"Siamo in grado di controllare la tecnologia, di assoggettarla alla nostra volontà evitandone conseguenze indesiderabili? Quando correggere sarebbe facile non si riesce a vedere la necessità di farlo; quando appare evidente la necessità di una correzione, questa è diventata dispendiosa e difficile"1
David Collingridge scrive che la maggior parte della tecnologia  assolve una funzione della competitività, assume pertanto rilevanza esaminare l'effetto provocato dalla competitività sulla qualità delle decisioni che riguardano il controllo della tecnologia. Le decisioni dovrebbero essere reversibili, correggibili, flessibili. Un esempio studiato dall'autore riguarda la tecnologia delle armi nucleari nota come MIRV (veicoli di rientro multiplo a bersagli indipendenti).
Per questo ricercatore della Technology Policy Unit di Birminghan, gli esperti devono essere figure disinteressate, aperte e senza preconcetti.
Oggi l'attenzione nei confronti della scienza e le sue applicazioni, ha posto al movimento il grande problema della necessità di un controllo sociale.
Anche perchè l'atteggiamento e la strategia degli USA di volersi autoproclamare come dominatori del mondo, costato a Bush il sincero paragone con Hitler, sta diventando sempre più pesante e opprimente, c'è bisogno di controllare i controllori.
Nel giro di poco tempo si sta distruggendo il lavoro politico, diplomatico e culturale  degli ultimi trenta anni.    
Anni in cui la comunità internazionale si era resa conto che le armi di distruzione di massa rischiavano di mettere in gioco la sopravvivenza del genere umano, convenendo che era necessario definire trattati sul disarmo. Non  è un caso che i maggiori risultati si siano conseguiti dopo la fine della guerra fredda:  1990 - Trattato sulla riduzione delle forze convenzionali in Europa, 1993 - Convenzione per la proibizione delle armi chimiche, 1996 - Trattato per il bando totale degli esperimenti nucleari  e il Protocollo aggiuntivo alla Convenzione sulla proibizione delle armi biologiche (firmato nel 1972).
Questi erano i pilastri fondamentali per un credibile regime di disarmo e controllo sugli armamenti, sebbene si siano verificati più volte avvenimenti che hanno rallentato tali processi.
Negli ultimi tempi gli Stati Uniti si sono ritirati e rifiutati di ratificare numerosi e importanti trattati sulle questioni quali il bando dei test nucleari, il controllo delle armi biologiche, la difesa antimissile, preferendo dettare regole a seconda delle situazioni, e ricorrendo a coalizioni e alleanze finalizzate al perseguimento di obiettivi contingenti ma non vincolanti.
La stessa strategia dell' attacco preventivo viene sommata alla nuova dottrina nucleare americana  (Nuclear Posture Review) la quale prevede la possibilità di un attacco nucleare anche contro paesi che non dispongono di armi atomiche.
Ma tornando a quanto scritto sopra da Collingridge ci si può domandare quanto si è fatto quando con Gorbaciov l'URSS rinunciava alle passate capacità di condizionamento su scala mondiale, facendo intendere di poter collaborare con la potenza vittoriosa per la costruzione di una casa comune europea. (E' in quel periodo che Galtung scrive "Europe in the making" presente in, L'Europa della Difesa, Arcobaleno di pace, dicembre 1992).
E quanti invece a sinistra hanno parlato di nefasto oblio di Gorbaciov, lo hanno accusato di aver consegnato Cuba al sovrano planetario (USA), di aver fornito agli USA la possibilità di dirigere il nuovo ordine mondiale attraverso il terrore tecnologico, hanno ammonito tutti di aver creduto nel miraggio di un'era di pace conseguente alla fine dell'equilibrio del terrore (deterrenza) ed anche, di una vocazione egoista delle popolazioni dell'Est, al consumismo occidentale.
Sono passati quarant'anni dall'ottobre del 1962, quando il mondo fu a un passo dalla guerra atomica. Una vicenda considerata da tutti come prova di forza fra le due superpotenze che volevano verificare la volontà di mantenere le proprie posizioni. Oggi è noto quale fu il commento che Castro fece nel 1968, i suoi pesanti apprezzamenti nei confronti di Khrushov quando si rese conto che l'URSS non avrebbe mai messo a repentaglio la propria sicurezza, per proteggere la piccola, lontana isola. Forse in tanti ci si aspettava qualcosa di diverso dalla rivoluzione di ottobre, nata dal più grande ammutinamento militare della storia. E tanti  rimarrebbero meno delusi dall'atteggiamento degli uomini e delle donne dell'Est.
Ricominciando da chi oggi a Praga, è disponibile a contrastare la decisione del governo favorevole al posizionamento di elementi del sistema antimissile americano.
Su molti testi che trattano argomenti sulla guerra o sulla pace,  si sentono i riflessi rancorosi dell'indimenticabile '89, descrivendolo come il giorno dopo del seppellimento del discorso critico, della ragione.
Ma sappiamo che in realtà la nuova dottrina di Bush era già pronta nei cassetti del padre nel 1990 sotto il nome di "Defense Policy Guidance". La storia continua e io, nella mia ignoranza, ringrazio Gorbaciov.

Dati: Il Congresso e il Senato americano hanno approvato il bilancio della Difesa per il 2003: 355,1 miliardi di dollari. La Francia per il 2003-2008: 88,87 miliardi di euro utili anche a stringere il gap che separa i francesi dal loro principale alleato-concorrente inglese.
L'Italia dovrebbe approvare lo stanziamento per il 2003 di 19.614, 8 milioni di euro.

David Collingridge, Il controllo sociale della tecnologia, Editori Riuniti 1983
Sul ripensamento delle politiche di sicurezza, Deriveapprodi ha ultimamente pubblicato il libro "Fuori controllo: Idee militari di un mondo in disordine" di Paul Rogers.

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