Cofferati a Bologna? Troppa grazia Sant'Antonio!
Negli ultimi due anni i cittadini italiani hanno parlato un linguaggio nuovo, il linguaggio dei movimenti, il linguaggio di una sinistra finalmente in grado di vivere tra le passioni umane e sociali comuni: il linguaggio della speranza che ha attraversato la società italiana nelle ultime due primavere.
Questi movimenti e queste forze sociali hanno avuto tanti importanti propulsori. Tra questi c'è sicuramente Sergio Cofferati.
L¹elemento che ha innamorato tante donne e tanti uomini di sinistra nell'ultima stagione è stata rappresentato dalla coerenza che Sergio Cofferati ha mostrato nella difesa dei diritti dei lavoratori. La miriade di manifestazioni e cortei che per partecipazione ed energia sono state tra le più grandi della storia europea recente sono anche merito di Sergio Cofferati. Quella coerenza, arma nobile della politica, che da tanti anni sembrava essere stata abbandonata, e dai partiti della sinistra italiana in primis.
Cofferati ha vinto una battaglia, perché ha dato speranza a milioni di cittadini a resistere all'attacco delle devastanti politiche economiche e del lavoro del governo Berlusconi, ha vinto una sfida perché ha interpretato il sentire comune di una società e si è fatto paladino di una sinistra che aveva invertito la relazione con la sua stessa storia. Cofferati ha vinto una scommessa di tutti, perché è stato sostenitore di un'idea di fare politica: mettere al centro della vita civile del Paese i cittadini e renderli nuovi protagonisti della loro esistenza e del cambiamento.
La coerenza è madre della speranza.
Il Cofferati capace di impugnare la bandiera dei diritti avrà sempre nei Verdi, e più ancora e più importante, nei milioni di cittadini che l¹hanno seguita, degli aperti sostenitori, ma le considerazioni da farsi sulle modalità e la proposta di Cofferati stesso a sindaco di Bologna sono, purtroppo, di altra natura.
Sergio Cofferati candidato sindaco per il centrosinistra a Bologna? ³Troppa grazia Sant'Antonio!².
Chi vuole bene a Sergio Cofferati pensa che in tutto questo ci sia qualcosa che non quadra. Chi vuole bene a Sergio Cofferati e a Bologna pensa che questa sia solo un operazione vecchio stampo. Chi vuole bene a Sergio Cofferati e a Bologna sa che questa operazione rischia di restaurare i modi della vecchia politica all'italiana.
Troppo palese la sensazione di una scelta maturata solo nelle ristrette segreterie dei vertici nazionali, troppo evidente il senso di una netta inversione di tendenza nel rapporto con le ³basi², sociali, politiche, territoriali; scelte verticali, scelte autoritarie che umiliano le autonomie locali riducendole a pedine di un Risiko che non convince.
Una candidatura decisa forse a Ferrara, forse a Roma, forse chissà dove, ma non certamente dai cittadini bolognesi, una candidatura orfana e deficitaria di coerenza, orfana e deficitaria degli elementi minimi di democrazia. E non c¹è bisogno del vezzo di citare uno dei maggiori politologi americani di questi anni, Fareed Zakaria della Council of Foreign Relations, per parlare dei nostri giorni, dei pericoli che minano le democrazie occidentali: il trionfo delle lobby private, dei gruppi di interesse organizzati, il potere deviante del denaro nelle campagne elettorali, la sfiducia dilagante nelle istituzioni,
il suicidio di quei corpi intermedi cruciali che in certe fasi della storia abbandonano la missione di esprimere l¹autonomia della società civile dalla vecchia classe politica.
Come Verdi e cittadini bolognesi sensibili alle questioni dei diritti, dell¹ambiente e di una migliore qualità della vita, vorremmo sostenere Cofferati, insieme alla città tutta, a dare un contributo fondamentale di svolta alla politica del Paese, indispensabile a garantire la rappresentazione delle istanze del lavoro, dell¹innovazione, dei diritti di cittadinanza.
Come Verdi e cittadini bolognesi invece vorremmo contribuire allo sviluppo di un processo di ³democrazia reale² territoriale, sulla base di un progetto di città, volto a valorizzarne le risorse e le migliori energie. Un progetto condiviso dai soggetti politici e non solo politici della città, che individui quei punti di svolta non più rinviabili, le discontinuità in materia di amministrazione, sviluppo urbanistico, mobilità e qualità della vita.
Prima della fine di un simile percorso, non sarebbe difficile incontrare le caratteristiche e poi le sembianze stesse del miglior candidato a incarnare quel progetto, sapendo cogliere tra le non poche energie, intelligenze e personalità che Bologna produce e ospita.
Non abbiamo bisogno di uomini calati dall'alto con la forza, sia per Bologna che per la sinistra, sia per la vita sociale che per la politica.
Siamo certi che catapultare il principale avversario della politica di Silvio Berlusconi a Bologna, con un operazione degna di segreterie onnipotenti d¹altri tempi, possa arrecare più danno che beneficio a Bologna e forse anche al Paese.
Abbiamo bisogno di uomini forti si, ma forti di coerenza per sconfiggere Giorgio Guazzaloca, ottimo macellaio e modesto amministratore, che senza averne i meriti si trova oggi confrontato ad un gigante della politica nazionale (e non senza speranze di batterlo).
Per ultimo, ma non per ordine di importanza, vorremmo ricordare che il 15 e 16 giugno ci si esprimerà attraverso il referendum sull'articolo 18. L¹esito di questo referendum avrà un¹importanza capitale. Stiamo impegnando tutte le nostre risorse ed energie in questa battaglia concreta, coerente, invitando tutti ad andare a votare. Con una vittoria del SI, al di là del merito tecnico della questione dell¹articolo 18, le politiche del lavoro e sociali della sinistra potrebbero ricevere un forte segnale di coraggio. Confindustria e le maggiori testate giornalistiche italiane danno ad oggi il quorum referendario attestato tra il 40-46%. La CGIL stessa ha dato una chiara indicazione a votare SI. Il referendum del 15 e 16 giugno per l'estensione dei diritti, sostenuto anche da noi Verdi, richiede una scelta di campo netta.
Antonio Amorosi
Presidente Comunale dei Verdi di Bologna
Cofferati sindato.Troppa grazia Sant'Antonio.rtf
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