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Lavori forzati
 
Ti fai una canna? Una settimana di lavoro forzato. Tale è stata la punizione comminata a quattro ragazzi di un istituto professionale della provincia di Modena, sorpresi a fumarsi
una canna nel giardino dell'Istituto. Il Consiglio di quest'ultimo ha deliberato di non inflig-
gere ai ragazzi una sospensione, non volendo pregiudicarne le votazioni.
Ha scelto quindi di inviarli a lavorare, per otto ore al giorno, per una settimana, presso
case protette e altre strutture residenziali per anziani, site nel comune ove si trova la
sede dell'Istituto e limitrofi, ove i "condannati" svolgono gratuitamente pesanti mansioni,
sotto la guida di personale delle strutture stesse, arbitrariamente investito di mansioni
"educative", al quale spetterà in seguito di emettere un giudizio sul buon comportamento
e sulla raggiunta "riabilitazione" dei ragazzi affidatigli.
Sarà compito dei ragazzi contattare in seguito ogni singolo docente, allo scopo di
concordare le modalità per il recupero delle lezioni perdute. In aggiunta, i ragazzi
verranno privati, per il resto dell'anno scolastico, della possibilità di fare ricreazione
all'aperto insieme a tutti gli altri, e di partecipare alle gite d'istruzione.
Come se non bastasse, la possibilità per le famiglie dei ragazzi di presentare ricorso
avverso il provvedimento entro quindici giorni dalla notifica del medesimo è stata
vanificata dalla decissione di applicarlo con decorrenza immediata.
La logica della tolleranza zero, della "prevenzione" all'americana di ogni possibile
devianza dal modello unico presentato ai nostri figli perchè vi si adeguino ciecamente,
darà sempre più spesso, in futuro, frutti tanto aberranti. Possiamo solo sperare che
l'assaggiarli così precocemente li immunizzi contro le tentazioni del potere e dei suoi
arbitrii, invece di assuefarveli.
 
 
P:S: Chi fosse a conoscenza di elementi atti a stabilire la legittimità o meno di 
decisioni di questo tipo e in queste sedi, è pregato di contattarmi via e-mail  


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