"Una volta Dio e il Diavolo si contesero la Russia, e il Diavolo
vinse.
Andando allegramente a ritirare il premio, il Diavolo si trovò
la strada sbarrata. Dio aveva deciso
che alla fin fine il Diavolo non poteva avere le anime della gente.
Di loro poteva prendersi tutto,
meno che le anime.
Il Diavolo si lagnò dicendo che non era giusto,e Dio
disse che (grazie a Dio) non sempre le cose
sono giuste. Allora iL Diavolo andò su tutte le furie e
pretese che il popolo russo si presentasse a
lui e che ciascuno gli lasciasse la cosa che amava di più.
Nella sua ira per essere stato beffato
era esigentissimo, e la Morte sedeva al suo fianco e teneva i conti.
Il Diavolo prese i soldi all'avaro, la triplice corona agli zar,
il pastorale al patriarca, l'amore
del figlio alla madre. uno per uno, tutti andavano davanti a lui
e si allontanavano piangenti e
dolenti.
.
Alla fine si presenetò un ragazzo che, a giudicare dall'aspetto,
doveva avere ben poco da dare. Il
Diavolo pretese ciò che egli amava di più, qualunque
cosa fosse. il ragazzo implorò di essere
risparmiato; si offrì di dare al Diavolo ogni altra cosa,anche
tutto ciò che aveva. Prendesse i suoi
vestiti e il cappello; prendesse le scarpe foderate, e lui se ne
sarebbe andato scalzo nell'inverno;
prendesse la luce dei suoi occhi.
No, il Diavolo non sapeva che farsene; non avrebbe accettato surrogati.
Voleva la cosa che il
ragazzo amava di più. E cos'era?
Alla fine il ragazzo disse al Diavolo cos'era.
Una canzone? ripeté il Diabolo.
E' mia, disse il ragazzo piangendo. la sola canzone che ho fatto
io.
Bene, disse iL Diavolo, la voglio.
A nulla valsero le implorazioni e le lacrime, e alla fine il ragazzo
aprì la bocca e cantò. Per un
momento tutti smisero di lamentarsi per sentire. Il Diavolo ascoltò,
la mano artigliata a coppa
dietro l'orecchio. anche la Morte stava in ascolto immobile.
Mia, disse il Diavolo quando la canzone finì. Mia per sempre.
Avanti il prossimo!
IL ragazzo chinò la faccia in lacrime e se ne andò.
Non molto tempo dopo, però, tra la misera gente russa cui
era stato tolto tutto, si cominciò a
sentire di nuovo quella canzone. Il ragazzo aveva gabbato il Diavolo,
perché possedeva ancora ciò
che avrebbe dovuto consegnare: perché così succede
con le canzoni, come tutti - meno iL Diavolo -
sanno. Il ragazzo cantava la canzone nelle strade desolate e nei
villaggi che erano stati privati
delle loro amate vacche. E così via: nei boschi dove non
crescevano fiori e nelle chiese vuote e
anche nella corte desolata degli zar, si poteva sentire la canzoncina,
una canzone da nulla che
riempiva gli occhi di lacrime e la gola di gioia.
Così il popolo di Russia ebbe se non altro una canzone per
consolarsi in quei giorni. Ma la vita era
comunque durissima, dato che IL Diavolo si era preso le cose che
ciascuno amava. Così che alla fine,
naturalmente, in un modo o nell'altro, riuscì a prendersi
un buon numero di anime."
(da Favole e leggende dell'antica Russia - citato nel romanzo 'la
Traduttrice' di John Crowley,
Ponte alle Grazie)
faber
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