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Salve,
vi leggo dalla Grecia e raramente (quasi mai) intervengo, dato che 
non ho molto da dire. Ora ho qualcosa da dire sulle ripercussioni 
del "Patriot act" americano, di recente apparizione.
Una settimana fa circa, un professore del Politecnico di Atene, 
invitato da una universita' americana per una cerimonia, ha 
viaggiato a New York. Aveva preso regolare visto dall'ambasciata 
americana di Atene. All'aeroporto di New York l'hanno arrestato e 
tenuto per alcune ora con manette e relativa catena ai piedi, fino ad 
essere interrogato da un funzionario dell'FBI, sui suoi rapporti con 
alcuni presunti membri del gruppo terroristico greco "17 Novembre" 
in carcere ad Atene, accusati dalla giustizia greca di reati svolti in 
Grecia. Alle sue domande (del professore) sulla ragione del suo 
arresto, gli hanno risposto che non era arresto ma fermo, e alla sua 
richiesta di sentire un avvocato, gli hanno detto che i diritti previsti 
dalle leggi americane non valgono perche' formalmente non era 
ancora entrato nel territorio americano.
C'e' stato l'interrogatorio da un funzionario dell'FBI, durante il quale 
gli hanno proposto perfino una ricompensa se desse informazioni 
sul gruppo 17N, a un certo punto, cioe' dopo 5 ore e mezzo, lo 
hanno rilasciato senza alcuna imputazione, chiedendogli solo un 
ulteriore incontro il giorno dopo. Il professore in questione era 
rifugiato politico a Parigi durante gli anni della dittatura e conosceva 
il presunto capo del gruppo 17N ora in attesa di giudizio ad Atene.
Il governo greco ha tentato di minimizzare.

Angelo

     "Dov'e' quello che sapeva parlare?"                     
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