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SECINARO. Avranno inizio domani mattina, nella piana
del 
Sirente, gli scavi per riportare alla luce frammenti
del 
meteorite che dovrebbe essere sepolto sotto le acque
del 
laghetto che sorge al centro della piana, ad una
profondità 
appena superiore ai cento metri. Gli scavi saranno
condotti 
da un gruppo di ricercatori aderenti all'associazione 
Geoplanets.
I lavori di recupero di parte del meteorite, saranno 
diretti da dagli scienziati Rossi, Ormo e Komatsu, con
il 
supporto dell'ente parco Sirente-Velino.
L'ipotesi della presenza del meteorite è stata
formulata 
alcuni mesi fa proprio dallo studioso Ormo, durante un

periodo di ricerche «sul campo», coincidente con il
suo 
periodo di post-dottorato.
Per molto tempo, infatti, si era pensato che il
laghetto 
della piana del Sirente (120 metri di diametro nella
sua 
struttura principale, contornata da una ventina di
altre 
strutture minori), fosse di origine carsica.
Ormo, dal canto suo, considerò subito che la
morfologia del 
bordo rialzato (circa due metri e mezzo di altezza), 
presente intorno al lago appariva non assimilabile ad
una 
forma carsica.
L'inconsistenza dell'ipotesi sulle origini carsiche
del 
lago, inoltre, è stata confermata anche dalla
osservazione 
di altri sedimenti presenti nella piana, campionati
con 
appositi sondaggi e scavi.
Di qui l'ipotesi della presenza del meteorite che
sarebbe 
caduto, secondo le stime, intorno al 400 d.C. Il
gruppo di 
studiosi, prima di dare inizio agli scavi, ha compiuto
un 
accurato sopralluogo nella zona, insieme ai
responsabili 
dell'ente parco Sirente-Velino. Il momento culminante
si è 
avuto lo scorso 18 maggio. Nel corso del sopralluogo,
i 
ricercatori si sono serviti di modernissime tecniche
di 
misurazione e di indagine, come le 
misure «magnetometriche». Tali ricerche avrebbero 
dimostrato, inequivocabilmente, la presenza di
anomalie 
magnetiche in ciascuno dei possibili crateri
meteoritici, 
rafforzando le ipotesi di lavoro dello scienziato 
americano. I risultati degli scavi e dei successivi 
prelievi del materiale posto sul fondo dellago, attesi
con 
particolare trepidazaione dai dirigenti del parco, dai

sindaci e dagli studiosi, non si conosceranno prima
della 
fine dell'estate.
Non si possono escludere tuttavia sorprese che
potrebbero 
rendere più interessante il ritrovamento. Secondo
molti, 
infine, la presenza di un meteorite potrebbe
rappresentare 
una ulteriore opportunità turistica per la zona,
attirando 
in un prossimo futuro, nell'area, gruppi di studiosi e

curiosi provenienti da tutta Italia ed anche
dall'Europa.

Regards

matteo


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