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Claudio Tullii:
io ho percepito una "paura" del movimento. Irrisolti sono i termini tra una
contestazione pacifista e un'idea di antagonismo guerrigliero.
Vabbè ognuno ha i suoi sogni o i suoi incubi. Bush con i suoi ci ha costruito uno scenario da guerra infinita, se lo guarda vestito in mimetica e con il cannocchiale scruta l'orizzonte. Ma lo usa al contrario, cosa riuscirà a vedere? Sicuramente tutto più piccolo, lontano.
Dice che il Signore lo guida e da buon commesso viaggiatore gira tutti i paesi per esportare il suo nuovo ordine mondiale, i suoi affari. Del resto anche le bellezze che aspirano al titolo di miss mondo sono andate in Nigeria con dei sogni. E hanno portato la guerra civile, più di duecento morti. Sapevano di procurare tutto questo? No, è lo spettacolo, e gli affari sono affari.
L'ideologia costruisce confini ed è autistica, la moltitudine al contrario è critica, prorompente, nomade, vorrebbe giocare con l'illegalità ma questo significa tornare alla realtà. E la realtà è lo stato che deve controllare come ha sempre fatto.
Cosa hanno fatto i disobbedienti di tanto grave, se non quello di occupare pacificamente Palazzo Grassi e chiedere di devolvere gli incassi agli operai? Sono i desideri ad essere diventati sovversivi. L'orrore non sta nei morti in guerra, in fabbrica, nelle autostrade, nelle persone che la fanno finita con questa vita, ma nell'esprimere dei desideri.
Cosa fa uno stato come l'argentina quando vede i propri figli morire? I bambini sognano di poter vivere. Ma per quello che so in argentina ci sono le fabbriche occupate, il ritorno al baratto e uno stato che non bada a spendere per la propria Gendarmeria nacional.
Non può resistere in una economia globale. Stato nazionale e mercato non riescono a mettersi d'accordo. Neanche il narciso e potente Bush riesce a piegare alle sue leggi tutti gli stati.
Sarà interessante vedere come l'Europa della Difesa e la nuova NATO, riusciranno a prendere delle decisioni in politica estera, fermo restando che per ora hanno partorito accanto ad un organismo giuridico, l'Agenzia Europea degli Armamenti.

Credo sia banale vederla come la non risoluzione dell'anarchismo e del
comunismo storici, così come si sono proiettati per tutto il Novecento.
Per quanto mi riguarda sfondi una porta aperta visto che non credo all'attualità della teoria del valore-lavoro e del plusvalore, ma non solo, rispetto allo stato credo che la sua estinzione, tranne appunto il permanere della funzione di controllo, stia già avvenendo. Non sono certo io a parlare di nazionalizzare le fabbriche in crisi!
Ma che ci sia un ritorno al passato non puoi negarlo, con tutti i richiami all'utilitarismo, al rapporto merce-denaro, ai diritti in generale, al lavoro come diritto etico....

le potenzialità del dominio sono tutte giocate, manca, a mio avviso, che la
componente soggettiva della moltitudine accetti di esserne il volano
finale...ci stanno aspettando sul "penale" per farci, di nuovo, ritornare al
"consumo". In fondo la vecchia dialettica della legge e della merce ad un
livello più insidioso: in gioco non c'è alcuna "trasformazione" del ciclo,
ma solo una maledettissima recessione da superare...
Il problema non è solo la recessione, e di farmi riunchiudere nel penale non mi va.
Le potenzialità del dominio sono tutte giocate sul virtuale, ma quando si tratta di passare al reale, allora tutto diventa più difficile. Troppi interessi diversi in un sistema decentrato e molecolare. E forse la moltitudine non avrà bisogno della rivoluzione come la si è sempre studiata.

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