, Felipe Salvador ha scritto:

esperimento simile in Italia fu quello di Autistici Inventati


Anche di oziosi. org, tracciabi.li e indivia.net; ma più che esperimenti ora
sono realtà consolidate.


Grazie mille Cosmo, non li conoscevo. Aggiungo (non mi pare l'abbia 
fatto nessuno) una menzione a devol.it


Se ci fosse un po' più di adesione e coordinamento forse (molto 
ambizioso, lo riconosco) si potrebbe arrivare a emulare realtà francesi 
come Framasoft e la rete dei Chatons.


ciao
rob




Re: [OT]: disroot offre mail, cloud, chat, voice, ... per usi non commerciali

2022-07-26 Per discussione Cosmo
In data martedì 26 luglio 2022 11:18:32 CEST, Felipe Salvador ha scritto:
> esperimento simile in Italia fu quello di Autistici Inventati

Anche di oziosi. org, tracciabi.li e indivia.net; ma più che esperimenti ora 
sono realtà consolidate.

-- 
Cosmo




Re: dis-informazione su linux

2022-07-26 Per discussione Davide Prina
Luca Alzetta ha scritto:

> è la rincorsa 
> (dal mio punto di vista pazzesca) agli standard di sicurezza della rete 
> nella modalità in cui si è sviluppata in questi ultimi quindici anni. 
> Tento di spiegarmi  meglio: secondo me algoritmi di cifratura, 
> protocolli https, firme digitali, autenticazioni criptate e chi più ne 
> ha più ne metta, sono tutte tecnologie al servizio quasi esclusivo delle 
> transazioni finanziarie o dei segreti militari, trovo strano che un 
> mondo di volontari spenda tante energie per adeguarsi a questi standard 
> di cui non dovrebbe fregar niente a nessuno che non abbia niente da 
> nascondere a nessuno.

mi sa che hai un po' di confusione.
Molti di questi standard sono realizza con approcci aperti dove tutti
possono partecipare alla "discussione".
L'uso non è riservato solo a pochi ambiti di nicchia, ma serve a garantire
sicurezza e affidabilità in qualsiasi ambito.

In passato si era sviluppato tutto per farlo funzionare e non si era
pensato che qualcuno avrebbe potuto approfittarsi e effettuare operazioni
"malevole". Purtroppo con il tempo è stato più che ampliamento dimostrato
che c'è sempre chi tende ad "approfittarsi".

L'uso di queste tecnologie di sicurezza è indispensabile a qualsiasi
livello per darti una certa garanzia di affidabilità di quello che stai
usando.

Il problema semmai è che in alcuni casi vengano usate tecnologie le cui
specifiche non sono distribuite o che il loro uso richiede un pagamento
senza poter modificare o accedere ai "sorgenti".

Il problema è, secondo me, invece un altro è quello di dichiarare l'utente
finale come inaffidabile e impedirgli di intervenire direttamente e di
poter scegliere. Di tagliarlo fuori dalla catene di trust e di trattarlo
come mero "pagatore" del servizio "a tempo" che sta acquistando.
Questo lo si può vedere lato UEFI/secure boot/... dove, da quel che
capisco, si stanno orientando sempre di più verso questa scelta.

> Perché Canonical, tanto per fare un esempio, 
> dovrebbe regalare aggiornamenti continui al suo sistema operativo senza 
> guadagnarci niente?

Canonical ci guadagna, visto che è una società a scopo di lucro.
Da quel che so vende assistenza e non so se anche altro.
Nel 2020 ha avuto un fatturato di 141 milioni di $ con un utile di 4.4
milioni di $[¹].

Red Hat, comprata recentemente da IBM, è stata la società che in borsa ha
avuto una crescita continua molto elevata.

Ciao
Davide

[¹] https://en.wikipedia.org/wiki/Canonical_(company)

--
La mia privacy non è affar tuo
https://noyb.eu/it



Re: [OT]: disroot offre mail, cloud, chat, voice, ... per usi non commerciali

2022-07-26 Per discussione Felipe Salvador
On Fri, Jul 22, 2022 at 04:59:16PM +0200, Davide Prina wrote:
> Ciao,
> 
> ho trovato questo sito: https://disroot.org/en
> 
> che permette di avere vari servizi di base gratuiti.
> Leggendo promuove il software libero, la privacy, ...
> 
> Qualcuno di voi già lo conosce e lo usa?
> Ho provato a vedere in rete e ho trovato commenti positivi per
> quanto riguarda la privacy, ...
> 
> Molto interessante è il motore di ricerca:
> https://search.disroot.org/
> 
> che senza javascript permette di avere tutte le funzionalità che
> altri permettono solo con alcuni javascript attivati

Ciao,
esperimento simile in Italia fu quello di Autistici Inventati, scopro
ora che sono ancora in attività.

https://www.autistici.org/about


Saluti

> Ciao
> Davide
> 
> --
> La mia privacy non è affar tuo
> https://noyb.eu/it

-- 

Felipe Salvador



Re: dis-informazione su linux

2022-07-26 Per discussione Davide Prina
valerio ha scritto:

> su una nuova rivista è apparso un articolo sui "beni comuni" di 
> Edouard Jourdain che cita:

concordo che chi ha scritto quel pezzo non ha capito l'argomento che
stava cercando di trattare.

> la mia risposta (molto semplice e poco esauriente, di getto con un po' 
> di rabbia):
> 
> "Linux è un sistema operativo definito "open source".

però Linux è soltanto la parte Kernel o meglio uno dei Kernel usabili.
Sarebbe meglio chiamarlo GNU/Linux, per far capire che è il sistema GNU
con il Kernel Linux.
Tieni conto che per Debian esistono anche altri Kernel più o meno usabili
(es: GNU/BSD, GNU/HURD). A seconda del sistema che stai usando puoi
avere dei pacchetti non disponibili su altri.
Ad esempio avevo trovato un bel giochino che volevo installare per i miei
nipoti, ma il pacchetto Debian non c'era per GNU/Linux, ma, se non ricordo
male, solo per GNU/BSD.

Inoltre io preferirei parlare di software libero e non software opensource,
anche se alcuni li usano come sinonimo in realtà non corrispondono al 100%.
C'è software opensource che non è software libero.
Ad esempio una licenza della NASA non è considerata software libero[¹], ma
è considerata software opensource[²]

> un sistema operativo è un insieme di programmi che permettono all'essere 
> umano di interagire con una macchina, la differenza fra opensource e 
> proprietario è data fondamentalmente dalla possibilità di vedere quello 
> che il sistema fa ed eventualmente modificarlo.

come indicato, io preferisco non parlare di software opensource, ma di
software libero, poiché il software opensource è più orientato a indicare
come è "sviluppato" il software, mentre il software libero è più
orientato sui diritti di chi lo utilizza.

Il software libero offre delle libertà all'utente:
* possibilità di eseguire il software come si desidera e per qualsiasi uso
* possibilità di studiare il sorgente e modificarlo a piacere
* possibilità di ridistribuire il sorgente/eseguibile modificato

Notare che garantendo queste libertà a terzi, in realtà l'autore si può
garantire per sé stesso la possibilità di entrare in possesso ed usare
anche le eventuali modifiche di terzi. Naturalmente per avere questo
ritorno deve usare la licenza giusta per il caso. Normalmente, secondo
me, la migliore è la AGPL.

> Linux è gratis

no, in realtà Linux o GNU/Linux non è gratis.
Una licenza di software libero ti permette di vendere il software, anche
non tuo, a qualsiasi prezzo che l'acquirente è disposto a versare.
In passato società hanno fatto soldi proprio ridistribuendo software
libero, soprattutto nel periodo in cui tanti non avevano internet o le
connessioni erano molto lente.
La stessa m$ nel tempo in cui indicava la GPL come virale e da evitare
vendeva quelli che chiamava i "GNU tools" ai propri clienti... che non
erano altro che parte del sistema GNU.

> I sistemi proprietari non 
> permettono alcuna modifica né alcuna comprensione di quello che succede, 

in generale non è detto, potrebbe essere che un sistema operativo (o più
facilmente un software) sia distribuito anche con i sorgenti, ma sia
vietata la modifica e ridistribuzione.
Se non erro, almeno fino a qualche anno fa, m$ dava la possibilità alle
PA di accedere ai sorgenti del suo simil sistema operativo (o per lo meno
a buona parte dei sorgenti)...

> Edouard Jourdain dice che Linux ha dei proprietari, ma a me non risulta, 

in realtà è corretto.
Il software libero, se non è distribuito sotto il pubblico dominio, deve
avere dei proprietari.
Una licenza di un software non è valida se il software non ha un copyright
valido.
In pratica il software deve avere "agganciato" sia il copyright degli
autori che la licenza applicata. La licenza non ha nessuna validità se
manca il primo.
La licenza indica le modalità di distribuzione/uso del software e il
copyright indica che ha i diritti su quel software e quindi ha il diritto
di applicare la licenza scelta.
L'utente può accettare la licenza e usare il software o non accettarla
e in quel caso il software non può essere usato.

La differenza è che avendo agganciato al licenza GPL a Linux (sto parlando
del kernel) Torval e tutti quelli che hanno contribuito hanno permesso a
chiunque altro di poter usare le libertà offerte dal software libero.

Ipotizziamo che un software abbia il copyright di una sola persona (che è
il caso più semplice, anche in ottica internazionale). Questa persona
decide di distribuire il suo software sotto licenza AGPL e con indicato il
suo copyright. Distribuisce sotto AGPL tutte le versioni fino alla 5.0.
Poi dalla 6.0 cambia licenza e passa ad una licenza non più di software
libero senza distribuire i sorgenti. Può benissimo farlo e diversi hanno
seguito questa strada... purtroppo. Però tale persona non può più impedire
che il suo software fino alla versione 5.0 sia preso da altri e modificato
e ridistribuito. Naturalmente in questo caso chi fa le modifiche deve
mantenere il copyright dell'autore originario e aggiungere il proprio; 

Re: [OT]: disroot offre mail, cloud, chat, voice, ... per usi non commerciali

2022-07-26 Per discussione Diego Zuccato

Il 26/07/2022 09:23, Matteo Bini ha scritto:


Perciò è ancora possibile e auspicabile avere il proprio server email. Inoltre
oserei dire che, soprattutto per un uso modesto, un server email non è così
difficile da realizzare e da mantenere. C'è una strana aurea di difficoltà
ingiustamente associata all'email.

Ecco due ottimi punti di partenza:
https://workaround.org/ispmail/bullseye/
https://arstechnica.com/information-technology/2014/02/how-to-run-your-own-e-mail-server-with-your-own-domain-part-1/


Può essere comodo anche ISPConfig, soprattutto se si vuole gestire anche 
qualche sito web e/o più di un dominio :)


--
Diego Zuccato
DIFA - Dip. di Fisica e Astronomia
Servizi Informatici
Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
V.le Berti-Pichat 6/2 - 40127 Bologna - Italy
tel.: +39 051 20 95786



Re: [OT]: disroot offre mail, cloud, chat, voice, ... per usi non commerciali

2022-07-26 Per discussione Lorenzo Breda
Il giorno lun 25 lug 2022 alle ore 23:41 Davide Prina 
ha scritto:

>
> però leggevo che è sempre più complesso riuscire a gestirsi un server
> mail proprio. Il problema è che è sempre più difficile far accettare le
> mail che provengono da questo dagli altri operatori sul mercato.
>

Sí, lo è, ma per motivi del tutto sensati: evitare il piú possibile l'invio
di spam.
Non essendo comunque la gestione di un server una cosa alla portata di
chiunque, non mi lamenterei troppo. Si tratta di studiare altre due scemenze
oltre a quelle già necessarie. Se sapevi configurare un server di posta
alcuni
anni fa, sai farlo anche oggi, basta capire quelle poche cose in più.


> Leggevo, da una lista Debian, che le mail inviate da un dominio Debian
> hanno sempre maggior difficoltà ad essere accettate.


Questo mi pare molto molto falso.


> La soluzione a cui stavo pensando è quella del server proprio, con un
> proprio
> dominio, ma come detto sembra poco praticabile di questi tempi e
> probabilmente
> sarà fortemente ostacolata prossimamente...
>

Questi atteggiamenti disfattisti, oltre ad avere pochissimo fondamento (la
posta
elettronica vive su meccanismi estremamente semplici, sempre migliorati nel
tempo - o saremmo sommersi di spam molto piú di ora - e poco sovvertibili)
scoraggiano le persone a provare a fare le cose, "perché tanto è inutile".

L'unica cosa che la posta elettronica rischia è lo sparire in favore di
altri sistemi
con meno spam. Se la si vuol salvare, trovo che l'unica strada sia
rassegnarsi
a studiare un minimo come funzionano DKIM, DMARC e SPF (neanche è
difficilissimo) e smettere di lamentarsi che il sistema cattivo ci vuole
ostacolare.

-- 
Lorenzo Breda


Re: [OT]: disroot offre mail, cloud, chat, voice, ... per usi non commerciali

2022-07-26 Per discussione Marco Bertorello



Il 23/07/2022 09:52, Matteo Bini ha scritto:

Dopo Gmail voglio abbandonare ProtonMail, farmi il mio server email e magari


+1 per il selfhosting! Per quanto mi riguarda, rimane sempre la 
soluzione migliore


Non *usare* internet, *sii* internet :)

--
Marco Bertorello
https://www.marcobertorello.it




Re: [OT]: disroot offre mail, cloud, chat, voice, ... per usi non commerciali

2022-07-26 Per discussione Igor Trevisan
Approfitto per ringraziare tutti per le utili informazioni condivise...

On Tue, 26 Jul 2022 at 09:24, Matteo Bini  wrote:

>
> Ecco due ottimi punti di partenza:
> https://workaround.org/ispmail/bullseye/
>
> https://arstechnica.com/information-technology/2014/02/how-to-run-your-own-e-mail-server-with-your-own-domain-part-1/
>
>
>
e per segnalare che il primo link porta ad un "404"! :-(

-- 
"Don't find fault, find a remedy" (H.Ford)
---


Re: [OT]: disroot offre mail, cloud, chat, voice, ... per usi non commerciali

2022-07-26 Per discussione Matteo Bini
Caro Davide,
concordo in pieno sulle tue riserve verso ProtonMail, visto sono le medesime
che ho anch'io e che mi spingono ad abbandonarlo.

Invece, per quanto riguarda la possibilità di essere autonomi, gestisco già un
paio di piccoli server email e non ho mai avuto problemi a non risultare spam:
basta impostare DKIM, DMARC e SPF e il DNS inverso.

Ho letto del problema di Debian, ma non ne ho capito il motivo tecnico preciso
e ho supposto che fosse collegato a un discorso d'infrastruttura elaborata, in
cui il dominio debian.org viene spartito su più computer su cui sarebbe
difficile configurare quanto di sopra correttamente. Infine, nella email di
annuncio del nuovo server email di Debian [1], si menziona solo che
l'invio sarà centralizzato sul nuovo server SMTP
mail-submit.debian.org, ma non che non sia gestito autonomamente.

Perciò è ancora possibile e auspicabile avere il proprio server email. Inoltre
oserei dire che, soprattutto per un uso modesto, un server email non è così
difficile da realizzare e da mantenere. C'è una strana aurea di difficoltà
ingiustamente associata all'email.

Ecco due ottimi punti di partenza:
https://workaround.org/ispmail/bullseye/
https://arstechnica.com/information-technology/2014/02/how-to-run-your-own-e-mail-server-with-your-own-domain-part-1/

--
Matteo Bini


[1] https://lists.debian.org/debian-devel-announce/2022/07/msg3.html