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L' attacco alle torri del WTC aveva prodotto uno shock al limite dell'immaginabile reale. Lo scenario attuale è solo una reazione di una serie di effetti già in atto. Avevano tanto parlato di un cambiamento epocale, dell'inizio di una nuova era, della terza guerra mondiale, ecc.
Di scontro di civiltà e scontro di religioni, di una nuova guerra prolungata (trent'anni?). Questo ha forse allarmato qualcuno, ma qual'è nuova realtà strategica? Se questa guerra vuole essere definita infinita, non può essere una guerra nel senso pieno del termine. Mi pare invece che troppi stiano già pensando a reazioni a catena troppo prevedibili.
Indubbiamente gli USA hanno posto fine ai compromessi, hanno dato seguito ad azioni anche nei confronti delle ambiguità: ma non hanno tenuto conto che quell'America che doveva riscoprire se stessa e i suoi bisogni, e quel mondo che doveva riscoprire la sua umanita, ha dato esiti diversi. Oggi il mondo si è scoperto pacifista e per nulla legato ai valori della nazione e della supremazia economica e sociale dei pochi privilegiati. Si tratta per questo movimento di continuare nel suo riorientamento del tutto, senza pensare all' Europa o ad allenze strane con altri paesi.


Scatenare la potenza distruttiva degli armamenti attuali è forse facile, ma può risultare controproducente. Nel 1940 un cittadino inglese aveva affisso, fra le macerie provocate dai bombardamenti della Luftwaffe "business as usual".

Chi ha detto che esiste un destino comune? O meglio chi parlava di un riconoscimento collettivo dell'intera società umana?
La copertina originale del libro di Alice nel Paese delle meraviglie è riflessa in uno specchio. E Alice?


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