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Sovversivi: l'epidemia dilaga

L'Italia è piena di sovversivi. Ne sono stati visti circa un milione
a Firenze la settimana scorsa. Le autorità e pure il mondo
scientifico si stanno interessando ad un fenomeno che sta crescendo
in maniera paurosamente esponenziale. Ma come sono - veramente - i
sovversivi? Lo abbiamo chiesto ad alcune persone che si sono
autodenunciate - per chi non lo sapesse, l'autodenuncia è un modo per
informare la comunità del dramma personale che si sta attraversando.
Questi i risultati della ricerca. Il campione scelto è composto di
individui di età variabile tra 14 e 75 anni, su tutto il territorio
nazionale, isole comprese, disoccupati, studenti, dipendenti,
professionisti, piccoli imprenditori, pensionati :
- quasi tutti gli intervistati guardano pochissimo la televisione. Da
quando hanno smesso, si sentono - parole loro - "più leggeri, più
interessati alla socialità, meno ottusi e rimbambiti";
- non mostrano interesse nei confronti dei consumi (va detto che il
potere d'acquisto in generale è alquanto scarso), anzi, addirittura
parecchi hanno dichiarato di essere "consumatori critici", nel senso
che si arrogano il diritto di scegliere cosa comprare;
- frequentano persone di ambienti sociali diversi, di età differenti,
spesso anche di altre etnìe;
- molti non votano; chi lo ha fatto è in generale molto critico nei
confronti dei rappresentanti eletti;
- nella sfera privata, un vero disastro. Divorziati, separati,
ragazze madri, ragazzi padri, single, famiglie allargate,
omosessuali, lesbiche, bisex;
- si adoperano per rispettare l'ambiente, alcuni fanno pure volontariato.

Tutto questo deve farci riflettere. È chiaro a questo punto un
tentativo su scala mondiale di minare quelli che sono i valori
fondanti del nostro vivere sociale. Chiediamo con forza ai nostri
governanti un intervento immediato per evitare che la piaga  dilaghi
in modo irreversibile. I nostri figli devono essere protetti.
Consigliamo qualche misura preventiva:
- eliminare dalle proprie abitazioni libri, giornali e riviste (di
qualunque tipo, l'editore non ha importanza. Leggere fa male);
- sottoporre i più piccoli a cicli intensivi di TV;
- frequentazioni controllate (solo bambini di razza bianca e reddito
conforme a quello personale);
- sabato e domenica a passeggio nei centri commerciali. È bene che
sappiano fin da bambini cosa li aspetta;
- isolare immediatamente mediante pubblica denuncia gli educatori che
facciano nascere nella mente dei nostri figlioli il benché minimo
dubbio;
- tanto sport, ma solo competitivo.

Sono solo poche indicazioni, ma rappresentano il primo, necessario
passo per porre un freno ad un malessere che sta attraversando ampi
strati della società. Sappiamo che chi di dovere ci sta ascoltando,
anzi, ci pare che qualcosina stia già facendo.

saluti
Monica Nannini
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