Illustrissima,

come molti cittadini, associazioni e imprese impegnati nella difesa del
software libero, abbiamo apprezzato il ruolo di primo piano che la
sovranità digitale ha assunto nel programma della Presidente del
Consiglio. Si tratta infatti di un tema fondamentale, sia per la
democrazia che per le sorti economiche dell'Italia.

In Europa, Francia e Germania stanno affermando da mesi e con estrema
chiarezza che la propria sovranità digitale non possa essere messa in
discussione dalla dipendenza dalle Big Tech, che orientando i
comportamenti e le scelte commerciali dei cittadini europei, guadagnano
centinaia di miliardi di euro ogni anno. Questa grave ingerenza che
rischia di svuotare di significato le procedure democratiche nel nostro
Paese, si è radicata stabilmente nella nostra economia, pesando sulla
nostra bilancia commerciale e sottraendo non solo enormi investimenti
ma cervelli brillanti, costretti a emigrare a causa di tale concorrenza
sleale.

Investire oggi in una vera sovranità digitale è dunque fondamentale per
garantire un futuro prospero ai nostri figli.

Notizie recenti però ci fanno temere che questo futuro sia in serio
pericolo.

[...]

Mentre negli altri paesi Europei si assumono posizioni sempre più
rigorose, in Italia, se non si agisce immediatamente per aiutare le
scuole e i Dirigenti Scolastici, corriamo il concreto rischio di
sprecare un’opportunità irripetibile e consegneremmo i dati di studenti
e docenti a imprese che hanno come modello d’affari la profilazione
degli utenti e che sono tenute, per legge, a partecipare ad attività di
sorveglianza di massa in spregio ai diritti fondamentali dei nostri
concittadini.

[...]

Pur apprezzando la sensibilità del nuovo Governo sul tema della
sovranità digitale, l'esperienza ci porta a temere che le la storia si
possa ripetere. Temiamo che i consiglieri del Governo sostengano che
“non ci siano alternative” o “manchino competenze e risorse
informatiche adeguate”. Vi esortiamo a rifiutare tali argomentazioni,
rinunciatarie e disfattiste: se credete nel nostro Paese, 
permettetegli di dimostrare le proprie capacità.


Vi chiediamo di ribadire alle scuole di ogni ordine e grado la
necessità di un'accurata valutazione comparativa (prevista dall’art. 68
del CAD) che tenga conto di approfondite valutazioni di impatto sulla
privacy di studenti e insegnanti. Sappiamo che tali analisi
dimostreranno come le alternative esistano, siano percorribili e
qualitativamente migliori.

Il software libero è infatti un potente catalizzatore,
un'infrastruttura all'avanguardia, grazie alla quale anche il nostro
Paese potrà avviare una nuova ed efficiente politica industriale.
Dobbiamo solo avere il coraggio di provarci.

Concludendo, Vi invitiamo ad adottare le misure necessarie per
supportare e coordinare i Dirigenti Scolastici affinché colgano
l'occasione offerta dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza. In
particolare, si dovrebbe attivare con la massima urgenza un gruppo di
lavoro che unisca le migliori competenze per supportare i Dirigenti
Scolastici nell’acquisire servizi basati su software libero 
e fornitida imprese italiane ed europee, tutto nel pieno 
rispetto del GDPR e del CAD.

Liberare l'Italia dalla morsa delle Big Tech non sarà facile, ma è la
cosa giusta da fare per il nostro Paese.

Ringraziamo molto per l’attenzione.

Prof. Angelo Raffaele Meo


Il testo completo della lettera è qui:
https://www.softwarelibero.it/lettera-al-governo-del-prof-angelo-raffaele-meo

Può essere sottoscritta da singoli cittadini, associazioni e imprese:
https://www.softwarelibero.it/aderisci-alla-lettera-al-governo-del-prof-meo


Giacomo
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