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Prima di tutto, mi scuso per questo modo di intervenire ancora - mandare in
lista un messaggio di risposta alla risposta... un modo che sarebbe sempre
meglio evitare.

Ma questa scelta, e indicazione ripetuta, dell'autodenuncia come risposta a
incriminazioni e arresti all'interno del movimento mi preoccupa seriamente.
Quindi, insisto.

1)
Che le autodenunce siano in realtà rivendicazione di inalienabili diritti
costituzionali, non impedisce che si ipotizzi un reato.
Se io scrivo a un pubblico ministero che, "come tutti gli indagati per il
tale reato, articolo tot del codice penale, anch'io ho..." e aggiungo
l'elenco di quelli che a mio avviso sono comportamenti perfettamente legali,
mi sto comunque "associando" a qualcuno indagato per quello che il pm
ritiene sia un reato commesso.

Non è quello che è appena accaduto a Trento? Centocinquanta "autodenunciati"
iscritti nel registro degli indagati? (o ho capito male?).

Non sottovalutiamo neanche la farraginosità del corpus di norme penali in
questo paese (leggi e leggine e aggiunte e varianti a più riprese inserite
nel codice). L'ampissima discrezionalità che di fatto hanno i magistrati
nell'interpretarle. Il peso, nello stesso codice, dei reati d'opinione.
L'incontenibile propensione dei reati d'opinione a espandersi verso l'alto
(apologia, quindi favoreggiamento, quindi concorso morale... e a proposito:
"partecipazione psichica" ci fa sghignazzare, ma "concorso morale" vi pareva
più serio? eppure, ha prodotto secoli di galera).

2)
Se c'è anche una remota possibilità che l'autodenuncia comporti il rischio
di passare qualche guaio, non sarebbe "doveroso" informare al riguardo
quando si invita a firmare questi moduli? Qualcosa come gli "effetti
indesiderati" segnalati nei foglietti di istruzioni allegati ai farmaci,
che, si specifica, "si sono verificati raramente" (altrimenti il farmaco non
potrebbe essere neanche in commercio...), ma intanto, non si sa mai.
Poi naturalmente se uno è convinto dell'utilità di farlo lo farà lo stesso,
ma consapevolmente.

3)
E a proposito, a cosa dovrebbe servire esattamente, l'autodenuncia?
A intasare le procure? L'intasamento è il normale stato in cui le procure,
come i tribunali, lavorano.
A far sapere ai magistrati che c'è un forte movimento di opinione pubblica
contrario al loro operato? Questo certo potrebbe essere utile, ma ci sono
altri modi e, secondo me, più efficaci (alcune centinaia di persone che si
espongono non sono un "movimento d'opinione", né forte né debole).
A porre la magistratura inquirente davanti a un aut aut, a una prova di
forza, della serie "Se indagate quelli allora badate! dovete indagare anche
noi"? Sai come si spaventano.

4)
Ma c'è un altro rischio, di natura politica. Non solo contingente ma di
prospettiva, attinente alla tenuta e allo sviluppo futuro di questo
movimento.
L'autodenuncia, nella forma e nello spirito in cui si propone, dice in
sostanza: "avete arrestato delle persone che non hanno commesso alcun reato,
anzi, quel reato non esiste nemmeno: quelle persone sono 'innocenti'".
E se invece l'incriminazione, l'arresto, fossero motivati da azioni che si
configurano, corposamente e incontrovertibilmente, come reato? Per esempio
l'assalto a un blindato dei carabinieri o un pugno a un ufficiale degli
stessi? 
In che modo si potrebbe rispondere con l'autodenuncia (se non nella forma
della rivendicazione diffusa, ma non mi pare sia questo di cui si sta
parlando)?

Non si potrebbe. Non si può.
Quindi, implicitamente, ci sono arrestati (incriminati) che il movimento
considera "innocenti", e altri no.
E guardate che qui siamo al paradosso: altro che "legalità borghese", qui ci
facciamo dare dei punti da qualunque liberale che si rispetti, perché questi
compagni non sarebbero neanche condannati, ma solo incriminati. Per questi
che cosa diremmo - che cosa diciamo: "lasciamo che la giustizia faccia il
suo corso..."? 
Oppure: "adesso guardiamo bene le prove, gli indizi, controbattiamo con una
difesa tecnica"?
Che in teoria, dopo la riforma in senso "anglosassone" del codice di
procedura penale, potrebbe anche essere una buona carta da giocare. Ma in
pratica, qualcuno ha un'idea di quanto costa una puntuale difesa tecnica nel
nuovo processo penale?
Pensate un po' alla telenovela del "delitto di Cogne": gli avvocati della
signora incriminata hanno prodotto perizie che contraddicevano quelle dei
Ris. Cioè hanno reclutato tecnici accreditati - in grado di essere credibili
almeno quanto la "scientifica" dei carabinieri: quanti ce ne sono in Italia?
Questi tecnici si sono serviti di laboratori specializzati e attrezzature
sofisticatissime; voi avete un un'idea di quanto solo le perizie tecniche
possono essere costate? Io no, e neanche mi interessa: mi basta sapere che
"io" non avrei potuto permettermele.

Allora, non sarebbe il caso di ripensare alcuni "fondamenti etici" di questo
movimento?
A partire dalla nonviolenza, che è scelta rispettabilissima, ma non può
essere discriminante?
Perché le parole hanno un senso, e "nonviolenza" non significa soltanto che
non aggredisco, ma anche - e storicamente, soprattutto - che neanche mi
difendo se vengo aggredita.
Ecco, mi autodenuncio subito: se qualcuno mi aggredisce, io mi difendo. O
almeno ci provo (considerata la stazza dei celerini che mi sono trovata
davanti ultimamente, sarà difficile che riesca a fargli un graffio, ma se mi
prendono a botte, sicuramente ci provo). Lo stesso se aggrediscono qualcun
altro.
Se cominciassimo ad affermare il diritto alla difesa, e a ragionare sulle
sue implicazioni e concrete applicazioni?
Se la smettessimo di pensare che le regole formali del gioco valgono davvero
- e certo, ci può essere qualche magistrato, qualche poliziotto, che
contravviene, ma se noi ci ergiamo forti delle nostre ragioni, giustizia
trionferà?
Se ci convincessimo proprio davvero che non c'è gioco, tra il Puffo
Poliziotto e il Puffo Manifestante?

Abbiate pazienza, ma non riesco a sottrarmi all'inquietante sensazione che
qualunque dodicenne che vende sigarette all'angolo di una strada o fa il
garzone in un bar, abbia cognizione della realtà in cui vive più di quanta
riusciamo ad averne noi, profeti del nuovo mondo possibile... che non è il
Mondo dei Puffi, vero? Ditemi di no.

Ciao
Chiara



Il giorno 5-12-2002 13.44, antonio lucas, [EMAIL PROTECTED] ha
scritto:
> Ciao
> 
> Visto che inviti di ogni natura fioccano a destra e
> manca ho pensato fosse opportuno questa precisazione
> 
> Tutte le autodenunce sono state formulate su moduli
> precisi e mai generici.
> Il nostro Bolognese, per farla breve, legava il
> diritto alle libere manifestazioni politiche dei
> movimenti, ai diritti inalienabili della Costituzione
> della Repubbblica e in difesa di questi.
> E' in lista e sul sito rekombinant.
> Cosa dovrebbe indagare il magistrato il nostro
> tentativo di difendere la Costituzione e di sentirci
> parti lese nelle manifestazioni che si sono tenute
> negli ultimi 2 anni!?
> 
> Ovviamente convengo che sarebbe idiota e martirizzante
> autodenunciarsi o invitare a farlo su reati specifici
> mai commessi. 
> 
> Credevo che ogni buon bambino dell'età media di 3 anni
> fosse in grado di sedare questi generici dubbi .
> 
> Forse fa bene Chiara a manifestare perplessità in
> proposito. Forse.
> 
> antonioamorosi
> 
> 
> 

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